Quest’anno il Sónar Festival ha festeggiato i suoi 25 anni nella sua città natale, Barcellona, dimostrandosi sempre al passo con l’attualità e proiettato nella visione del futuro, quest’anno con 150 performance musicali, installazioni e i numerosissimi eventi promossi dalla sezione più giovane Sónar + D. Ha anticipato l’avvio del Festival il lancio di Sónar Calling GJ 273b, progetto pionieristico che combina musica e scienza per comunicare con gli alieni, una ricerca di vita fuori dal raggio Terrestre, in questi anni sempre più pulsante.
Ancora una volta Sónar+D, è entrato dietro le quinte delle performance musicali e del mondo tecnologico per ascoltare e incontrare creatori, artisti, imprenditori, scienziati, code designers. Tutti hanno affrontato tematiche attualmente scottanti, come intelligenza artificiale, realtà virtuale e aumentata, il nuovo Internet riscritto dall’avvento della blockchain, e i big data. Il filmmaker Isaki Lacuesta ha portato in scena un manifesto audio-visivo, per diffondere consapevolezza sulla poca libertà di internet, sul controllo e la sorveglianza che occupano ormai tutti i canali della comunicazione.
Edwin Van der Heide, da sempre interessato alla realizzazione di installazioni ambientali, ha realizzato invece un’installazione spettacolare per gli spazi del Municipio catalano. Chiasm, questo il titolo del progetto, mette al centro la presenza dei visitatori, immersi nell’interazione generativa tra suono, luce e spazio.
La concomitanza e l’interazione reciproca di immagini e suono sono ormai le nuove frontiere del contemporaneo. La scultura si estende ad installazioni performative, come quelle dell’artista olandese.
Questa realtà, ormai consolidata, il Sónar l’aveva anticipata già da tempo. Mentre gli artisti si impegnano sul palco, al Sonar360º, è stato possibile vivere l’esperienza di una visione immersiva.
Se questa tecnologia è già da qualche tempo in uso, si è dimostrato particolarmente interessante il progetto realizzato in collaborazione con Mediapro e nella selezione di lavori realizzati da artisti ad hoc per il dome, come quelli dello studio di Barcellona Onionlab, specializzati in video mapping e installazioni in realtà virtuale 3D.
Immersiva è anche l’esperienza acustica di DESPACIO un sound sustem immersivo formato da sette torri di speaker e amplificatori disposti circolarmente presentato al Sonar by Day.
Thome Yorke, voce e anima del gruppo musicale Radiohead, si è confermato come talento autentico anche nel suo lavoro individuale con la generazione di elementi audio-visivi, lasciando sullo sfondo la sua competenza musicale, di compositore e musicista.
E’ arrivato al Sónar con la collaborazione di Nigel Godrich, che ha prodotto quasi tutti gli album a cui lui ha partecipato dal 1997, e l’artista multidisciplinare Tarik Barri, conosciuto per la programmazione di immagini e suoni. Assieme hanno creato composizioni audio-visive senza precedenti.
Grande successo anche per la partecipazione italiana di Liberato con il duo Quiet Ensemble, complici di ANTLIGHT con performance luminose pensate per il live, presentate per la prima volta a novembre 2017 durante Club to Club Festival a Torino.
Liberato, rapper partenopeo di cui nessuno conosce la vera identità, lascia al palco unicamente la voce o altro, come la performance con i Quiet Ensemble che hanno coinvolto, con loro, anche luce e spazio. Quiet Ensemble è un duo nato nel 2009 dall’incontro di Fabio di Salvo e Bernardo Vercelli per esplorare e cercare di rendere percepibile tutto ciò che di invisibile e di casuale si nasconde nel filo che lega l’uomo, la tecnologia e la Natura. In ANTLIGHT la luce è stata rappresentata nella sua dimensione cosmica e nella sua natura di elemento generatore da dove partire e ri-partire per riscrivere lo spazio.
La chiusura del Festival è stata affidata ad Alva Noto, ovvero Castern Nicolai artista tedesco tra i più popolari al mondo per le sue performance audio-visive, per la sua etichetta discografica Noton, fusa poi con Raster Music di Frank Bretschneider e Olaf Bender in Raster-Noton (1999) con cui, fino allo scorso anno, ha prodotto composizioni musicali, ispirate a stili quali l’IDM la glitch music e il rumorismo, accompagnati da video che raffigurano il suono. Castern Nicolai è noto anche per le sue numerose collaborazioni inter-disciplinari con professionisti di diversa formazione, collaborazioni in cui la sua identità di fa riconoscere in pseudonimi diversi (Con il nome Opto, insieme a Thomas Knak (Opiate), Con il nome ø + Noto, insieme a Mika Vainio, Con il nome Cyclo, insieme a Ryoji Ikeda).
Questa volta va in scena nella storica collaborazione Alva Noto – Ryuichi Sakamoto per presentare, nelle suggestive atmosfere dell’anfiteatro del Teatre Grec un lavoro inedito al quale stanno lavorando assieme negli ultimi tempi, anteprima del loro nuovo album “Glass”, registrazione di una improvvisazione live nella Glass House disegnata dall’architetto americano Philip Johnson nel 1949. Ecco come opere live, che vivono nel presente, si intrecciano nell’interdisciplinarietà ma anche nello spazio fisico e in quello della memoria storica. Questo e tanto altro fanno del Sonar un evento sempre all’avanguardia del tempi, oltre ad essere un punto di osservazione privilegiato sulla società contemporanea.
Immagini: (cover 1-2) Sónar Calling – GJ273b. © Arshake. Photo: Cristian Rizzuti, 2018 (3) Edwin Van der Heide – Chiasm. @ Arshake. Photo: Cristian Rizzuti, 2018 (4-5) Sónar360° – © Arshake. Photo: Graziana Saccente, 2018 (6) SONAR+D – DESPACIO. ©Arshake. Photo: Graziana Saccente, 2018 (7) Thom Yorke – Nereacoll (8) SONAR18. Liberato – Live Performance. © Arshake. Photo: Cristian Rizzuti, 2018 (9) Alva Noto – Live Performance. © Arshake. Photo: Cristian Rizzuti, 2018 (10) Sonar2018 – Alva Noto & Sakamoto – Ariel Martini.