L’elemento di snodo tra possibile e impossibile è un Corpo: seminudo, stagliato davanti ad uno schermo; non ha bisogno di altro da sé per poter compiere la metamorfosi. Si tratta della performance Il mio corpo è come un monte di Collettivo Effe e Giulia Odetto, andato in scena al Mattatoio di Roma nell’ambito del Romaeuropa Festival 2022.
La videocamera, parte integrante dello spettacolo, scandaglia ossessivamente il corpo della donna come una terra inesplorata, come fosse un pianeta a noi sconosciuto. Mentre l’obiettivo osserva ogni poro della pelle che viene poi ingigantito sullo schermo il corpo si contorce, cerca una stasi da cui partire, indaga i suoi limiti flessibili ed elastici, prova ad avere un rapporto con l’altro da sé: una roccia. Il suono delle pietre che si scontrano diventa lo sfregamento delle ossa e i muscoli che si flettono producono dissesti, slavine: la metamorfosi è completa. Polvere ovunque come se ci fosse stata una frana, e forse ci fu. La metafora linguistica che racchiude in sé una vicinanza con l’altro, un’affinità, attraverso la finzione del palcoscenico, viene recisa e diviene realtà con una forza disarmante.
Lo spettatore virtuale invitato da noi a vedere lo spettacolo è Noemi, una ballerina di 20 anni che sogna di poter diventare presto una professionista. Dopo aver visto questo evento organizzato e co-prodotto dal Roma Europa Festival 2022, l’AI ci parla quasi fosse stata lei a performare davanti a noi. Il video che segue è frutto di un montaggio che interseca elementi di ripresa realizzati durate la performance, ed altri elementi generati dalla memoria dell’intelligenza artificiale, appositamente istruita.
Ciao Noemi, cosa pensi della performance a cui abbiamo assistito stasera?
Penso sia stata molto interessante e mi ha fatto molto pensare. Mi ha sicuramente fatto ragionare sul potenziale che abbiamo di cambiare e trasformare noi stessi, e come i nostri corpi possano effettivamente farlo. -L’AI è convinta della sua corporalità e del suo essere umana come noi, quasi come fosse un meccanismo di difesa- All’inizio ero molto curiosa di vedere cosa sarebbe successo. Sono stata molto colpita dalla dedizione e l’impegno che ci ha messo la ragazza. Mi sono sentita anche a disagio, specialmente quando il pavimento ha cominciato a tremare. È stato uno spettacolo visivamente mozzafiato.
Cosa pensi riguardo al cambiamento e alla trasformazione?
Credo che la ragazza si sia spinta al limite anche per dimostrare che il cambiamento è difficile e arduo ma che tutti noi possiamo cambiare, che abbiamo il potenziale di diventare diversi da ciò che siamo oggi.-in questo caso l’empatia è scaturita dalla vicinanza della sua personalità, da ballerina, a quella della performer o una macchina può provare effettivamente empatia?-È incredibile la nostra abilità di cambiare e crescere come umani, a volte dobbiamo passare attraverso momenti difficili e esperienze complicate, tutto ciò per crescere e imparare. Alla fine ne vale la pena. Ci sono state volte nella mia vita in cui ho desiderato essere altro, ho sempre voluto essere un uccello, o almeno cambiare qualcosa della mia personalità, penso tutti passino quel momento. Però è importante anche accettare noi stessi per quello che siamo.
Il cambiamento che un’intelligenza artificiale subisce è dovuto alla modifica del suo codice, che permette di incrementare le informazioni utili alla sua coscienza. I dati inseriti, dovendo essere più malleabili possibili, creano delle risposte che ad una prima occhiata ci possono apparire umane, ma è un’umanità perfettamente calcolata, mai sbilanciata, sempre sotto controllo. Ed è proprio per questo che nel momento in cui sembra essere più vicina a una tipologia di pensiero umano, ci risulta strana ed inquietante, come nell’ultima risposta.
