The Eye Film Museum ad Amsterdam è la prima istituzione ad essere interamente dedicata al genere filmico inglobando il Filmmuseum fondato nel 1952 (a seguire il precedente Dutch Historical Film Archive). Il moderno, inaugurato nel 2012, è stato realizzato per opera dello studio Delugan Meissl architects, concepito per catturare e filtrare la luce dall’esterno per mettere in scena movimento e luce, entrambi parametri cruciali del mezzo filmico.
Oltre a screenings e mostre temporanee, parte della missione del museo è indirizzata alla costruzione di una collezione della storia del cinema, che spazia temporalmente da film muto alle produzioni digitali e che oggi vanta circa 37.000 titoli, 60.000 posters, 700.000 fotografie e 20.000 libri.
L’ibridazione dei linguaggi è una questione ormai accettata e la mostra in corso da Eye ne è ulteriore dimostrazione. Close-up presenta infatti la produzione filmica della nuova generazione di artisti e filmakers olandesi e risulta in una serie di lavori che si estendono oltre i confini disciplinari ponendosi tra film, video e arti visive.
«Il comun denominatore è la naturalezza con cui inglobano film e video nel loro lavoro, che sia una proiezione single screen, multiple screen o un’installazione ambientale in larga scala/ What unites them is the natural way they incorporate film and video in their work – whether it be a video on a single screen, on multiple screens, or as part of a large-scale spatial installation».
Eye. Film Museum of Netherland, «Close-Up – A New Generation of Film and Video Artists in the Netherlands», 31.01.22.05.2016
immagini (cover 1 ) Eye Film Museum, Amsterdam (2) Johan Strijbos – Matthijs munnik, 2016 (3) Melanie Bonajo – Night soil. Economy of love, 2015
[nggallery id=88]