Il Romaeuropa Festival arriva alla sua 35a edizione. Come ogni anno, porta a Roma l’eccellenza delle arti performative di tutto il mondo con approccio trasversale; lo fa adattandosi alla situazione attuale, al tempo della pandemia globale, e non rinuncia a lavorare in presenza e con il territorio collaborando con istituzioni rappresentative di una varietà di realtà e interessi culturali, come Auditorium, Parco della Musica, Teatro Argentina, Teatro India, varie sedi del Mattatoio, MAXXI, Teatro Vascello, Teatro Quarticciolo.
L’annuncio della sua apertura, confermando la direzione artistica di Fabrizio Grifasi, è avvenuto in presenza nel suggestivo giardino di Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia a Roma, dove il Festival ha iniziato il suo percorso 35 anni fa. L’occasione è stata teatro di una conversazione tra il direttore del Goethe Institute e Sasha Waltz che ha aperto il Festival con una performance nella CAVEA dell’Auditorium Parco della Musica, a dieci anni dalla performance che aveva scandito gli spazi fluidi del Museo MAXXI ancora vuoto, prima della sua apertura ufficiale. Da quel momento eventi online e in presenza si sono susseguiti senza sosta. Con Inescapable Tour il compositore Wim Mertens ha festeggiato i suoi quarant’anni di carriera musicale.
Milo Rau ha commosso il pubblico con Familie (coproduzione Ref2020), ultimo capitolo dedicato ai crimini moderni. Robert Henke ha portato in scena computer degli anni Ottanta in una spettacolare operazione audio-video al Teatro Argentina. Non è potuta mancare una sezione online, EXTRACT, con circa settanta eventi da poter fruire gratuitamente in rete.
Come sempre in questi anni, performance, musica e danza, portano al centro le tematiche più attuali e offrono un momento e uno spazio di riflessione particolarmente importante in un momento in cui creatività e libero pensiero sono compressi in un senso di paura e disorientamento. Non a caso, la paura è stato il tema che ha impegnato scrittori come Sandro Veronesi, Edoardo Albinati, Melania Mazzucco, Michela Murgia e Alessandro Piperno in un confronto con il pubblico a Villa Medici.
L’identità femminile con Traces of Antigone della drammaturga Christina Ouzounidis va in scena (13-14 ottobre) con la regia della greca Elli Papakonstantinou, tra palco reale e piattaforma zoom. La fragilità delle relazioni umane danza con la compagnia franco-catalana Baro d’Evel per la prima volta al festival in co-realizzazione con Teatro di Roma (7-10 ottobre), la definizione di confine e il relazionarsi con le difficoltà legate alla migrazione sono trattati da Necropolis e Talos con coreografia e regia del bielorusso di acquisizione israeliana Arkadi Zaides. E ancora, il rapporto tra corpo, ambiente politico e tecnologico è traslato nella danza di Kat Valastur con Rasp Your Soul. Questi sono alcuni dei una grandissima varietà di eventi che si susseguiranno nei vari spazi fino al 15 novembre.
Anche quest’anno, torna Digitalive, format ideato da Federica Patti dedicato alla performance algoritmica e alla cultura digitale, che prosegue un interesse per le arti digitali di cui il Romaeuropa è stato pioniere, attraverso mostre, spettacoli e approfondimenti dedicati. Lorem (a cura di Re:Humanism), Salò, Massimo Pupillo e Stefano Pilia, Quayola, che porterà un visual live al Teatro Argentina, e l’installazione realizzata dagli studenti della Rufa – University of Fine Arts sono gli spettacoli programmati per essere fruiti in presenza.
Una parte del Digitalive sarà online, parte della sezione EXTRACT. Questo ha permesso di sperimentare con il web, ma anche di invitare alcuni artisti che internet lo hanno abitato da anni. La performer digitale LaTurboAvedon si esibirà online con l’artista Myriam Bleau. Mara Oscar Cassiani sperimenta con gli interventi multimediali e la compagnia Shonen costruisce una tavola rotonda attorno al proprio Phoenix, tra Italia e Palestina. Questa sezione in particolare, dove realtà diverse arriveranno ad un pubblico diffuso attraverso la rete, alcune frutto di collaborazione a distanza, saranno di particolare interesse per la sezione BACKSTAGE / ONSTAGE progetto degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma che con Arshake, dal 2018, hanno seguito e documentato i vari progetti in tutte le fasi, dalla preparazione all’andata in scena e che quest’anno accenderanno i riflettori su un altro aspetto tanto attuale quanto invisibile: la fruizione online. Ma ora godiamoci gli spettacoli, negli spazi e online.
Romaeuropa Festival 2020, CONTATTO, Roma, varie sedi e streaming online, 19.09 – 15.11.2020.
Visitate qui il sito per il calendario aggiornato degli eventi, per acquistare i biglietti e per vedere tutti i progetti gratuiti online
Immagini: (cover 1) OHT Filippo Andreatta, «19 luglio 1985. Una tragedia alpina», foto: Monique, Courtesy Centro Santa Chiara Andreatta © OHT (2) Elli Papakostaninou / ODC Ensemble, «Traces of Antigone» (3) Milo Rau, «Familie», 2020, Photo Michiel Devijver (4) Robert Henke, «CBM 8032 AV», 2020 (5) Kat Válastur, «Rasp Your Soul» (6) Quayola, «Transient. Impermanent Painting», 2020 (7) Alexander Withley Dance Company, «Digital body Project», 2020.