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Riprendendo il concetto di arte come espressione di un nuovo saper fare, di una moderna percezione del mondo e dei suoi cambiamenti, è interessante in questa sede il lavoro del collettivo conosciuto con il nome di Studio Azzurro, fondato nel 1982 a Milano dal fotografo Fabio Cirifino, da Paolo Rosa – esperto in arte visiva e cinema – e dal grafico Leonardo Sangiorgi, ai quali si è aggiunto, nel 1995, Stefano Roveda, esperto in sistemi interattivi.
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Paolo Rosa definì la loro creatura una «bottega d’arte contemporanea senza regole stabilite». La ricerca artistica del gruppo è stata infatti orientata fin dall’inizio all’unione delle rispettive specializzazioni con la finalità di coinvolgere il pubblico in percorsi espositivi sempre più completi a livello sensoriale. Se al giorno d’oggi sono più numerosi gli spazi museali che investono sull’interattività lo si deve anche al lavoro di questo collettivo, il quale negli anni Ottanta è andato oltre il concetto di tecnologia dove il massimo interprete era il televisore e ha invece azzardato l’integrazione tra immagine elettronica e ambiente fisico, creando le prime video ambientazioni.
Dai primi anni Ottanta ad oggi, Studio Azzurro vanta prestigiose collaborazioni, oltre a numerose committenze nazionali ed internazionali, tra cui ad esempio la mostra Fare gli Italiani, voluta per i 150 anni dell’unità d’Italia e allestita nei grandiosi spazi delle Officine Grandi Riparazioni di Torino.
L’ultimo loro lavoro è stato presentato alla Triennale di Milano, un tributo al percorso artistico individuale e collettivo di Paolo Rosa, membro del gruppo recentemente scomparso. L’installazione che ne è scaturita è visibile al pubblico dal 29 novembre 2013 al 19 gennaio 2014 al Teatro dell’Arte di Milano. Si tratta di un’opera musicale intitolata Il colore dei gesti. Sinfonia Mediterraneo, una raccolta di momenti «rubati» durante i viaggi per mare, intrapresi fin dall’anno 2000, nel corso di una ricerca che si è poi concretizzata nelle installazioni interattive del ciclo Meditazioni Mediterraneo.
Il colore dei gesti è un’installazione fatta delle mani e dei movimenti antichi di circa sessanta artigiani italiani, filmati mentre svolgono il loro lavoro. Sono liutai, pescatori, fonditori, vetrai, vasai, tessitori, raccoglitori di olive, vinai, costruttori di barche, restauratori, rilegatori, maniscalchi, conciatori. Il primo piano delle loro mani traduce in prove tangibili il valore della memoria, della materia e della tradizione del nostro paese.
Dagli schermi scaturiscono in contemporanea sei diverse scene, con i relativi sonori, che creano un coro di immagini, rumori e musica. Quest’ultima, «è stata modellata – spiegano Tommaso Leddi e Alberto Morelli – sui ritmi e i suoni generati dai gesti degli artigiani e dai loro strumenti».
Un’installazione che riscopre quindi le tradizioni più antiche del Mediterraneo, quelle del saper fare, e che, puntualizzano Cirifino e Sangiorgi, «diventa documento della memoria di un sapere pratico che piano piano sta scomparendo. Una memoria che non è nostalgia, ma orgoglio, e vuole ribadire che nel Mediterraneo esiste un’identità comune».
Studio Azzurro, Il Colore dei Gesti, Teatro dell’Arte, Triennale, Viale Alemagna 6, Milano. L’opera multimediale ha una durata di 30 minuti. Il pubblico in numero limitato di 15 può accedere ogni 30 minuti a partire dalle ore 10:30. Fino al 19.01.2014
Immagini
(1 cover) Studio Azzurro, Il colore dei gesti. | sinfonia Mediterraneo, 2013 courtesy Studio Azzurro (2) IL NUOTATORE (va troppo spesso ad Heidelberg) – Studio Azzurro, 1984 (3) Orchestra Celeste (per la mostra sui primi 100 anni dell’orchestra di Santa Cecilia tenuta a Roma, Parco della Musica). Roma, 2011; (4) e (5) Studio Azzurro, Il colore dei gesti. | sinfonia Mediterraneo, 2013 courtesy Studio Azzurro.