La sensibilità accorda la trasmissione della realtà attraverso la tecnologia. Con il paradigma del cambiamento e dell’innovazione, l’osservazione e il vissuto sensoriale rappresentano gli elementi distintivi delle immagini catalizzate nel lavoro di Studio Azzurro: le icone del reale nell’immaginario dell’emozione umana.
Con la retrospettiva Immagini sensibili a Palazzo Reale a Milano, si festeggiano i 35 anni del collettivo artistico italiano che preferisce definirsi “bottega d’arte contemporanea”. Con racconti in tappe distinte – per periodi e mezzi espressivi – si percorre il tempo seguendo alcune delle opere significative di Studio Azzurro, del loro tracciato artistico. La riflessione sull’approccio di Fabio Cirifino, Paolo Rosa, Leonardo Sangiorgi (il gruppo originario dei fondatore a cui si unisce Stefano Roveda nel 1995, e collaborazioni che si sono alternate negli anni) alla materia artistica, con una pratica da artigiani, adatta il reale percepito alla dimensione di «visione» attraverso il filtro tecnologico; grande alleato. Studio Azzurro manipola abilmente quei media che registrano l’evoluzione del trattamento delle immagini vissute intimamente nell’ambiente fisico, con attenzione tecnica ed elettronica.
Con il forte interesse del sistema di relazione fra immagine, mezzo elettronico e fattore empatico esperienziale si appropriano di sistemi complessi per distinguere temi e modalità di interazione con il pubblico. Da quest’ultimo prendono e restituiscono frammenti di tempo e spazio, elaborati in formati asserviti alla trasmissione di un tessuto narrativo che si percepisce come dimensione liquida o gassosa per l’impercettibile sostanza fisica. La richiesta di interazione è evidente nell’immobilità di alcuni lavori, che se non attivati da input diretti rimangono immagini statiche; o nella disposizione ad assumere una condizione riflessiva, percettiva (anche attraverso gli altri sensi, oltre la vista).
Nel percorso espositivo la ricostruzione dei decenni di operato è rimandata anche a pannelli informativi talvolta invadenti nella proposta grafica, che raccontano con dovizia di contenuti quanto tutte le «arti» siano state coinvolte e raccordate nel filo conduttore delle opere: video, spettacolo teatrale, danza, film, musei. Molti gli ambienti sensibili che si dispongono nel racconto di questi anni, da Coro (1995) a La Pozzanghera (2006). La dimensione immersiva è lo stato dominante che si incontra nella prima sala dove la riproposta de Il Nuotatore (va troppo spesso ad Heidelberg) – prima video-ambientazione di Studio Azzurro datata 1984 – apre nel buio con l’immagine del nuotatore che attraversa i 24 monitor sincronizzati e con la suite originale di Peter Gordon a fare da contrappunto.
Dal punto di vista interattivo la mostra antologica non da il giusto riscontro alla tradizione operativa del collettivo, che negli anni ha prodotto lavori di forte impatto, lasciando per certi versi la sintesi narrativa ai pannelli che a volte dominano sulla relazione con gli spazi e le opere.
Quanto alla conclusione del percorso espositivo si rilancia con l’opera site specific Miracolo a Milano, appositamente progettata per la Sala delle Cariatidi, termine del percorso e apertura ad altri infiniti mondi narrativi. In un cammeo luminoso figure fluttuanti, al centro del soffitto affrescato, seguono una dislocazione casuale, sparendo di volta in volta in successione di apparizione. E, nel perimetro della sala, grandi monitor verticali fermano, come colonne digitali, lo spazio oscurato. Sono gli “specchi narranti” delle persone che raccontano la loro esperienza di vita, creando con lo spettatore – attivatore del video una volta entrato nel fascio di luce a due passi dallo schermo – un rapporto diretto con quegli invisibili che abitano la città di Milano. Con lo spunto del film di Vittorio De Sica, gli emarginati sono chiamati a partecipare al coro di voci inascoltate, come figure retoriche di una condizione metropolitana che li rende non-visibili, ai margini del contesto sociale.
Studio Azzurro. Immagini sensibili, Palazzo Reale Milano, fino al 4 settembre 2016
Immagini (cover-1) Studio Azzurro, «Prologo a Diario Segreto Contraffatto», Opera video-teatrale 1985, Roma, La Piramide, © STUDIO AZZURRO (2) Studio Azzurro, «Il nuotatore (va troppo spesso a Heidelberg)», Video-ambiente, 1984, Venezia, Palazzo Fortuny, © STUDIO AZZURRO (3) «Coro», Ambiente sensibile , installation view at Palazzo Reale, Milano 2016, © STUDIO AZZURRO (4) Studio Azzurro, Immagini Sensibili, installation view at Palazzo Reale, Milano 2016, © STUDIO AZZURRO