Per il Digitalive19, la sezione del Romaeuropa Festival curata da Federica Patti e dedicata alle arti algoritmiche, Enrico Malatesta – percussionista e ricercatore sonoro, interessato alle diverse modalità di ascolto ed esecuzione – ha proposto l’adattamento per percussioni di un brano acustico della serie Occam di Éliane Radigue, classe 1932, pioniera della musica elettronica francese.
Nel ciclo Occam, iniziato nel 2017 dopo una lunga carriera basata sulla sperimentazione elettronica, Éliane Radigue, influenzata dal pensiero buddista, ha spostato la sua ricerca musicale dalla musica concreta verso gli strumenti acustici, avvalendosi della collaborazione di diversi musicisti.
In particolare Occam Ocean, vero e proprio sunto della sua concezione del suono come entità autonoma e trascendente, è una lunga suite per orchestra che si dispiega come un oceano di liquide risonanze. La materia sonora cristallina degli strumenti elettronici viene traslata in chiave acustica mantenendo però le stesse caratteristiche di purezza e minimalismo.
“La semplicità è quanto di meglio ci sia” si legge in Guglielmo da Occam. Tale semplicità viene riportata da Malatesta nella dimensione strumentale attraverso una operazione di sottrazione sonora che si lega ad un’estetica antica e primigenia. L’artista riadatta il brano attraverso l’utilizzo di due piatti e un tamburo a cornice, toccati, sfiorati e battuti per circa venti minuti attraverso diversi procedimenti inusuali e inaspettati.
Nella cornice della Pelanda a Roma, l’artista ha creato un’atmosfera da rituale chiedendo agli spettatori di prendere posto per terra in cerchio, vicino a sé e ai suoi strumenti. I suoi gesti generavano il suono e lo ampliavano generosamente, diffondendolo tramite movimenti lenti e misurati in un’azione performativa. Tutti sono stati immersi in un paesaggio multisensoriale, dove le sonorità, liquide ed essenziali, si diffondevano nell’aria come una lenta onda oceanica.
Chiara k. Amici
immagini: (cover 1) Enrico Malatesta plays Eliane Radigue – «Occam Ocean – Occam XXVI», REF19, photo: Giada Spera (2-4) Enrico Malatesta plays Eliane Radigue – «Occam Ocean – Occam XXVI» photo: Zan Lianglu (3) Enrico Malatesta plays Eliane Radigue – «Occam Ocean – Occam XXVI» , photo: Gianluca De Carlo; grafica: Chiara Coppola, Danila Domizi, Elisabetta Matonti.
Questo articolo è parte della sezione speciale che Arshake dedica a BACKSTAGE / ONSTAGE, il progetto che ha portato per due anni consecutivi (2018 – 2019) un gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma dietro le quinte del Romaeuropa Festival. Digitalive, nuovo format curato da Federica Patti e dedicato all’arte algoritmica in continuazione di un interesse per le arti digitali che il Romaeuropa Festival ha manifestato da diversi anni, tempi non sospetti. Anche quest’anno, pubblicati con cadenza settimanale, gli articoli costruiscono gradualmente la memoria delle opere e degli artisti che sono stati presenti, catturando i momenti salienti della ‘vitalità’ dei lavori performativi, ma anche dei loro protagonisti. Il tutto diventa parte di un archivio che approfondisce e ferma nel tempo il lavoro performativo degli artisti che nell’ambito del Digitalive si è consumato in una forma time-based; si riallaccia inoltre a temi e generi del Romaeuropa Festival e agli argomenti trattati all’ordine del giorno da Arshake.
Enrico Malatesta – Percussionista e ricercatore sonoro, residente a Cesena, è attivo nel campo della musica sperimentale e della performance. La sua pratica esplora le relazioni tra suono, spazio e movimento, la vitalità dei materiali e le morfologie delle superfici con particolare attenzione posta all’atto di percuotere. Il suo percorso di ricerca è caratterizzato da un forte interesse per la possibilità di produrre informazioni multiple attraverso azioni semplici, al movimento, alle modalità d’ascolto e alla presenza del performer attraverso il suono. Ha presentato il proprio lavoro in Italia, Europa, Nord America, Giappone e Corea del Sud, partecipando a importanti festival di musica sperimentale, contemporanea e arti performative. È fondatore di MU e FREQUENTE, organizzazioni indipendenti rivolte alla realizzazione di eventi, rassegne e workshops dedicati al suono, musica sperimentale e pratiche spaziali, attive a Milano e nel territorio romagnolo.
Eliane Radigue – Éliane Radigue, compositrice francese. Tra gli anni cinquanta e sessanta entra in contatto con i compositori elettroacustici della Radiodiffusion-Télévision Française componendo il suo primo materiale, ispirato alla musica concreta che verrà raccolto su Jouet Electronique ed Elemental I, usciti nel 1967 e nel 1968. Il seguente Usral del 1969 cambia direzione stilistica avvicinandosi in modo significativo alla musica minimalista Nel 1970 si trasferisce a New York e incide il suo primo materiale per sintetizzatore: uno strumento musicale che, da questo momento, prediligerà nelle sue composizioni. In seguito all’uscita di Adnos (1974), presentato al Festival d’Automne parigino, si trasferisce nella capitale francese frequentando il Centro di Studi Tibetani. In seguito a quest’esperienza, i suoi brani hanno risentito l’influenza del pensiero buddista quali il karma e la meditazione. A partire dai primi anni del nuovo millennio, si è dedicata alla composizione di brani acustici tra cui il ciclo per strumenti solisti Occam Ocean.