Il futuro è già qui, è solo mal distribuito sarà il titolo della 20^ Biennale di Sydney, ispirato ad una citazione dell’autore William Gibson. Questa edizione della manifestazione sarà strutturata e presentata in sedi concepite dalla direttrice artistica Stephanie Rosenthal come «ambasciate del pensiero». Un’ambasciata rappresenta tradizionalmente uno stato all’interno di uno stato: un paese ospitante tipicamente concede all’ambasciata il controllo di uno specifico territorio, un sistema che consente l’occupazione e la creazione di nuovi spazi in altre aree geografiche. Concepite più come spazi temporanei piuttosto che come strutture permanenti – luoghi transitori per particolari costellazioni del pensiero —le ambasciate della Biennale sono: Ambasciata del Reale (Cockatoo Island); Ambasciata della Traduzione (Museum of Contemporary Art Australia); Ambasciata degli Spiriti (Art Gallery of New South Wales); Ambasciata della Non-Partecipazione (Artspace); Ambasciata di Stanislaw Lem (una libreria); Ambasciata della Transizione (Mortuary Station), e Ambasciata della Sparizione (Carriageworks).
La 20^ edizione della Biennale pone il seguente interrogativo: Se ciascun era postula la propria visione della realtà, qual è la nostra? Per Rosenthal uno dei temi principali in cui è declinata questa Biennale è la riflessione su come la comune distinzione tra virtuale e fisico sia diventata sempre più vaga. Altro elemento fondamentale che contraddistingue questa kermesse sono «gli spazi di mezzo», con riferimento alla nostra interazione con il mondo digitale, alla dislocazione da e all’occupazione di spazi e territori, e alle interconnessioni e sovrapposizioni tra la politica e le strutture del potere finanziario.
Parte integrante del palinsesto di questa edizione sono gli eventi performativi che verranno presentati non solo nelle varie ambasciate ma anche in altre sedi da artisti quali boychild, Boris Charmatz, Neha Choksi, Mette Edvardsen, Mella Jaarsma, e Justene Williams insieme alla Sydney Chamber Opera. Oltre a queste ed altre opere ospitate nelle diverse ambasciate, verranno esposti altri progetti paralleli alla biennale realizzati dal collettivo Brown Council, Agatha Gothe-Snape, Bo Christian Larsson, Archie Moore, Oscar Murillo, e Keg de Souza, e il cui allestimento si diramerà in varie location della città.
L’Ambasciata del Reale offre uno spazio ad artisti le cui opere indagano il modo in cui percepiamo la realtà in un’epoca sempre più digitalizzata. Gli artisti esploreranno gli spazi tra virtuale e fisico, nonché la fisicità del corpo umano. Tra le opere più importanti figurano quelle di Cevdet Erek, William Forsythe, Lee Bul, Chiharu Shiota, Ming Wong e Xu Zhen (Prodotto da MadeIn Company).
L’Ambasciata degli Spiriti indaga le confluenze tra la sfera spirituale e filosofica, con l’esposizione di opere che ritraggono rituali personali e religiosi, dando al visitatore la sensazione che le opere realizzate da Sheila Hicks, Jumana Manna, Dane Mitchell, Sudarshan Shetty, Taro Shinoda, e Nyapanyapa Yunupingu entrino in dialogo con la vasta collezione d’arte asiatica e aborigena della Galleria.
L’Ambasciata della Sparizione accoglierà creazioni artistiche che esplorano i temi dell’assenza e della memoria, tra cui lingue, storie, valute e paesaggi in via di estinzione. Tra gli artisti le cui opere saranno allestite nella cornice di questo spazio figurano Lauren Brincat, Yannick Dauby e Wan-Shuen Tsai, FX Harsono, Lee Mingwei, Yuta Nakamura, Otobong Nkanga, Mike Parr, Bernardo Ortiz, e Apichatpong Weerasethakul.
L’Ambasciata della Traduzione presenta una serie di opere che contestualizzano le posizioni, i concetti e i manufatti storici, accanto alle problematiche e ai processi di lavoro contemporanei. Sebbene basate su una serie di diverse strategie, ciascun’opera considera la storia come un materiale tra tanti, ricostruendola e re-immaginandola come parte del processo. Gli artisti che presenteranno le loro opere presso questa ambasciata sono Nina Beier, Daniel Boyd, Noa Eshkol, Adam Linder, e Dayanita Singh.
L’Ambasciata della Non-Partecipazione ospiterà i lavori del duo artistico composto da Karen Mirza e Brad Butler, attraversocui riflettono su come l’atto di «non partecipazione» possa essere anche una posizione attiva di protesta.
L’Ambasciata di Stanislaw Lem, un progetto ideato da Heman Chong, si svilupperà a partire da un processo di accumulazione; copie di libri di seconda mano (in inglese e polacco) dell’autore di fantascienza Stanislaw Lem saranno raccolti presso una libreria e messi a disposizione dei visitatori per essere sfogliati e acquistati.
Gli artisti dell’Ambasciata della Transizione con le loro opere riflettono sui cicli naturali della vita e della morte, così come sui riti di passaggio, e comprendono le creazioni di Marco Chiandetti e Charwei Tsai. (tradotto dal comunicato stampa)
Sydney Biennial, Sydney, Australia, 18.03 – 05.06.2016.
Potete visitare qui il sito per la lista dettagliata degli artisti partecipanti, delle Ambasciate e di tutte le notizie dell’evento
immagini (cover 1) Bharti Kher, «Untitled», 2013, plaster of paris, legno, metallo, 123 x 61 x 95.5 cm ciascuna statua, Courtesy l’Artista e Houser and Wirth, photograph by Peter Beyes (2) Neha Choksi, «The Weather Inside Me (Bombay Sunset)», 2010 (dettaglio), 9 CRT television sets, 9 dvds, 1 fotografia, dimensioni variabili, courtesy of the Artist and Project 88, Mumbai (3) Karen Mirza and Brad Butler, «You are the Prime Minister», 2014, neon, 200 cm, courtesy of waterside contemporary, London, e Galeri Non, Istanbul (4) Jamie North, «Terraforms», 2014 (installation view), cemento, marmo, calcare, scorie di metallo, ceneri di carbone, fibre in plastica, mezzo di felce di albero, varietà di specie native dell’Australia,dimension variabili, courtesy the Artist and S (5) CONTACT VISCOPY FOR LICENSING, https___www.viscopy.org.au. Chiharu Shiota, «Flowing Water», 2009, trenta letti, lenzuola, telefoni, fotografie, aqua, installation view at the Nizayama Forest Art Museum, Toyama, Japan. Photograph: Sunhi Mang.