Optical, cinetica, gestaltica o programmata sono forme di sperimentazione artistica che hanno animato in particolare gli anni sessanta coinvolgendo il pubblico in maniera totale, destinando alla percezione il compito di codificare e decodificare l’immagine e il suo generarsi nel movimento. Nell’ambito di un interesse che solo in tempi recenti si è manifestato crescente, Palazzo Pretorio a Padova presenta una mostra monografica sull’artista padovano Alberto Biasi (28 maggio – 6 novembre) a cura di Guido Bartorelli.
Dalle avventure con il Gruppo N, di cui è stato tra i fondatori, gli ambienti di Alberto Biasi sono scanditi per la prima volta in un percorso monografico che sarà riformulato dalle esperienze attuali dei visitatori, oggi per lo più familiari con questo tipo di sperimentazioni ma che nei primi tempi avevano suscitato non poche reazioni di sconcerto.
“Quando ho iniziato ad esporre le prime opere – racconta l’artista – la reazione del pubblico era di rifiuto. Era abituato a vedere le figure, le immagini a sfondo, la prospettiva e immaginavano che solamente quella fosse arte. Quindi rifiutavano le mie opere, percependo quasi un senso di fastidio. La complessità delle invenzioni tecnologiche moderne ha cambiato questo modo di vedere. La tecnologia ha reso l’approccio del pubblico completamente differente, molto più immediato. Se oggi metto un bambino davanti a uno di questi quadri, la prima cosa che farà sarà rimanere fermo e ondeggiare la testa da sinistra a destra. Una volta non era così, nessuno si sarebbe mosso. Il pubblico, abituato alla pittura, guardava e se ne andava, rimaneva quasi infastidito soprattutto perché l’occhio era abituato a vedere la profondità dell’opera. Nei miei quadri, se l’approccio è statico, la profondità crea una forma di vertigine. Se invece lo si guarda con un approccio dinamico, quindi muovendosi, ne si coglie tutta l’essenza. Quando c’è innovazione c’è arte, e l’innovazione tecnologica dei nostri giorni permette di vedere e di apprezzare questo nuovo tipo di arte, tant’è che i giovani sono convinti che queste opere appartengano, a un tempo recente, mentre in realtà hanno oltre 50 anni”.
La mostra appartiene ad un programma che comprende una serie di iniziative di Palazzo Pretorio rivolte allo studio e alla ricerca di forme di espressione artistica sperimentale che siano anche sfide per le formulazioni espositive. La monografia di Biasi è particolarmente importante nell’intenzione, così come espressa anche dal curatore della mostra, Bartorelli, di restituire riconoscimento alle sperimentazioni padovane del Gruppo N per la prima volta nella loro città natale. Il catalogo ragionato degli ambienti di Alberto Biasi, edito da MAAB Gallery (Milano), documenta e illustra ogni singolo lavoro per poi ripercorrere la complessa vicenda delle realizzazioni. Inoltre è previsto un ricco programma collaterale con incontri e appuntamenti con critici d’arte e studiosi.
«Alberto Biasi: Gli ambienti», Palazzo Pretorio, Cittadella (Padova), 28.05 – 06.11.2016
immagini (cover 1) Alberto Biasi, Orizzontale Ellebi, 1967, mostra Alberto Biasi (1976), Padiglione d’Arte Contemporanea, Ferrara (2) Alberto Biasi, Spazio-oggetto ellebi (3) Alberto Biasi, Io sono, tu sei, egli è, 1972, dimensione ambientali. Le immagini a colori sono delle versione presentata a Mantova nel 2005 (4) Alberto Biasi, Proiezione di luce e ombra (5) Alberto Biasi, Spazio elastico