Mentre la fotografia riceve sempre più interesse da parte di una società sempre più affascinata dal potere delle immagini, in parallelo anche gli autori del mondo della fotografia ricevono crescente attenzione da parte delle istituzioni culturali e delle fondazioni. Nello specifico, le autrici donne, spesso in passato messe in ombra dai colleghi uomini, di giorno in giorno guadagnano ulteriore riconoscimento grazie ad un nuovo tipo di sforzo, che consiste nel diffondere e mantenere vivi i lasciti femminili al fine di educare presenti e prossime generazioni all’Arte ideata da donne.
Tra le anime, provviste di talento e di coraggio, con cui la storia ci ha fornito, occorre ricordare il nome di Mary Ellen Mark, una fotografa americana con un occhio ed una sensibilità tali da essere attualmente celebrati presso la Fondazione Foto Colectania di Barcellona, in una mostra che si sposterà prima a Lenzburg e poi a Parigi.
Una delle caratteristiche più encomiabili della sua carriera è il fatto che abbia gettato luce su numerose «Vite di Donne», la sincera bellezza delle quali è stata attentamente catturata nella vita quotidiana, vite che sono state tutto meno che ricche di glamour e stilizzate. Mary Ellen Mark ha scattato instantanee incredibili e dense di significato per lo più mentre stava lavorando per celebri magazine made in USA, che la incaricavano di fare foto documentaristiche in loco. Spesso il suo obiettivo si è diretto verso i meno fortunati, e il suo modo profondamente umano di ritrarli ci ha regalato incredibili immagini piene di compassione ed empatia, oltre alla loro bellezza estetica intrinseca.
Invece di rubare le anime di coloro che ritraeva con il suo obiettivo, era capace di creare una immediata connessione con chiunque, e grazie a questo dono restava anche in contatto attraverso gl’anni con molti di coloro i quali aveva incontrato durante i suoi viaggi di lavoro.
In un momento in cui il ruolo della donna sta essendo ridiscusso sotto nuove prospettive, le modelle apparse nelle foto di Mary Ellen Mark sembrano quasi moderne eroine, che appartengono a differenti mondi e classi sociali, e con una innata forza e fame di vita.
Il punto di vista sulle cose di Mary Ellen Mark era fondamentalmente quello di un umanista, che come tale ha avuto un approccio all’esistenza e alle persone che si è dimostrato completamente generoso ed autentico. Durante gl’anni della sua carriera ha esplorato numerose e spesso difficili situazioni di vita dove il suo essere donna l’ha aiutata ad avvicinarsi inosservata, senza mai rappresentare una minaccia o un ostacolo, mescolandosi invece, e seguendo il flusso degli eventi di cui era testimone al tempo. Tutte le foto che ha prodotto, da quelle fatte in un istituto mentale per sole donne, alle lavoratrici del sesso di Mumbai, hanno un comune denominatore: il profondo amore e la profonda compresione della condizione umana, anche quando ritratta nei suoi toni più miseri.
Mary Ellen Mark ha dato voce a donne che spesso non avevano voce in capitolo nella loro stessa vita, la bellezza delle quali era relativa puramente al mondo del reale, senza trucchi o compromessi, con storie terribilmente tristi, come per esempio quell di Tiny (una prostituta di 13 anni che Mary Ellen Mark aveva incontrato a Seattle), o inspiratrici ed elevanti (come ad esempio, letteralmente, Madre Teresa).
Curata da Ann Morin, la mostra è una splendida opportunità per conoscere un autrice dallo spirito soave e di godere di immagini che contribuiscono a cambiare la nostra percezione della vita esattamente come la grande Arte tende a fare.
Mary Ellen Mark. The Life of Women, a cura di Anna Morin, Fundación Foto Colectania, Barcellona, 18.03 – 31.07.2021
immagini: (cover 1) Mary Ellen Mark, «Laurie en la banera», Pabellon 81_1976 (2) Mary Ellen Mark, «Amanda y su prima Amy», 1990 (3) Mary Ellen Mark, «Hipopotamo e interprete», 1989 (4) Mary Ellen Mark, «Campamento gitano», 1987 (5) Mary Ellen Mark, «Nina saltando un muro», 1967