Il PAV Parco Arte Vivente è un luogo consacrato alla terra, alla natura che nasce e germoglia in una ex zona industriale di Torino e sigillato nella visione tecno-ecologica di Piero Gilardi, artista poliedrico attivo tra arte ecologica e tecnologia che lo ha fondato. Da questa visione tecno-ecologica nasce Pando, un progetto collettivo di produzione ed esposizione di pratiche artistiche nello spazio digitale. Pubblicate serialmente, con cadenza non necessariamente regolare, le ricerche di Marina Cavadini, Gaetano Cunsolo, Edoardo Manzoni, Isabella Mongelli, Isamit Morales, Valentina Roselli, Stefano Serretta, The Cool Couple e Natália Trejbalova ci accompagneranno fino ad autunno inoltrato.
«Nel corso degli ultimi mesi il sistema dell’arte si è speso nella sperimentazione di spazi di produzione e diffusione di cultura in cui il rapporto con il pubblico si risolve nella distanza, una sorta di spontaneo e concentrato processo istituente per un nuovo rapporto con il digitale. È stata una delle sfide – non la più gravosa – che il nostro settore ha dovuto affrontare in relazione alle urgenze poste dalla situazione corrente.
L’idea del progetto Pando nasce alcuni mesi fa, in dialogo con giovani artisti che in passato avevano già collaborato con il PAV Parco Arte Vivente. Alla base, non vi è l’intenzione di traslare in un contesto virtuale lavori pensati per svilupparsi nello spazio fisico, ma, al contrario, di sviluppare una ricerca o declinare nuovi aspetti di una ricerca già esistente giocando con quei particolari formati che siamo abituati a fruire online – podcast, gif, brevi video che strizzano l’occhio ai codici e alle tendenze di YouTube, pdf scaricabili e molte altre rielaborazioni dei topói della quotidianità digitale. Pando non vuole essere un’alternativa alla frequentazione dello spazio fisico del PAV (che, anzi, ha da poco riaperto i cancelli del parco!) ma un percorso espositivo virtuale in itinere a sé stante.
Le tematiche sono varie e sono rivolte a ripensare l’ambiente e «rimandano alla domanda alla base di Teatrum Botanicum: partendo dall’idea che il concetto di «ambiente» poco si presta ad esaurirsi in una definizione univoca (la generica accezione dell’ambiente come ciò che sta attorno a un dato elemento si può declinare in molteplici campi, dalla biologia alla fisica, dall’ecologia all’informatica), in che modo ci si può relazionare ad esso? »
Così i lavori e i vari formati rifletteranno sugli spazi che abitiamo, sul rapporto con l’ambiente e sulle ecologie digitali. Pando, dal latino «estendersi» è adottato dal botanico Michael C. Grant e da un gruppo di studiosi dell’Università del Colorado per battezzare un bosco negli Stati Uniti d’America, costituito da un unico genet maschile di pioppo tremulo americano, ispirandosi all’idea di unità di organismo in crescita. Ora il pando rivive nell’idea di un unico organismo in continua crescita.
PANDO
Artists: Marina Cavadini, Gaetano Cunsolo, Edoardo Manzoni, Isabella Mongelli, Isamit Morales,
Valentina Roselli, Stefano Serretta, The Cool Couple e Natália Trejbalova