Meteorological Mobilities è la mostra in corso online per conto di apexart dedicata al clima, al modo in cui questo diventa agente di migrazioni di massa, e a possibili soluzioni che possano contrastare la situazione attuale.
Uno degli impatti più tangibili della crisi ambientale odierna, che sta avanzando molto più rapidamente di ogni altro tempo – sarà il dislocamento dell’uomo. Le migrazioni indotte dal clima sono un fenomeno globale che sta avendo un impatto sempre più incisivo, sull’individuo e sulla collettività. Regioni costiere come le Maldive nell’Oceano Indiano, le isole Sundarbans nella Baia del Bengala, Tuvalu nel Sud del Pacifico, la costa dell’Alaska e molti altri sono minacciati dall’innalzamento delle maree, dall’erosione o dalla desertificazione. Le persone sono chiamate ad affrontare questa urgenza. Avere a che fare con questi cambiamenti richiede molto più di strategie e soluzioni al livello regionale, richiede una riorganizzazione dell’economia, delle istituzioni e delle infrastrutture su scala globale.
La mostra ad apexart ripensa, attraverso i lavori, il modo in cui agiamo collettivamente di fronte al cambiamento climatico come cittadini planetari. Lontani dal promuovere il catastrofismo, le miserie esotiche e la resistenza passiva, la mostra è indirizzata a coltivare consapevolezza sull’ingiustizia climatica, responsabilizzando il potere politico dominante dei vari paesi, principali attori del surriscaldamento globale, a proporre adattamenti alternativi alla situazione attuale. (dal comunicato stampa)
Meteorological Mobilities, a cura di Marianna Tsionski apexart NYC, e online
Artisti: Amy Balkin, Ursula Biemann, MAP Office, Andrea Bagnato, Daniel Fernández Pascual, Helene Kazan, Hannah Meszaros Martin, Alon Schwabe
immagini: (cover1) MAP Office,«Learning from the Gypsies: Ghost Island», 2019, Digital video, 40 min (still)(2) Ursula Biemann, «Deep Weather», 2013, Digital video, 8:58 min (still)(3) MAP Office, «Learning from the Gypsies: Ghost Island», 2019, Digital video, 40 min (still)