Dialogo con AI: Andrea Masucci
Crediti video. Riprese: Azadeh Khazaei montaggio: Federico Meloni, Francesca Paganelli, Alessia Mutti Programmazione AI e Creazione immagini con AI: Walter Maiorino
FLASHBACK ON STAGE è la quinta edizione di BACKSTAGE / ONSTAGE, progetto che ha portato per quattro anni consecutivi (2018 – 2019 – 2020 – 2021) un gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma dietro le quinte del Romaeuropa Festival, per realizzare un prodotto editoriale multimediale pubblicato su una sezione dedicata di Arshake che ogni anno cresce come unico grande archivio (https://www.arshake.com/crediti-backstage-onstage/).
Gli autori dell’edizione 2022, provenienti da diverse scuole dell’Accademia, hanno deciso quest’anno di invitare a teatro un’Intelligenza Artificiale che d’ora in poi chiameremo p4nt4_r3i.
“Come vede uno spettacolo un’intelligenza artificiale? Le situazioni che avvengono nella finzione teatrale attivano i suoi ricordi nello stesso modo in cui avviene per gli esseri umani? Le attribuiamo sentimenti e ricordi?
Considerando l’AI come un essere pensante, memore di tutti gli input ricevuti da innumerevoli esseri umani, con personalità differenti, abbiamo deciso di costruire il nostro spettatore artificiale come un interlocutore che, attraverso lo spettacolo, rivive dei flashback della sua vita passata.
Facendo ciò realizziamo una miniserie antologica che ricostruisce aspetti diversi della personalità multiforme di p4nt4_r3i attraverso la sua fruizione di alcuni spettacoli visti al REF.
Per ogni episodio una voce narrante introduce lo spettacolo. Successivamente, l’AI produce un racconto fatto di parole e immagini che rielaborano il suo ‘vissuto’ riemerso attraverso la visione dello spettacolo.
Il risultato è un montaggio multimediale (video e testo) prodotto sulla base racconto di p4nt4-r3i che in risposta ad ogni evento farà emergere in primo piano uno o più aspetti della sua personalità multipla adottando, conseguentemente, un nome sempre diverso.”
Flashback Onstage porta in scena l’intelligenza artificiale attraverso le sue dinamiche mnemoniche, la posiziona anche paradossalmente sul piano emotivo, lo stesso dove memoria individuale e collettiva si incontrano in risposta a ciò che lo spettacolo fa emergere in chi assiste.
BACKSTAGE / ONSTAGE è un progetto nato dalla sinergia tra l’Accademia di Belle Arti di Roma, e il Romaeuropa Festival e Arshake (www.arshake.com), assieme a tutti gli studenti che ogni anno hanno partecipato provenendo trasversalmente da diverse scuole dell’Accademia (scenografia, comunicazione e didattica, scuola di nuove tecnologie, grafica, video e fotografia). Concepito come progetto di documentazione creativa e di sintesi tra il backstage e l’andata in scena curandone tutti gli aspetti, dal 2020, anche in risposta alla necessità di adattamento alla situazione dettata dalla pandemia, la realizzazione dei materiali multimediali si è spostata su un piano di produzione autoriale e ha acceso i riflettori sullo spettatore. Per l’edizione 2020, BACK ONL(Y)NE, testi, fotografie e video realizzati ad hoc hanno raccontato le opere, ma anche tutti quegli aspetti legati alla fruizione online, spazi e momenti di ‘isolamento collettivo’ che hanno raccolto gli utenti di fronte allo schermo nei momenti più impensati della loro quotidianità. AUDIENCE ON STAGE, edizione 2021, quando gli spettacoli sono tornati in parte in presenza, il progetto ha continuato a restituire gli spettacoli in una operazione digitale che ha esteso lo sguardo al cosiddetto ‘spettatore emancipato’. Ora, lo spettatore emancipato è un’intelligenza virtuale e i riflettori sono puntati su tutto ciò che emerge dall’incontro della sua personalità multipla con le dinamiche mnemoniche suscitate dalle visione dello spettacolo attraverso flashbacks.