Sei professioniste del mondo l’arte, un team che Maria Letizia Paiato definisce “un gruppo di amiche che oggi si confrontano”: una tavola rotonda per discutere di questioni ambientali e sociali e di quanto e come il mondo dell’arte è chiamato in causa.
Sabato 3 dicembre presso lo Spazio Matta di Pescara è stato presentato un focus su “Hub Aterno: di pietre e di acque”, lavoro di Laura Viale quale esito della residenza d’artista curata da Marcella Russo, (ideatrice e curatrice della sezione Matta Arte Contemporanea), nell’ambito del progetto Matta#Texture, vincitore del bando Creative Living Lab, promosso dal Ministero della Cultura.
La narrazione del lavoro prodotto durante la residenza con le riflessioni della curatrice e dell’artista e la proiezione del relativo docu-video, diventano momento di discussione sui temi legati all’ambiente, alla tutela dei territori e al coinvolgimento di chi quei territori li abita.
Il lavoro di Laura Viale, definito dall’artista Piero Girardi “una forma di ibridazione con la natura”, nasce dalla volontà di rilevare gli spazi, ormai antropizzati, del lungo fiume Aterno-Pescara, attraverso un’azione collettiva. Il frottage, quale tecnica di rilievo, restituisce la superficie naturale delle pietre attraverso il segno della grafite sul foglio lucido, gesto che è soggettivo e sempre diverso.
Il frottage è uno strumento di registrazione e di produzione di una traccia, così come la luce sulla pellicola fotografica, racconta Francesca Comisso, storica dell’arte e curatrice. Un tipo di trascrizione che non è nuova all’artista torinese, che nella sua attività usa rapportarsi fisicamente alla natura e coinvolgere in questo lavoro tattile, piuttosto che visivo, la collettività.
A parlare di collettività e di coinvolgimento pubblico è, anche, Caterina Riva, curatrice e attuale direttrice del MACTE, Museo di Arte Contemporanea di Termoli, attraverso il racconto del lavoro dell’artista Nico Angiuli. Oltre alle opere del prestigioso Premio Termoli, in collezione al museo anche un’opera frutto di un processo condiviso con la comunità cittadina, un’opera d’arte collettiva per trasmettere al pubblico il senso di appartenenza al museo.
Infatti appare necessaria, anche secondo Maria Letizia Paiato, storica e critica dell’arte, un’intensa azione di mediazione e comunicazione, che coinvolga le professionalità diverse del mondo dell’arte, per avvicinare la collettività ai linguaggi e ai prodotti dell’arte contemporanea. E l’arte pubblica procede in questa direzione, una forma d’arte che “mette in relazione le persone con le persone, i luoghi con i luoghi”.
Infine, il contributo di Valeria Ribaldi, curatrice indipendente, che di territori e di fragilità si occupa nel magazine IRÆ, per dimostrare che il tema della sostenibilità ambientale possa essere affrontato anche in chiave estetica.
E l’opera permanente di Laura Viale Particolari (d’après l’Aterno), installata presso lo Spazio Matta, riassume bene il senso della circolarità di un sistema sostenibile: un’opera che parte dalla natura e torna alla natura, dalla pietra alla pietra, passando per un segno ora manuale ora digitale.
Guarda anche: Alessandra Gabriele, Hub Aterno: di pietre e di acqua, Arshake, 05.10.2022