Dagli enigmi della letteratura cosmologica antica, ad arcani misteri su forme di vite extraterrestri, al DNA – segreto codice della vita, al mito dell’immortalità, il progetto proposto per III edizione di Something Else presenta una selezione di opere di quattro artiste di diversa provenienza geografica e formativa: Daniela De Paulis (IT-NE), Heather Dewey-Hagborg (NY), Mariagrazia Pontorno (IT), Robertina Sebjanic (SL).
La collettiva è pensata come un viaggio espositivo attraverso i codici biologici, nell’arduo e copioso tentativo di decodificarli o avvicinarsi alla comprensione o anche, volontariamente, di mistificarli. Il progresso tecnologico degli ultimissimi anni ha favorito margini di rivoluzionario miglioramento negli ambiti della A.I., della medicina rigenerativa, della (contro) sorveglianza genetica e della comunicazioni fra Terra e Spazio. Le opere in mostra attivano così processi di decodifica e aprono la strada a nuove sperimentazioni artistiche e possibili applicazioni.
Il viaggio espositivo parte dal manoscritto Voynich, datato al XV secolo, definito da più parti come “il libro più misterioso ed esoterico del mondo”, perché scritto in una lingua sconosciuta e criptata. I tentativi di traduzione sono stati molti, ma tutte le proposte fatte finora si sono rivelate errate. L’artista Mariagrazia Pontorno ha voluto tradurre una parte del codice, utilizzando il machine learning e l’intelligenza artificiale, ma fornendo alla macchina la soluzione da trovare. Falsificando intenzionalmente il risultato del calcolo e giocando con il paradosso di Moravec, ampiamente utilizzato nell’ambiente dell’IA, secondo il quale le macchine sono brave in ciò in cui gli esseri umani sono deboli e viceversa, assistiamo ad una rilettura dell’ordinamento cosmico, significando corone di petali che fluttuano su steli fioriti e simboli celestiali. L’opera Super Hu.Fo* Voynich nasce infatti dai risultati guidati dagli slanci inconsci dell’immaginazione, qui rappresentati dal mondo dell’infanzia della bambina protagonista, e dalla gamma di possibilità che rendono il pensiero umano flessibile e creativo.
Accomunato dalla stessa messa in discussione del rapporto tra mitologia e fatti scientifici, il video-saggio Piscis ludicrous / Transfixed Gaze | Lygophilia dell’artista Robertina Sebjanic si volge a ritroso alla radice del codice dell’immortalità, attraverso lo studio della relazione fra esseri umani e axolotl. L’axolotl è una salamandra neotenica originaria del Nord America, abitante dei laghi degli altipiani del Messico: incuriosiva gli antichi Aztechi per il suo aspetto affascinante e i suoi poteri rigenerativi, e alla fine del XIX secolo, iniziò ad essere esaminata in laboratorio per i vantaggi biologici della loro perpetua giovinezza.
L’impatto antropico tuttavia sta mettendo a rischio la sua sopravvivenza e l’intero ecosistema dei canali di Xochimilco, gli ultimi resti di un vasto sistema di trasporto su acqua costruito dagli Aztechi, divenuti un’attrazione per turisti e cittadini. Una voce narrante e alcune riprese degli axolotl, sullo sfondo del proprio habitat naturale, guidano il fruitore a riflettere sul significato simbolico di collegamento tra forme di vita passate e future, e, ancora una volta, a tutelare l’ecologia della convivenza e della coesistenza tra le specie.
Vita al confine fra eternità ed estinzione, obsolescenza programmata e sopravvivenza digitale. La corsa al DNA delle multinazionali si colloca lungo il filo di un processo di sorveglianza generalizzata ed estrattiva. Heather Dewey-Hagborg, artista transdisciplinare, nel suo video DNA Spoofing, propone alcune tecniche fai-da-te per contrastare la sorveglianza genetica e confonderne il tracciamento e la ricostruzione a partire dal materiale genetico che, come esseri umani, costantemente disperdiamo: capelli, ciglia, unghie.
Così come lo spoofing dell’IP – una particolare tipologia di attacco che consente a un attore malevolo di nascondere la propria identità per risultare “affidabile” alla vittima designata – rende possibile la navigazione anonima su Internet, lo spoofing del DNA, attraverso il rimescolamento del materiale genetico, estende tale potenziale e consente traiettorie fisiche anonime insieme a quelle digitali.
Il percorso si conclude con A Sign in Space, progetto interdisciplinare in corso della media artist Daniela de Paulis, consistito nel simulare un messaggio extraterrestre e lanciarlo in orbita, con il coinvolgimento e la collaborazione della comunità di astrofisici mondiale, quali: SETI Institute, l’Agenzia Spaziale Europea, il Green Bank Observatory e l’INAF, l’Istituto Nazionale di Astrofisica. Utilizzando una navicella spaziale dell’ESA come fonte celeste, il 24 maggio 2023, un segnale è stato trasmesso dal Trace Gas Orbiter (una sonda dell’ESA in orbita attorno a Marte) ed è stato ricevuto dal Green Bank Telescope (West Virginia), dalla Stazione Radio Astronomica di Medicina (Italia), dall’Allen Telescope Array (California) e dal Very Large Array (New Mexico).
Sono stati coinvolti nella ricezione, decodifica e interpretazione del messaggio, la comunità mondiale della Ricerca di Intelligenze Extraterrestri, professionisti di diversi settori e il pubblico generico interessato a nuove sfide celesti. La decifrazione del segnale e del suo messaggio, avviata sul canale discord del progetto*, ha dato inizio a un processo infinito e variegato di interpretazioni che sta mettendo in luce i nostri limiti tecnologici e culturali e, contestualmente, il nostro bisogno fondamentale di trascenderli.
(dal comunicato stampa)
Unrolling the Code at Something Else III (Chief Curator: Simon Njami – Artistic Director: Moataz Nasr), a cura di Elena Giulia Abbiatici, Citadel of Salah El Din, Cairo, 23.11 – 23.12.2023
*In occasione di Something Else, è stato creato un subchanel che invita artisti, professionisti dell’arte e non, a immergersi in questa operazione di interpretazione del messaggio. Something Else III, proseguimento di Something Else -OFF Biennale Cairo del 2015 e 2018, manifestazione artistica internazionale che riunisce 140 artisti e 17 stimati curatori provenienti da tutto il mondo. Questo evento esplora domande profonde utilizzando forme d’arte tradizionali e contemporanee, promettendo un’esperienza coinvolgente e stimolante. L’iconica Cittadella di Salah Al-Din funge da sfondo, creando un ponte tra il passato e la contemporaneità. Questa esperienza è ispirata da un impegno di continua scoperta e invenzione nello spirito di W.B. Yeats, “Il lavoro non è mai finito”. Per questo, la nostra risposta alla domanda “E poi?” è “Something Else”.
immagini: (cover 1)Robertina Sebjanic, ph: Uros Abram (2) Mariagrazia Pontorno,«Portrait» (3) Mariagrazia Pontorno, «SuperHu.Fo, Voynich» ,Videoinstallation, A.I., mixedmedia,2021 (4-5)Robertina Sebjanic, «Piscis-ludicrous-Tranfix-Gaze-Lygophilia», video essay, 2018, Still (6-7) Heather Dewey-Hagborg, «DNA Spoofing», video, 3’ 45”, 2013, with Aurelia Moser, Allison Burtch, and Adam Harvey (8) Daniela De Paulis, A Sign in Space, interdiciplinary project, ongoing from 2019 (9) Daniela De Paulis, Portrait