Il Museo di Palazzo Doria Pamphilj di Valmontone ospita « Microcosmo», a cura di Antonio Trimani e Monica Di Gregorio. La mostra raccoglie oltre 70 opere di artisti internazionali, noti ed emergenti, che insieme narrano il vasto panorama artistico contemporaneo. «Microcosmo» è una sinfonia di voci, medium, tradizioni e linguaggi che rispecchiano un mondo in bilico tra la globalizzazione e il rifiuto dell’omogeneizzazione. Il percorso ruota intorno al tema dei quattro elementi primordiali. La terra riveste una valenza purificatrice nel frammento di Martyrs di Bill Viola (2014); Patricia Claro trasforma l’acqua in segni calligrafici per Cartas de Agua Trilogy (2016); Jon Rose e Hollis Taylor usano l’aria come materia sonora e il fuoco deposita le sue ceneri sul cielo delle Meditazioni di Gianni Lillo (2003).
Black Days (2019) di Kathleen J. Graves traspone letteralmente il tema del piccolo mondo in quanto concentra la memoria ecologica della terra in una scatola costruita con materiali riciclati. Graves evoca un ritorno allo stato naturale in contrasto con l’inquinamento di massa e il potere della tecnologia. Il mondo condensato di Graves risuona nella moltitudine di simboli mescolati e ricontestualizzati nei quadri di Ernest Dükü, il quale si ispira alla storia africana e la tradizione occidentale per proporre una lettura plurale della storia dell’umanità.
Ogni stanza rintraccia inusuali corrispondenze che sconvolgono i sistemi di classificazione estetici, geografici, storici, sociali e tradizionali. Silenzi (2019) di Emanuele Giannetti apre un dialogo tra natura e artificio con tre contenitori in alluminio simili a delle conchiglie, delle ceste o delle casse di risonanza posizionati a terra. Al centro di ogni scultura uno specchio rimanda a un Altrove dove lo spettatore, come Narciso, si confronta con la propria immagine riflessa. Lo sguardo e la percezione umana sono anche al centro del video Risveglio Trittico (2017) di Antonio Trimani in cui un nebbioso paesaggio calabrese emerge dal canyon delle Valli Cupe di Sersale. Lo squarcio, occhio di terra e di roccia, risucchia lo spettatore nella temporalità diluita dell’ambiente naturale.
L’intera mostra è scandita da un alternanza di ritmi che spaziano dai suoni della natura alle forme della città, giungendo ad una riflessione sui modi di relazionarsi all’ambiente. Nella serie Bamako Crosses (2006-2012) il fotografo ivoriano Ananias Léki Dago cattura i contrasti, i simboli e la storia sommersa di Bamako, capitale del Mali. Le sue vedute in bianco e nero ritraggono una quotidianità dove la presenza ricorrente di croci allude all’eredità coloniale e alla ricerca d’identità in un mondo globalizzato.
Altri artisti quali il duo composto dall’anglo-australiano Jon Rose e dallo statunitense Hollis Taylor abbandonano il contesto urbano per immergersi nella natura ed esplorare la dimensione sociale del «luogo». Dopo 8 anni trascorsi nel deserto australiano, Rose e Taylor presentano un’opera multimediale che documenta il loro viaggio in cerca di recinzioni disfunzionali da usare come strumenti musicali. Nell’opera Le Grandi Recinzioni dell’Australia (2002-2010) i due violinisti e compositori suonano le frontiere in un percorso di ricerca tra arte e antropologia.
L’allestimento di «Microcosmo» fa emergere correlazioni tra l’immaginario contemporaneo e l’iconografia rinascimentale del Palazzo. Mentre gli uccelli che percorrono il paesaggio seicentesco riprendono fiato nelle modulazioni sonore del fischio di Michael Snow (Whistling in the Dark, 1975), il dipinto ‘site specific’ Chumowang di Suh Yongsun mette in relazione le allegorie commissionate da Camillo Pamphilj con i simboli del mito fondatore di Gogureo, antico regno di Corea.
L’installazione del duo Lu.Pa formato da Pamela Pintus e Lulù Nuti è il frutto della performance OLO#1 in cui i segni tracciati dall’una sono quasi simultaneamente cancellati dall’altra. Il ritmo comune di questo gesto rituale genera una forma di comunicazione che diviene comunione. « Microcosmo » espande questa concezione del tessuto relazionale in un percorso caratterizzato dall’interdipendenza e dal dialogo.
Microcosmo, a cura di Antonio Trimani e Monica Di Gregorio
Museo di Palazzo Doria Pamphilj, Valmontone (Roma), 16 Febbraio | 31 Marzo 2019
in collaborazione con Le Stazioni Contemporary Art, Milano.
immagini (cover 1) Microcosmo, Palazzo Doria Pamphily, Valmontone, 2019, installation view, Gianni Lillo (2) Microcosmo, Palazzo Doria Pamphily, Valmontone, 2019, installation view, Trimani – Graves (3) Microcosmo, Palazzo Doria Pamphily, Valmontone, 2019, Toan – Dago (4) Microcosmo, Palazzo Doria Pamphily, Valmontone, 2019, Isgro -Suh Yongsun (5) Microcosmo, Palazzo Doria Pamphily, Valmontone, 2019, installation view, Jon Rose & Hollis