Molti degli sviluppi tecnologici e scientifici, oggi parte del nostro quotidiano pensare ed agire, sono nati all’interno di laboratori militari, particolarmente attivi in tempi di guerra. Anche la ricerca di Norbert Wiener (Columbia, 1894 – Stoccolma 1964), padre della cibernetica, è nata come frutto del suo ruolo militare nella Seconda Guerra Mondiale, nell’agenzia americana all’epoca diretta da Vannevar Bush.
A Wiener, prima ancora dell’introduzione del termine cibernetica e in occasione di un convegno a Princeton nel 1945 che ne aveva posto le basi, dobbiamo l’entrata in uso di definizioni, quali «feedback», «input» e «output», utilizzati prima nel linguaggio tecnico, specificatamente indirizzato a problematiche ingegneristiche, poi in quello di uso comune. La sua vera rivoluzione è stata quella di far assimilare il concetto indicato dal termine di feed back nella mentalità tecnologica, alla base di ogni evoluzione dell’uomo, della macchina, e della comunicazione tra loro. Questa è la tesi che scandisce il suo primo scritto Cybernetics, or control and communication in the animal and the machine nel 1948; questo è l’inizio di uno studio della macchina che parte da quello dell’uomo, nella sua organizzazione neuronale e muscolare, nel suo funzionamento- appunto – in risposta a sollecitazioni esterne. Questa sua teoria del feed-back per Wiener è stata inizialmente funzionale al suo progetto bellico per lo sviluppo del tiro automatico. Un radar fornisce ad un calcolatore le informazioni sulla posizione dell’aereo da abbattere. Il calcolatore orienta il cannone tenendo conto della proporzione tra la velocità dell’aereo e quella impiegata dal proiettile per raggiungerlo. Il feed back è l’ errore di tiro, funzionale al perfezionamento del tiro successivo, fino a raggiungimento dell’obiettivo. Questa è la premessa di ciò che noi conosciamo come cibernetica e che sappiamo essere – come indicato dal dizionario – la scienza che studia i principi di funzionamento e la realizzazione di macchine che imitano il funzionamento del sistema nervoso e del cervello degli esseri viventi.
I suoi principi sono stati applicati in tutti i campi, dalla neurologia, nell’esplorazione di malattie mentali, all’arte, in esperimenti che utilizzano le telecomunicazioni come quelli realizzati da Roy Ascott, artista multidisciplinare inglese, pioniere nell’aver applicato le teorie cibernetiche in ambito creativo.
Non solo Wiener aveva anticipato principi che, oltre gli scopi bellici contingenti, saranno fondamentali per l’umanità, ma aveva anche capito – e toccato con mano – il pericolo del potere tecnologico e dell’informazione. Dopo la guerra, Wiener si dissocia del tutto dallo Stato e da ogni sentimento bellico, diffidando qualsiasi tipo di finanziamento governativo alla sua ricerca scientifica.
Le sue teorie sono tuttora attuali. Nel 2004 è stato fondato Il Norbert Wiener Center for Harmonic Analysis and Applications, un istituto dedicato all’ingegneria matematica. Il sito online dell’istituto è anche una prolifica risorsa per una bibliografia completa e un indice degli eventi dedicati agli studi di Norbert Wiener.
Immagini
(cover) Norbert Wiener, photo via (1) Norbert Wiener, photo via (2) Gonzalo Torres y Quevedo demonstrates El Ajaedrecista
to Norbert Wiener, Paris Cybernetic Congress 1951 photo via.