Ode alla natura, al suo vigore, alla sua bellezza, alla sua capacità di bastare a se stessa e di essere compiuta e perfetta. La poetica di Daniela Di Maro (Napoli, 1977) canta la potenza della natura e il fascino esercitato sull’uomo che ne ammira i meccanismi, i dispositivi e gli automatismi interni. Non è un caso se nel parlare della ricerca della Di Maro associamo all’idea di natura termini e funzionamenti applicabili vicendevolmente alla sfera del mondo tecnologico per la loro peculiarità di rappresentare pratiche alle quali, in modo attivo, ad ogni azione corrisponde una reazione. È dunque l’integrazione dei due mondi, quello naturale e quello tecnologico, a rappresentare il focus concettuale delle installazioni di Daniela Di Maro che si costituiscono attraverso l’uso combinato di tecniche provenienti dal mondo dell’elettronica, del digitale e delle trasformazioni energetiche – come gli arduino, i pannelli solari, i software elaborati ad hoc – con le materie derivate dalla realtà naturale – come la cera d’api, le piante, i minerali, l’acqua. Le opere di Daniela Di Maro sono dunque macchine complesse e sensibili che indagano i processi e i funzionamenti della natura e che si attivano in modo costante attraverso l’elemento tecnologico e l’interazione col pubblico. La ricerca della Di Maro basa la sua pratica nell’utilizzo di procedure computerizzate, dell’elettronica open source, dell’elemento sonoro e video, arrivando al costante coinvolgimento, sia nella fase progettuale che in quella esecutiva, di tecnici e specialisti, costruendo in questo modo un’attitudine al lavoro di tipo collettivo e partecipativo. Il risultato è la realizzazione di installazioni calibrate con lo spazio, in cui i dati immessi ed elaborati dalle tecnologie utilizzate assolvono al compito di dar vita alle istanze naturali insite nell’opera, attraverso la presenza del pubblico che dà senso e valore al processo naturale/artificiale in nuce. La ricerca di Daniela Di Maro descrive un’osservazione poetica e puntuale dei processi naturali in cui confluiscono riflessioni di carattere scientifico, antropologico, tecnico, estetico e dove l’elemento tecnologico diviene il medium per spiegare il rapporto primigenio tra uomo e natura, attivando un discorso morale su ciò che è effettivamente necessario alla nostra sopravvivenza e su ciò che è probabilmente superfluo.
Daniela Di Maro
Diplomata in Arti visive e Discipline dello spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Napoli, vive e lavora tra Napoli e Milano. Nel 2012 ha vinto il premio “Un’opera per il Castello”, Castel Sant’Elmo, Napoli. Tra le mostre personali si segnalano: The synergic garden, [.Box] Videoart project space, Milano, a cura di Mariacristina Ferraioli (2014); Un’opera per il Castello, Castel Sant’Elmo, Napoli, a cura di Angela Tecce e Claudia Borrelli (2012); Cuprum, Dino Morra Arte Contemporanea, Napoli, a cura di Chiara Pirozzi (2012); Ivy Noise_IN_Sonora VI Muestra de Arte Sonoro e Interactivo, IED, Palazzo Altamira, Madrid (2010); Linfa Sintetica, Rossana Ciocca Arte Contemporanea, Milano (2010). Ha partecipato a numerose collettive, tra le quali: Upokeimenon part II, Acquario Marino di Trieste, a cura di Dolomiti Contemporanee (2013); Upokeimenon (sott’acque), Nuovo spazio espositivo di Casso (Pn), a cura di Dolomiti Contemporanee (2013); Suspension sceneries, Festival Miden, Historic Center, Kalamata, Grecia, (2013); Jeunes pousses d’Italie, CDLA Centre des livres d’artistes, Saint-Yrieix-La-Perche, Francia, (2013); N.i.n.a. nuova immagine napoletana, PAN|Palazzo delle Arti di Napoli, (2012); Transiti, CACT Centro Arte Contemporanea Ticino, Bellinzona, Svizzera (2012); Home_nature– Front of Art, Nervesa della Battaglia (TV) a cura di Katia Baraldi e Laure Keyrouz (2011); Premiata Officina Trevana, Palazzo Lucarini Contemporary, Trevi (PG) a cura di Maurizio Coccia e Matilde Martinetti (2010); Trauma Preview urban connections, Studentski Kulturni Centar, Belgrado Serbia, (2009); Seconda Biennale d’Arte dei Giovani, Accademia di Belle Arti, Bologna (2008). È rappresentata dalla Galleria Dino Morra Arte Contemporanea (Napoli).
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