Palazzo Cipolla, fino al 30 gennaio, ospita la prima monografica italiana di Quayola. Le opere esposte, realizzate tra il 2007 e il 2021, ci restituiscono una panoramica del processo creativo dell’artista, passaggi temporali, futuri anticipati e passati ricostruiti. Il progetto espositivo si sviluppa in tre aree tematiche: iconografia classica, sculture non finite, e tradizione della pittura di paesaggio.
Utilizzando sistemi di robotica, Intelligenza Artificiale (AI) e software generativi, Quayola trasforma la tecnologia computazionale in una nuova tavolozza: dipinti rinascimentali e del barocco sono trasformati in complesse composizioni digitali attraverso metodi computazionali, e sculture ispirate alla tecnica michelangiolesca del non-finito sono scolpite mediante mezzi robotici. Seguono rappresentazioni della natura, prodotto di un’arte generativa che evidenzia l’affascinante – benché paradossale – somiglianza tra il mondo naturale e quello digitale.
Nonostante il cambio di medium espressivo, lungo il percorso espositivo emerge il carattere comune della ricerca artistica che ha caratterizzato il passato e che continua nel presente: una reinterpretazione del «classico» messo a confronto con le grandi opere dei Maestri riprodotte su «cartelli pedagogici» non solo per facilitare la visita degli spettatori, ma allo stesso tempo per fare da guida nell’esplorazione e nella comprensione del «codice Quayola».
Il dialogo sempre presente nel lavoro di Quayola con i grandi maestri dell’arte classica, come Raffaello, Botticelli, Rubens, Bernini, radica le sperimentazioni con la tecnologia nella tradizione. In una simile cornice, come quella dello storico Palazzo Cipolla e di una programmazione ‘classica’ diventa una carta importante nelle intenzioni del Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale di «avvicinare i puristi della tradizione ai nuovi codici espressivi derivanti dalle tecnologie più attuali, le quali, lungi dall’essere asettiche e ‘disumanizzate’, si mettono al servizio dell’atto creativo in tutte le sue forme, offrendo all’artista ed ai suoi fruitori nuovi strumenti per esplorare l’ineffabile mistero del fare arte».
Presenti in mostra le sue sculture robotiche con la realizzazione di un corpo scultoreo realizzato con il supporto di un sistema robotico AI ispirato a Bernini, ma anche i suoi paesaggi algoritmici. Le sue serie botaniche come Jardins d’été esplorano parallelismi tra vita organica e algoritmica. Su un ventaglio di tecniche, stampe sculture e video si sperimentano passaggi e paradossi tra materiale e immateriale e sue reciproche incarnazioni.
La mostra è accompagnata da un catalogo monografico suddiviso in tre aree tematiche: iconografia classica, sculture non finite e pittura di paesaggio. Sviluppato come affascinante viaggio per immagini e percorso visivo inedito, il volume riunisce i testi di Adriano Aymonino, Valentino Catricalà, Attilia Fattori Franchini, Lucia Longhi, Jérôme Neutres, Federica Patti, Camilla Pietrabissa, Domenico Quaranta, Daniel Rourke e Nadim Samman.
(estratto dal comunicato stampa)
QUAYOLA, «Re-coding», Palazzo Cipolla, 2021, a cura di Valentino Catricalà e Nadim Samman (catalogo Skira)
immagini: (cover 1) Quayola, «Remains: Vall e de Joux», 2018, serie di di stampe a getto d’inchiostro, foto: Alessandro Benvenuti (2-3-4-5) QUAYOLA, «Re-coding», Palazzo Cipolla, 2021, foto: Alessandro Benvenuti (6) Quayola, «Jardins d’été», 2017 Serie di video 4K, foto: Alessandro Benvenuti