Il progetto ONE BY ONE, che vede Filippo Berta (1977) impegnato da alcuni anni sulle forme di confine e dualismi, è visibile fino al 29 ottobre alla Nomas Foundation di Roma. La mostra personale, a cura di Giorgia Calò e Francesca Ceccherini, racconta la ricerca artistica di Berta sul tema del muro, come elemento divisivo, contrario all’unione tra popoli e culture. L’artista bergamasco intraprende l’indagine – a trent’anni dalla caduta del muro di Berlino – sulla dimensione di confinamento subita da comunità contemporanee in diversi territori del mondo, iniziando proprio dai muri costruiti nei Balcani per bloccare i flussi migratori.
La costruzione di strutture di separazione, per la gestione del potere in una condizione geopolitica globale, porta a conseguenze connesse alla privazione della libertà; nel cambiamento delle naturali percezioni di ciò che è vicino ma interrotto da limiti fisici o invisibili. L’inserimento dei muri da parte degli Stati forza e manovra la dimensione del rapporto fra popoli vicini, gravando sul contesto quotidiano.
Il progetto (vincitore della V edizione dell’Italian Council, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura) ha portato l’artista a viaggiare e conoscere luoghi e persone in cui i muri sono elementi integranti dei territori, e stranianti per le popolazioni coinvolte. Per ONE BY ONE attraversa l’Europa orientale in Ungheria, Serbia, Slovenia, Croazia, Turchia, Macedonia del Nord, Grecia e Bulgaria; l’America tra Stati Uniti e Messico e in Asia nella Corea del Sud. Filippo Berta lavora sulle frontiere in accordo con associazioni e collettivi, chiedendo direttamente la partecipazione degli abitanti vicini a quelle barriere. I muri a volte rappresentano per loro solo un racconto, vista l’impossibilità di raggiungerli perché vigilati e impediti nel passaggio.
Con l’interrogativo di come l’arte possa dare voce a queste complessità, attraverso la costruzione di un racconto in azione performativa, Filippo Berta si muove da qualche anno nella sua ricerca per riprese video e fotografiche. Partendo dallo stimolo della condizione collettiva di chi è costretto all’interno di confini, passando per le esperienze soggettive che divengono rappresentative dei limiti della libertà. Il progetto è realizzato attraverso un lungo lavoro di costruzione di rapporti e di riprese video, di tappe che sono state rese possibili grazie agli abitanti di quei luoghi, partecipando e contribuendo a questo racconto universale. Come in un esercizio di preghiera su un rosario laico, le persone contano nella loro lingua, una ad una, le spine dei lunghi fili spinati.
In mostra troviamo la parte di documentazione fotografica e delle mappe dei confini percorsi e oltrepassati, una scultura della forma dell’infinito composta dalle punte del filo spinato e una video installazione multicanale. Nel cuore dello spazio espositivo della Fondazione Nomas i video sono in successione ininterrotta costruendo una traccia visiva e sonora fluida, con voci indistinte nel complesso ma percepibili separatamente. Se ci si avvicina ad ognuno dei singoli video si possono riconoscere le lingue di coloro che abitano quei territori e che si confrontano per la prima volta, in modo del tutto diverso, con quei limiti di filo spinato. Donne, uomini, giovani ed anziani, contano nel loro idioma seguendo con il dito ogni singola punta. Il filo spinato è la traccia che fa seguire il flusso continuo, visivo e sonoro, di vite e processi, in una operazione che può sembrare infinita.
Filippo Berta. One by one, a cura di Giorgia Calò e Francesca Ceccherini, Fondazione Nomas, fino al 29 ottobre, 2021
immagini: (cover 1) Filippo Berta, «One by One», 2021, 4K Video 2160p, Video-Still, Confine tra Croazia e Slovenia (2) Filippo Berta, «One by One», 2021, 24 fotografie (54×35 cm), serie, stampa fotografica su alluminio, Installazione a muro 350×155 cm, Realizzata grazie al sostegno di Italian Council, 2019 (3) Filippo Berta, «One by One», 2021, 4K Video 2160p, Video-Still, Confine tra Croazia e Serbia (4) Filippo Berta, «No end», 2021 Scultura, filo spinato tipo concertina, spine saldate 200×75 cm Realizzata grazie al sostegno di Italian Council, 2019 (5) Filippo Berta. «One by one», exhibition view, Fondazione Nomas, Roma