La fusione del cielo con l’acqua, rimanda come primo pensiero ad un’immagine romantica, dalle sfumature con i classici toni pastello dell’azzurro, echi di mare e sospensione temporale. Allontanando l’iconografica e rassicurante figurazione di questo poetico panorama, scavando e non rimanendo nella superficiale e rasserenante ricerca di punti di riferimento familiari, scopriamo che fondere i due elementi in un unico «oceano celeste», ci riporta alla traduzione del termine ebraico usato nella Genesi «mabùl»: Diluvio.
L’autorevolezza di questa parola, già di per se carica di drammatica prospettiva, in alcuni passi, viene amplificata ancora di più dalla descrizione dell’acqua che non viene fatta cadere solo dal cielo, ma salire anche dagli abissi.
La visione catastrofica di questo moto sovversivo apre a uno scenario di discussione contemporaneo.
Mai come ora, la natura, che noi crediamo di dominare, ci sta mandando segnali sempre più violenti della propria potenza.
L’artista Stefano Cagol, affronta questo argomento da decenni, indagando soprattutto sugli squilibri del rapporto con la natura, mettendo l’umanità, non come elemento passivo, ma come principale causa effetto degli urgenti messaggi che il pianeta ci invia.
L’uomo è riscaldamento globale. L’uomo è cambio climatico. L’uomo è diluvio.
Ed è quest’ultimo, il Diluvio Universale il protagonista di «THE TIME OF THE FLOOD. Beyond the myth through climate change» il nuovo progetto di Cagol, dove arte,scienze e mito sono coinvolti nei temi globali affrontati.
L’artista con questo nuovo lavoro è stato il vincitore del bando dell’ITALIAN COUNCIL 2019, programma di promozione di arte contemporanea italiana nel mondo, alla sua sesta edizione, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali italiano, e grazie anche alla collaborazione con la Momentum di Berlino e con la Fondazione Italia – Israele per la cultura e le Arti, partner e sostenitori, con la cura di Giorgia Calò e Rachel Rits-Volloch.
THE TIME OF THE FLOOD è un progetto multiforme che toccherà diverse città, la prima tappa è stata Berlino, seguiranno Roma, Gerusalemme, Tel Aviv e Venezia.
E proprio nella Capitale Tedesca il 5 febbraio, all’Istituto Italiano di Cultura, Cagol e le curatrici hanno presentato l’opera itinerante.
Dalle parole di Giorgia Calò (curatrice di arte contemporanea e consigliere della Fondazione per il Museo ebraico di Roma), si evince il perfetto connubio che nasce dalla ricerca dell’artista, con argomenti legati alle Sacre Scritture e alla scienza , analizzando teorie passate a pratiche contemporanee.
Artista e curatrice indagano, andando oltre la definizione di Diluvio, conferendo all’acqua il ruolo principe, con il suo moto perpetuo di fine e rinascita, dove al centro di questa dicotomia è costante la presenza umana; e l’uomo, eletto dal Signore (come indicato nelle Sacre Scritture) è chiamato a svolgere azioni straordinarie.
Tutto questo ci riporta al nodo principale del lavoro di Cagol, dove il temibile spettro del Diluvio Universale, che racchiude la potenza di Dio e la natura, è strettamente collegato alla potenza/prepotenza dell’uomo che tende a sovrastare gli elementi a lui superiori.
Video, foto, performance e interventi negli spazi pubblici, sono il veicolo in cui i fruitori potranno riconoscere la storia di cui tutti facciamo parte, ritrovando e riscoprendo la fragilità che rappresentiamo al cospetto di qualcosa di immensamente più grande di noi.
Con queste premesse, non possiamo che attendere con curiosità e attenzione la prossima tappa a Roma, sicuri che la città eterna sarà terreno fertile per il lavoro in progress di Stefano Cagol.
immagini (cover 1) Stefano Cagol, «Antagonismus (The Time of the Flood)», Berlino, 2020. #Italiancouncil 2019 (2) Stefano Cagol, «The Time of the Flood», IIC Berlin. photo by Ana M. Arias Valdivia (3-4) Stefano Cagol, «Just Before (The Time of the Flood)», Berlino, 2020. #Italiancouncil 2019 (5) Stefano Cagol, «Fathom (The Time of the Flood)»,Berlino, 2020. #Italiancouncil 2019