Telepresence & Bioart. Networking Humans, Rabbits & Robots di Eduardo Kac, uscito per The University of Michigan Press nel 2005, è da qualche tempo disponibile anche in italiano per cura di Pierluigi Capucci e Franco Torriani che lo hanno presentato in una versione aggiornata uscita per CLUEB nel novembre 2016.
Il libro alterna una prospettiva storica ad una autobiografica attenta al periodo di produzione che va dai lavori di robotica tele-presenza alla transgenic art, per utilizzare il termine da lui proposto nel 1998 come «una nuova forma d’arte, basata sull’uso di tecniche di ingegneria genetica per creare esseri viventi unici[1]. Qui, l’esperienza creativa del pioniere Eduardo Kac, attenta alla dimensione filosofica, sociale, politica ed estetica del linguaggio e dei processi di comunicazione, è preceduta dall’inquadratura storica delle esperienze artistiche legate alla telematica e all’ingegneria genetica nella loro continuità con le avanguardie storiche, a partire da quelle dei primi del Novecento del XX secolo, in cui includere anche gli esperimenti con la posta del Futurismo (più tardi legittimati nel termine di mail art).
La curata introduzione di Capucci e Torriani chiama all’attenzione e alla memoria anche gli esperimenti giovanili di Eduardo Kac, come la serie di performance intermediali, i lavori di poesia visiva e le prime esperienze con mezzi di comunicazione degli anni ‘80 che solo in tempi recenti hanno conquistato grande attenzione da parte del mondo istituzionale internazionale. Basti pensare ai suoi lavori di Holopoetry parte della mostra Games Artists Play all’Anglia Ruskin Gallery presso l’Università di Cambridge (2012), alla sua serie di Pornograms presentati al Reina Sofia in: Losing the Human Form (2013), al suo lavoro Minitel incluso nella mostra storica Electronic Highways 2016-1966 (2016) alla Whitechapel di Londra, solo per citarne alcuni.
L’introduzione è attenta ad aggiornare sul progresso tecnologico di questi ultimi dieci anni e sul conseguente impatto sociologico, con l’avvento della stampa 3D, dell’Intelligenza Artificiale, con il sofisticarsi delle operazioni algoritmiche, dell’ingegneria genetica, con la trasformazione della biologia sintetica da pratica di nicchia a pratica diffusa. Oltre a ciò che ha preceduto i lavori trattati fino al 2005, l’introduzione estende un accenno anche alle produzioni più recenti, come ai lavori appartenenti alla serie di Olfactory Art, completando il quadro di una ricerca che si è sempre coerentemente mossa sul tracciato del linguaggio nel suo evolversi assieme ai mezzi di comunicazione e nel suo esplicitarsi nel codice genetico.
Le circostanze che hanno remato contro la pubblicazione della versione italiana di questo testo dieci anni fa, potrebbero essersi rivelate favorevoli nell’ottica di una rivitalizzazione e diffusione di un testo oggi più attuale che mai.
Il libro offre, infatti, una base su cui poggiare le radici delle nuove sperimentazioni e diventa un punto di riferimento importante da dove guardare al futuro, anche quello che nella visione di Kac si sta espandendo oltre i confini della Terra. I suoi ultimi lavori stanno concretizzando una visione formulata solo qualche anno dopo la pubblicazione del libro, nel 2007, con il Manifesto di Space Poetry (2007) che con Arshake abbiamo reso disponibile anche in italiano. L’interesse alle dinamiche dialogiche tra specie potrebbe riguardare un giorno anche vite extra-terrestri.
Il lancio del suo progetto spaziale nel 2016, Inner Telescope, poesia in assenza di gravità eseguita dall’astronauta francese Thomas Pesquet nella Stazione Spaziale Internazionale (ISS) nel febbraio 2017, sono seguiti ora da una serie di mostre a Parigi, a Rio de Janeiro e al Festival Ars Electronica di Linz che ritrasmettono l’esperienza spaziale sulla Terra nella forma di opere di diversa fattura.
[1] E.Kac, Transgenic art, Tele presenza e Bio arte, p, 226 (originariamente apparso in: «Leonardo Electronic Almanac 6», n.11 (1998).
Pierluigi Capucci e Franco Torriani (a dura di), «Eduardo Kac, Telepresence & Bioart. Networking Humans, Rabbits & Robots», CLUEB, Bologna 2016 (ediz. orig. University of Michigan Press 2005)
Eduardo Kac. Inner Telescope, Galerie Charlot, Parigi, fino al 27.07.2017
immagini: (cover 1) Eduardo Kac, «The Telepresence Garment», 1995 (2) Pierluigi Capucci e Franco Torriani (a dura di), Eduardo Kac, Telepresence & Bioart. Networking Humans, Rabbits & Robots, CLUEB, Bologna 2016, cover (3) Eduardo Kac, Performance for one astronaut, one pair of scissors and two sheets of paper (from the Inner Telescope series), Dye-based black ink on acid-free 24 lb. Hammermill paper, 21.6 x 27.9 cm each, 2015, Courtesy Galerie Charlot Paris-Tel Aviv