I droni sono diventati una delle armi più potenti in guerra. Controllati in remoto da operatori specializzati a migliaia di kilometri di distanza dal teatro di guerra, portano avanti attacchi che hanno provocato la morte di migliaia di persone in paesi come il Pakistan, Lo Yemen e la Somalia. La mostra internazionale collettiva A screaming comes across the sky è dedicata alla tattica militare nota come guerra dei droni. La mostra e gli eventi ad essa correlati esplorano le tecnologie militari, sempre più invisibili, che nello scorso decennio si sono rese responsabili della morte di un numero crescente di civili, nel corso di guerre combattute per lo più in incognito e senza spiegazione.
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Gli artisti hanno approfondito alcuni degli aspetti più urgenti dell’impatto prodotto dall’impiego della tecnologia dei droni nelle operazioni belliche. Gli artisti di A screaming comes across the sky chiariscono la contestata «ecologia» dello spazio militare connesso in rete, rivelando come esso sia soggetto a sorveglianza, controllo e manipolazione. Dall’umorismo critico di Hito Steyerl sulla video sorveglianza, e la rabbiosa indagine di James Bridle sull’invisibilità, fino alla psico-geologia delle tecnologie di rete di Metahaven, alla fenomenologia del volo di Laurent Grasso, e alle inquietanti sculture meccaniche di caccia di Roger Hiorns.
Alcune delle opere hanno una natura poetica, che invita il pubblico ad una calma riflessione, mentre altre producono un responso più immediato e viscerale, suscitando timore e ansia negli spettatori. Come succede spesso nelle tragedie, l’umorismo può essere il messaggero più intrepido. Nell’era post-PRISM della sorveglianza di massa, gli artisti si uniscono ai giornalisti nel rivelare le infrastrutture tecnologiche che rendono possibili eventi come gli attacchi dei droni. Come il giornalismo, l’arte rivela gli aspetti del nostro mondo che sono stati deliberatamente nascosti all’opinione pubblica. L’arte ci apre le porte della percezione (dal comunicato stampa inglese).
«A screaming comes across the sky»,Curator: Juha van ’t Zelfde, Artistic Director Lighthouse / Artisti: AeraCoop (Lot Amorós, Cristina Navarro eAlexandre Oliver), ES / Lot Amorós, ES / James Bridle, UK / Alicia Framis, ES / Laurent Grasso, FR / Roger Hiorns, UK / Silvia Maglioni & Graeme Thomson (terminal beach) UK/IT / Metahaven, NL / Mariele Neudecker, DE / Martha Rosler, US / Roman Signer, CH / Hito Steyerl, DE / Initiation of concept and collaboration: Honor Harger / Exhibition architecture: Miroslav Rajic / Exhibition graphics: Metahaven.
LABoral Centro de Arte y Creación Industrial (Gijón, Spagna), 11.10.2014 – 08.03.2015.
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Immagini (cover) Hito Steyerl, How not to be seen, courtesy of the artist (1) Laurent Grasso, On Air, 2009-2012, photo courtesy Laurent Grasso Studio, Paris (2) Lgega un grito nel cielo, exhibition view.