L’approccio al suono di Alessandro Sciaraffa è da considerarsi un’esperienza prima di tutto spirituale, poi fisica e concettuale.
Alessandro è una sorta di sciamano contemporaneo che, sfruttando principi fisici intrinsechi nella materia, gli da’ vita e voce. Come nel caso delle opere Totem nelle quali dei gong vengono fatti risuonare «per simpatia»; ogni oggetto, in base alle sue dimensioni e ai materiali di cui è costituito, ha dei modi di risonanza. La vibrazione «per simpatia» avviene quando vengono riprodotte una o più frequenze che sollecitano queste risonanze mettendo in vibrazione l’oggetto in questione che, in questo modo produce suono.
Ciascun gong è sospeso grazie a delle strutture in metallo e, nella parte immediatamente posteriore ad esso è presente un subwoofer. Quest’ultimo è collegato ad un mini computer raspberry sul quale gira un software realizzato con il linguaggio di programmazione ad oggetti grafici Pure Data che, a sua volta, preleva mediante una scheda Arduino, dati in tempo reale provenienti da un sensore. La sonda capacitiva genera un campo elettrostatico che interagisce con il campo elettrostatico che produce il fruitore; il corpo di ognuno di noi genera energie diverse, di conseguenza, il suono che ne risulta è sempre diverso.
In tre delle versioni del Totem, la posizione e il movimento del fruitore (grazie al sensore capacitivo ) dinanzi al Totem modifica in tempo reale le frequenze prodotte dal subwoofer e quindi i modi di risonanza del gong creando un’ interazione molto profonda, nella quale il suono potente e ricco di armonici e di frequenze basse restituisce una condizione di enfasi psicofisica che mette in risonanza il corpo e lo spirito. La quarta versione ha un sensore di tocco, attraverso il quale si innesca un processo automatico che esplora mediante funzioni randomiche le potenzialità armoniche del gong. Il potente suono dei Totem è inoltre amplificato dalla magnifica acustica e dalla affascinante architettura della chiesa di San Severo a Pendino che la rende un’esperienza unica e molto suggestiva.
Nella mostra «Da Umbris Idearum» ( da un’opera del filosofo di Giordano Bruno) l’artista torinese presenta anche l’installazione Le ombre del mare nella quale sono presenti dei pannelli di vetro ancorati a delle strutture in ferro posizionate in modo circolare sui quali sono posizionati degli speaker exciter, ovvero dei particolari altoparlanti che propagano il suono mediante il mezzo sul quale sono posizionati. Su uno di questi pannelli in vetro è presente, oltre ad un exciter, un sistema (anche in questo caso realizzato con un raspberry ed un arduino) che grazie a dei «sensori di ombra» modifica in tempo reale la frequenza un filtro passa banda al quale è associato un rumore bianco generando un effetto acustico simile a quello delle onde del mare. In questo modo il fruitore può pilotare il suono grazie alla sua ombra.
Flash Drawings sono invece una serie di dipinti realizzati con polvere di alluminio che ad occhio appaiano quasi dei monocromi neri. Per poter essere apprezzati devono necessariamente essere fotografati con uno smartphone. La polvere di alluminio manifesta la loro natura quando viene sollecitata dalla luce del flash. Opere che aprono una riflessione sul modo nel quale oggi la realtà sia sempre più frequentemente filtrata attraverso la fotocamera di uno smartphone inducendoci spesso a confondere la reale natura del soggetto preso in esame.
Tema unificante della mostra è il rapporto tra il visibile e l’invisibile mediato dalla connessione energetica che da diversi elementi confluiscono in un tutt’uno. Un’esplorazione sensoriale che tende a creare connessioni tra la materia e l’immateriale per aumentare la conoscenza dell’universo che ci circonda e di noi stessi. Un viaggio tra scienza, tecnica e spirito che forse da troppo tempo non siamo più in grado di far dialogare tra di loro.
Alessandro Sciaraffa. De Umbris Idearum, a cura di Marina Guida, Complesso Monumentale di San Severo, Napoli, fino al 28 ottobre
immagini: (all) Alessandro Sciaraffa, «De Umbris Idearum»; installation view – Chiesa di San Severo al Pendino, 2019, Photo Angelo Marra, Courtesy l’Artista e Galleria Giorgio Persano