La storia dell’arte è da intendere “come un meraviglioso film critico,
senza principio né fine, eppure perfettamente escatologico”.
Pier Paolo Pasolini
In un allestimento pensato come una sequenza di immagini, propria della storia dell’arte quanto del montaggio cinematografico, gli oggetti del passato sembrano sopravvivere al tempo e persistere nell’immaginario contemporaneo. Un assemblage visivo fatto di opere pittoriche, fotografie, riproduzioni, fotogrammi tratti da film, libri e riferimenti testuali a dimostrare, come scriveva Pasolini, “la violenza di una resistenza”, quella delle immagini.
Alle Gallerie Nazionali di Arte Antica, in occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975), è in corso fino al 12 febbraio la mostra Pier Paolo Pasolini. TUTTO È SANTO – Il corpo veggente, a cura di Michele Di Monte. La mostra è realizzata all’interno del progetto espositivo Pier Paolo Pasolini. TUTTO È SANTO che vede le Gallerie Nazionali di Arte Antica, l’Azienda Speciale Palaexpo di Roma e il MAXXI analizzare il tema della corporeità secondo tre direttrici autonome e complementari.
Il corpo era, per Pasolini, luogo di resistenza, come le immagini. Le immagini de “La maniera italiana”, testo critico di Giuliano Briganti che il regista usava come riferimento per i suoi tableaux vivants ne “La ricotta”, come rimando esplicito alla plasticità corporea di Pontormo. Un immaginario visivo alimentato dalle lezioni di storia dell’arte di Roberto Longhi, che un giovane Pasolini studente seguiva, nel 1940, all’Università di Bologna.
Il corpo è popolare, è dolorante, è passionale, scandaloso. “Il corpo: ecco una terra non ancora colonizzata dal potere” scriveva Pasolini (in Saggi sulla politica e sulla società).
Il corpo è quello delle periferie del secondo dopoguerra, delle borgate romane che nel 1957 contavano, secondo un’inchiesta del Comune di Roma, più di tredicimila alloggi precari, baracche e ruderi. Come le fotografie di Franco Pinna e le sue ricerche antropologiche ed etnologiche, Pasolini raccontava le storie di quegli emarginati, di chi in quegli alloggi e in quelle grotte abitava. Un racconto che prendeva in prestito alla pittura di genere la rappresentazione della grettezza, e alla pittura medioevale il racconto patetico del dolore e del cordoglio.
Alle pareti le fotografie dei set dei film di Pasolini, da “Accattone” a “La ricotta”, da “Medea” a “Il Vangelo secondo Matteo”, insieme alle inchieste di Ernesto di Martino, ai fotogrammi di Cecilia Mangini, fino ai ritratti caravaggeschi e alle pietà doloranti.
È una mostra dal forte carattere didattico, un dialogo a più voci, un rimando continuo tra passato e presente. È una narrazione cinematografica, letteraria e pittorica allo stesso tempo, che usa lo strumento del flashback per confermare la lezione di Aby Warburg sulla persistenza delle immagini nella storia umana.
Pier Paolo Pasolini. TUTTO È SANTO – Il corpo veggente, a cura di Michele Di Monte
Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini, Roma, 28.10.2022 – 12.02.2023
La mostra è parte di un progetto dedicato a Pier Paolo Pasolini, coordinato e condiviso tra Gallerie Nazionali di Arte Antica, Azienda Speciale Palaexpo di Roma e il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo.
immagini (tutte): Pier Paolo Pasolini. TUTTO È SANTO – Il corpo veggente, panoramica installazione, Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini, Roma, 28.10.2022 – 12.02.2023