C’è un concetto che va ricordato e difeso senza indugi: quello della trasformazione, che è poi la costante della vita stessa, in quanto vita, appunto. Dal 5 all’8 giugno la Galleria Civica di Modena ha ospitato l’esposizione Transiente, realizzata in collaborazione con la Galleria Mario Mazzoli di Berlino, e la settima edizione del Node Festival (nelle serate del 6-7 giugno). Una mostra e un festival che hanno esplorato acusticamente e visivamente la transitorietà e il divenire di stadi fisici del suono, della materia, dell’immagine e della loro percezione sensibile.
Cinque gli artisti in mostra, le cui sculture e installazioni cinetiche e sonore – tutte diverse per stile, tecnica e intenzioni – cercano di studiare ed intervenire sui limiti fisici di suono udito vista e operare delle dislocazioni spazio-temporali di fenomeni naturali. Edgardo Rudnitzky (1956, Buenos Aires) con Nocturne (for 7 Monochords) esplora lo sviluppo fisico del suono di 7 monocordi con accordatura diversa, attivati dalla fiamma di 7 candele, che pian piano si estinguono fino all’oscurità e al silenzio; Shingo Inao (1980, Chiba, Japan) con la sua installazione sonora Steps evoca lo tzunami che ha colpito la costa nordorientale del Giappone l’11 marzo 2011, creando uno slittamento temporale e prolungando un evento del passato nel presente del fruitore. Anche Double Hurricane di Donato Piccolo (1976, Roma) è il tentativo di riprodurre un fenomeno atmosferico, benché non circoscritto, sovvertendone la natura irreversibile e incontrollabile. In un periodo sintattico preciso e geometrico si dispiega il Moving Object di Pe Lang (1974, Switzerland), una scultura cinetica bidimensionale: una grande illusione ottica attraverso un sistema di cavi, motori e piccoli anellini metallici. E infine il tentativo di risemantizzare gli oggetti, dislocare il vuoto sul piano spaziale e dargli una forma 10.000 più grande: un lungo fruscio a bassa frequenza, quello della iron Tank 1:10.000 di Michele Spanghero (1979, Gorizia). A ricordarci che la forma è vuoto e il vuoto è forma.
Le sere del 6 e del 7 giugno sono state dedicate invece al linguaggio musicale e performativo, 4 esibizioni a serata. Suoni stridenti e graffianti, brevi o prolungati, a bit e corde, dettati in parte anche dal movimento fisico, quelli generati dal Tosso, lo strumento elettroacustico a 6 corde messo a punto dall’artista e performer Shingo Inao. Live set fra il rumore e la musica quelli degli Emptyset, con i visuals del video artista Clayton Welham, ad inglobare il suono, oppure a fissarlo o punteggiarlo. Verso le 23 il suono avvolgente e insieme basso e radente di Kanding Ray, che mixa il digitale a strumenti musicali analogici per creare un’atmosfera che va dal noise-pop al dubstep alla sperimentazione più pura.
[vimeo id=”56584063″ width=”620″ height=”360″]
La notte del 6 si è conclusa al VibraClub con Dj Spinn, che ha portato su territorio italiano quel movimento a cui ha dato vita con DJ Rashad (purtroppo prematuramente scomparso): il footwork, una house americana sottoposta a cesure e sincopi, perfetta da ballare su un dancefloor! E poi la sera di sabato 7: il duo italo belga Lumisokea si è esibito in una miscela di dub, noise-techno, musica classica e concreta, che punta a sfondare illusoriamente lo spazio fisico con i fasci luminosi di Yannick Jacquet/Legoman – antiVJ. Con Roly Porter e i visuals di James Ginzburg abbiamo seguito la vita di una stella: introspezione e ritmica delicata. E ancora esperienza immersiva nei paesaggi audio-visivi di Egyptrixx e Andreas Nicolas Fischer, in cui lo spettro musicale è riflesso di quello retinico e viceversa. E infine al Vibra Club con un assolutamente eclettico Om Unit! Più che l’occhio, l’orecchio è stato persuaso a modificarsi.
immagini
(cover) PE LANG, moving objects n.628-691 | Actuators, cables, silicon, various mechanical parts, 108 x 200 cm, 2011, photo by Matteo Tosoni (1) MICHELE SPANGHERO, 1:10.000 | Iron tank, bolts, speaker, audio cables, media player, 38 h x 34 x 34 cm, 2013, photo by Matteo Tosoni (2) DONATO PICCOLO, Hurricane (Double Reversible) | Glass, demineralized water, ventilators, ultrasonic nebulizer, halogen lamps, electrical system, microphone, speaker, 175 x 65 x 65 cm, 2010, photo by Matteo Tosoni (3) EDGARDO RUDNITZKY, Nocturne (for 7 Monochords) | Wood, candles, magnetos, bronze, plastic, bimetall springs, 2011, photo by Matteo Tosoni.