Chi è nato sulla Riviera romagnola sa bene cosa significhi sentire la musica che buca la notte, bassi potenti che penetrano nel corpo prima che nelle orecchie, come il battito di un cuore gigante. È la voce bestiale del nostro schizofrenico contemporaneo, simile a qualcosa di più antico: beat ripetuti e ossessivi sono in realtà tamburi rituali; Rave Culture e antiche danze propiziatorie si fondono e perdono ogni differenza; le figure danzanti nel buio, bersagliate da raggi di luce stroboscopica, sono i protagonisti di un baccanale.
Mara Oscar Cassiani, pesarese di origine e cresciuta in Emilia-Romagna, ha riflettuto su quell’esigenza profonda che sembra spingere l’uomo, di secolo in secolo, a cercare questo abbandono rituale ed orgiastico. Le icone, i vecchi culti e le antiche tradizioni pagane, all’apparenza abbandonate, si manifestano in realtà nella nostra vita di tutti i giorni sotto altre spoglie: quelle del brutale capitalismo, delle visioni sinestetiche dell’internet, dell’apparente benessere del consumismo. Nuovi Dèi contemporanei che si muovono nel mondo attraverso braccia e gambe fatte di diramazioni digitali, pubblicità occulta e immagini che sostituiscono le parole.
Nella sua performance presentata a Digitalive, Spirit x Roma, la Cassiani vuole porci di fronte all’evidenza di questa realtà utilizzando come punto di partenza le antiche maschere vernacolari tipiche della Sardegna, terra in cui passato e presente si incontrano, scontrano e fondono nel momento del carnevale, una festività di origine pagana e probabilmente violenta, legata al culto dionisiaco, in cui il rituale popolare e i beat della discoteca convivono sullo stesso suolo. A danzare al Digitalive non saranno però i tipici Mamuthones, ma ballerine vestite con tute e sneakers di marche super commerciali, uniformate nell’aspetto e nei movimenti attraverso il ritmo ossessivo e ipnotico della musica elettronica.
I loro sguardi sono celati da cappellini con visiera, maschere contemporanee per una gang di sacerdotesse moderne. I movimenti e i gesti rituali sono sostituiti dai passi semplici e ripetitivi da club o disco. Gli oggetti al centro della rappresentazione sono lattine di CocaCola e bottigliette di Gatorade (sparse in terra come i resti di una festa ed emblemi del nostro secolo consumistico) e la consolle da DJ, gestita dalla stessa Cassiani che danza e determina velocità e ritmi. Il tempo sembra dilatarsi mentre, in un crescendo paranoide, le ballerine danzano nel buio e nelle luci intermittenti, accompagnando lo spettatore in uno strano perdersi, nel bisogno di muoversi a ritmo, e nel ricordo di qualcosa di mai vissuto ma profondamente familiare.
Mara Oscar Cassiani porta alla luce dal passato una radice comune, che lega tutti noi nella nostra umanità. Ci svela un altro senso e un altro bisogno, mai preso in considerazione come primario: l’esigenza della rappresentazione drammatica, il bisogno di evocare qualcosa di divino ma soprattutto ctonio, anche in un mondo profondamente segnato dall’idealizzazione degli oggetti e dei mezzi usati in modo sbagliato o superficiale.
Tuttavia, nella performance non viene espresso alcun tipo di giudizio positivo o negativo su questo tipo di realtà: la Cassiani si limita a raccontarci il presente, specchio di chi ci vive e delle infinite relazioni che lo influenzano. Continuare a rappresentare il passato, esprimendo un giudizio che ci porterebbe necessariamente a confrontarci con esso, non è il punto centrale della poetica di questa giovane artista, che si fa portavoce dei Milliennials e che crea immaginari che riescono a collegarci con la verità profonda del nostro contemporaneo.
Chiara k. Amici
Questo articolo è parte della sezione speciale che Arshake dedica a BACKSTAGE / ONSTAGE, il progetto che ha portato per due anni consecutivi (2018 – 2019) un gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma dietro le quinte del Romaeuropa Festival. Digitalive, nuovo format curato da Federica Patti e dedicato all’arte algoritmica in continuazione di un interesse per le arti digitali che il Romaeuropa Festival ha manifestato da diversi anni, tempi non sospetti. Anche quest’anno, pubblicati con cadenza settimanale, gli articoli costruiscono gradualmente la memoria delle opere e degli artisti che sono stati presenti, catturando i momenti salienti della ‘vitalità’ dei lavori performativi, ma anche dei loro protagonisti. Il tutto diventa parte di un archivio che approfondisce e ferma nel tempo il lavoro performativo degli artisti che nell’ambito del Digitalive si è consumato in una forma time-based; si riallaccia inoltre a temi e generi del Romaeuropa Festival e agli argomenti trattati all’ordine del giorno da Arshake. Crediti
Mara Oscar Cassiani. Artista italiana che lavora nell’ambito della performance, della coreografia e dei nuovi media. La sua ricerca è incentrata nella creazione di un’iconografia contemporanea in cui nuovi linguaggi e rituali vengono mutuati dal mondo di Internet, dalla brutalità del capitalismo e la società del Desiderio. Il rapporto che intrattiene col pubblico, in una dimensione espansa -sia live che mediata- viene esplorato proprio attraverso questi immaginari visivi, sollecitando la sua consapevolezza della discontinuità tra media streaming e la coscienza degli utenti.
immagini: (cover 1-5) Mara Oscar Cassiani – «Spirit x Roma» , REF19, photo: Zhan Lianglu (2) Mara Oscar Cassiani – «Spirit x Roma» , REF19, photo: Francesco Pacifici (3) Mara Oscar Cassiani – «Spirit x Roma» , REF19, photo: Gianluca De Carlo (4) Mara Oscar Cassiani – «Spirit x Roma» , REF19, photo: Francesco Pacifici. graphics: Chiara Coppola, Danila Domizi, Elisabetta Matonti