Il compositore elettronico e artista sonoro Pier Alfeo entra in «Young Italian Artists. Racconti dall’arte contemporanea», spazio dedicato ai protagonisti dell’arte under 35, concepito da Antonello Tolve e curato con Elena Giulia Rossi.
Ironia della sorte.
Nutro da sempre un particolare interesse verso l’imprevedibilità degli eventi, verso quel caos che rompe inesorabilmente gli schemi e quei pattern da noi conosciuti. Ed è proprio quel caos che in questi mesi passati ci ha pervaso, mettendo in discussione tutto ciò che abbiamo provato a conoscere della nostra esistenza.
Il caso è li, implacabilmente insaziabile, li dove risiedono gli Dei, in quel non-luogo dove il senso delle cose cessa di esistere.
Grazie ad esso, sporadicamente, ci ricordiamo di essere vivi, e che in qualsiasi istante tutto potrebbe sottrarsi al nostro controllo.
Cosa possiamo fare di fronte a cotanta incertezza?
Non ci resta che vivere, vivere augurandoci che quell’anomalia ritorni, ancora ed ancora, non importa se distruttiva o costruttiva, confidiamo in un atto, il nostro, quello di reagire.
Ho avuto paura.
L’ho avuta, pensando al futuro, ma che importanza ha, il futuro? Se pensiamo che quel futuro è costruito istante dopo istante?
Per un istante.
Qualcuno accelera, qualcuno rallenta, ma ciò che ci accomuna è la reazione, ciò che ci contraddistingue sono i tempi.
Ho capito, dopotutto, che nessuno può farsi padrone del tempo altrui, ci sono degli orologi, delle scansioni interne in ognuno di noi che vanno rispettate per l’integrità dell’essere noi stessi. Ho imparato ad ascoltarmi, più di quanto facessi prima, perché da un momento all’altro tutto questo potrebbe dissolversi, come un pugno di cenere lanciato al vento.
Poi sono rinato. Ancora una volta.
Pier Alfeo, Maggio 2020