Arshake è lieta di pubblicare la quinta di sette parti di un saggio su pensiero poesia e scrittura nell’era tecnologica di Brunella Antomarini, Professor di estetica e filosofia contemporanea alla John Cabot University, Roma. Il saggio è originariamente apparso sulla rivista “Smerilliana. Luogo di civiltà poetiche” (Pensiero poesia scrittura in feed back loop, in “Smerilliana”, n.17 2015, pp. 275-90) ed è qui rilanciato, tradotto in inglese in sette puntate.
Parte I: Pensiero poesia scrittura in feed back loop, in Arshake, 7 giugno, 2018
Parte II: Pensiero poesia scrittura in feed back loop, in Arshake, 14 giugno, 2018
Parte III: Pensiero poesia scrittura in feed back loop, in Arshake, 21 giugno, 2018
Parte IV: Pensiero poesia scrittura in feed back loop, in Arshake, 28 giugno, 2018
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Pensare: lo scopo omeostatico di evitare la morte (Pierre De Latil)
Pensiamo dentro il grande spettacolo pensante del mondo e siamo pensieri pensati, piccole parti contingenti del pensiero.
Lo schermo – il ‘digitale’, il ‘virtuale’ – contiene quello che non c’è e riduce ad apparenza quello che c’è. Il pensiero segue questa modalità in modo naturale, anche se ora modulato da questa nuova tecnologia. E’ più importante mostrare come l’apparizione scompare che non l’apparizione stessa.
In questo gesto il pensiero è a portata di mano, non supera limiti in alto, ma limiti in basso, perché il dispositivo tecnologico permette di lanciare in Rete testi che esibiscono la resistenza alla verità stabile che era prerogativea del pensiero intellettuale del XX secolo. Confondendo le distinzioni logiche e ideologiche, questi testi e pensieri che hanno un carattere ‘orale’ e ‘immediato’, però incoerente perché sono comunque scritti, arrestano i meccanismi dell’informazione.
D’altra parte il fenomeno poetico è sempre pensiero legato a una resistenza. Considerando la fragilità del pensiero intellettuale e politico, e considerando che pensare sia un’attività insostituibile – se non nelle rese dittatoriali o mediatiche- commerciali – mi sembra che la scrittura nella sua forma più auto-poietica, cioè nella poesia, possa ricostituire nel tempo un’attività del pensiero che emerga da quelle forme di resistenza.
Altri versi di Vladimir D’Amora:
specchiarsi alle minute condizioni di montaggi
essere già montato al modo
di un metro circense
sono io
e il resto dell’esistere
è questa linea
tropica – l’essere memori
di un’altra resistenza
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Il gesto digitale di uploading e downloading, di abbandonare testi e recuperarli come propri, tramite i social networks del momento, è un ritrarsi, da parte dello scrittore, tirarsi indietro rispetto alla presenza e all’efficacia – non c’è una cassa di risonanza – è un sorvolare sul mondo, accedere al mondo vuoto (di idee e di oggetti e di sé). Per dare a quel vuoto dignità di pensiero, il poeta-spettatore di uno spettacolo assoluto misura e modula fino alla precisione matematica l’intransitività delle contingenze, resistenze alle relazioni, eppure integrandole.
“Dove siamo quando pensiamo?” dice Hannah Arendt in un paragrafo del capitolo sul pensare. Ora siamo estranei dentro la Rete, spettatori globali, senza scena, se tutto è una scena. Il distacco però non comporta massima distanza e ampiezza di idee, ma indifferenza per quell’ampiezza (troppo umana), un auto-estraniarsi nelle cose senza fondo, di attributi senza sostantivi, confondendo la sintassi.
Da Dickinson a Mandel’štam a Rosselli il poeta che tradisce la sintassi disloca inizio e fine di una frase, accorpa il senso a coda di rondine, per dire che c’è incessantemente un prima rispetto a quello che si dice, dove le parole si sporgono, per evitare un troppo tardi dove le parole sono risapute.
In questo viaggio a ritroso, il remoto non è distante, il prossimo non ha localizzazione e il pensiero può trattenersi nel minimo. E’ stare, come dice Arendt, “nella quiete dell’occhio del ciclone” (Arendt 304).
riferimenti bibliografici della Parte V:
Hannah Arendt, La vita della mente, a cura di A. dal LAgo, tr.it. G. Zanetti, Bologna: Il Mulino 1987.
Questa è la quinta di sette puntate del saggio: Pensiero poesia scrittura in feed back loop, originariamente pubblicato in “Smerilliana”, n.17 2015, pp. 275-90 e qui rilanciato, tradotto in inglese. Parte I: Pensiero poesia scrittura in feed back loop, in Arshake, 7 giugno, 2018 / Parte II: Pensiero poesia scrittura in feed back loop, in Arshake, 14 giugno, 2018;Parte III: Pensiero poesia scrittura in feed back loop, in Arshake, 21 giugno, 2018, Parte IV: Pensiero poesia scrittura in feed back loop, in Arshake, 28 giugno, 2018; Parte IV:
“Smerilliana. Luogo di civiltà poetiche” è stata ideata da Enrico D’Angelo, nel gennaio 2003, nelle Marche. Inizialmente a periodicità semestrale, in seguito ogni volume di “Smerilliana” è divenuto un luogo di civiltà poetiche, completato dalle collane “I poeti di Smerilliana” e “Mosaico”. Al suo apparire, Giovanni Raboni la segnalò, scrivendone sul “Corriere della Sera”, come la pubblicazione poetica più aperta e interessante del panorama italiano. “Smerilliana” prosegue, idealmente, il lavoro del semestrale letterario “Plural” (fondato e diretto da D’Angelo a Napoli, nel lustro1986-91), perseguendo il movimento, come lo definì l’orientalista Rahim Raza, della pluralità di stile e ricerca.