I veleni abbracceranno la Terra come un focoso amante.
E nel mortale abbraccio, i cieli avranno l’alito della morte e le fonti non daranno più che acque amare e molte di queste acque saranno più tossiche del sangue marcio del serpente.
Gli uomini moriranno di acqua e di aria, ma si dirà che sono morti di cuore e di reni
Profezia di Rasputin (XIX secolo)
Fino al 12 Marzo presso The Gallery Apart sarà possibile visitare «In And Against The War On Terra», la seconda personale romana dell’artista austriaco Oliver Ressler. La mostra approfondisce le questioni climatiche legate all’inquinamento ambientale e al capitalismo fossile, divenendo una chiara riflessione sull’antropocene e il «climate change» e su ciò che è possibile fare concretamente per tutelare la salute del pianeta. Il lavoro di Oliver Ressler viaggia sul confine sottile che esiste tra attivismo politico e performance art e nasce da un passato dell’artista come documentarista.
Il nucleo principale della mostra ruota attorno all’installazione video a 6 canali intitolata Everything’s coming together while everything’s falling apart che riprende i momenti della battaglia alla giustizia climatica e la lotta degli attivisti contro il sistema capitalistico nel quale le questioni etiche sono schiacciate dagli interessi economici. Tra i video della serie è presente il film su Code Rood nel quale gli attivisti hanno bloccato il porto di Amsterdam a causa della consistente movimentazione di carbone.
L’opera video è girata in presa diretta dall’artista che ha contribuito in tal modo a partecipare a queste rivolte di massa; è presente un forte senso estetico, paesaggi meravigliosi si alternano a scenari industriali esaltati dalle tute bianche anticontaminazioni chimiche indossate dagli attivisti; inoltre l’artista ha scelto di sottotitolare le scene in italiano per far arrivare allo spettatore il messaggio in maniera più comprensibile possibile.
Nella parete di fronte al monitor troviamo quattro fotografie della serie «How Is the Air Up There?» che ripercorrono i momenti dell’occupazione del bosco tedesco di Hambach in cui gli attivisti si sono insediati sugli alberi costruendo case per evitare il disboscamento pianificato dall’azienda elettrica RWE che vorrebbe raderlo al suolo per ricavarne lignite. Una delle quattro opere fotografiche documenta un atteggiamento tipico di queste proteste in cui si finisce per insultare, infatti su uno stendardo appeso ad un albero gli ambientalisti hanno scritto «FUCK RWE».
Tra le altre stampe presenti in mostra troviamo Red Line Against Fossil Capitalism, si tratta di uno still-frame tratto dal video su Code Rood; e poi ancora le opere Every round-trip ticket on flights from New York to London costs the Arctic three more square meters of ice e Arctic permafrost is less permanent than its name suggests le quali riportano delle scritte grafiche in 3D che nel primo caso si inseriscono all’interno del permafrost che si sta degradando e nel secondo caso ricordano il fenomeno del suolo poligonale causato dal criosollevamento, un effetto che provoca il rigonfiamento di terreni umidi come conseguenza del gelo-disgelo. In particolare questi ultimi due lavori si rivelano essere delle profonde e veritiere riflessioni ma anche dei paradossi, letteralmente «Arctic permafrost is less permanent than its name suggests», che significa, infatti: « il permafrost artico è meno permanente di quanto suggerisce il nome».
Passando al piano inferiore, nel basement della Apart è presente una grande videoproiezione dell’occupazione del red carpet del Venezia Film Festival da parte di 200 attivisti che si sono battuti per il riscaldamento globale.
La parola e l’immagine in questa personale si mostrano dunque i veicoli più immediati che l’artista utilizza per interporsi tra la società e la battaglia ambientale.
Sono storie reali quelle che riporta Ressler nelle sue opere, documentari di storia e avvertimenti. Le fotografie e i video sono evidenti scosse alla coscienza di chi vede il riscaldamento globale come un problema da lasciare alle future generazioni dimenticando però che le stesse saranno formate dai propri figli e dai propri nipoti.
Oliver Ressler, In and Against the War on Terra, The Gallery Apart, Roma, 08.01 – 12.03.2021
immagini: (cover 1 ) Oliver Ressler, «Artic permafrost is less permanent than its name suggests», 2019, stampa digitale, cm 82×104 (framed), Edition 5+1 AP, courtesy l’Artista e The Gallery Apart Roma, foto: Giorgio Benni (2) Oliver Ressler, «In and Against the War on Terra», 2021, installation view at The Gallery Apart (ground floor), courtesy l’Artista e The Gallery Apart Roma, foto: Giorgio Benni (3) Oliver Ressler, «Every round-trip ticket on flights from New York to London costs the Artic three more square meters of ice», 2019, stampa digitale, cm 75×104 (incorniciata), Edition 5+1 AP, courtesy l’Artista e The Gallery Apart Roma, foto: Giorgio Benni (4) Oliver Ressler, «How is the Air up there?», 2018, stampa digitale, cm 64,5 x 89 (incorniciata), Edition 5+1 AP, courtesy l’Artista e The Gallery Apart Roma, foto: Giorgio Benni (5) Oliver Ressler, Red Line Against Fossil Capitalism, 2017/2019, stampa digitale, cm 102 x 76,5 (framed), Edition 5+1 AP, courtesy l’Artista e The Gallery Apart Roma, foto: Giorgio Benni (6) Oliver Ressler, «In and Against the War on Terra», 2021, installation view a The Gallery Apart (basement), courtesy l’Artista e The Gallery Apart Roma, foto: Giorgio Benni.