Is My Body Public? è una collezione che esplora il confine tra spazio pubblico e privato nella nostra vita quotidiana. Gli abiti evocano esteticamente i capi di lingerie da donna; in realtà sono degli slogan di protesta. La domanda “Is my Body Public?” è ricamata su ciascun abito in quindici lingue diverse per rappresentare tutte le donne del mondo. Sebbene il tessuto e la lavorazione degli abiti siano molto delicati e discreti, il messaggio risulta potente. Con Is My Body Public? Framis si interroga su cosa oggi sia pubblico e quanto sia ancora privato. Le tematiche di privacy e body politics che Framis indaga in quest’opera assumono un significato diverso e più specifico per le donne.
Gli abiti offrono alle donne uno strumento per esplorare modi nuovi e divertenti di discutere temi importanti come il sessismo (sistematico). Attraverso la collaborazione con donne provenienti da background differenti, nella performance il lavoro acquista un carattere partecipativo e globale.
Framis spesso parte da dilemmi sociali reali per sviluppare scenari originali e proporre soluzioni. Crea piattaforme per lo sviluppo di un’interazione sociale creativa, coinvolgendo spesso altri artisti ed esperti provenienti da vari campi disciplinari. La collezione LifeDress offre un nuovo spunto per manifestare contro le molestie e l’abuso sessuale nei confronti delle donne, ed è composta da abiti realizzati con il tessuto usato per gli airbag delle automobili: un materiale high tech prodotto in Giappone caratterizzato da un’elevata resistenza contro gli urti e gli incendi.
Ciascun abito è stato realizzato per proteggere le donne contro ogni atto di molestia (sessuale), ed è progettato per cambiare forma ogni volta che avviene un’intimidazione. Il lavoro può essere visto come una critica sociale dei modelli di genere che oggi pervadono la nostra società. Esistono una miriade di modi in cui le donne nella loro vita quotidiana cercano di proteggersi contro le molestie e le violenze sessuali e questi abiti ci aiutano a comprendere questa cruda realtà. Nel suo nuovo lavoro Framis utilizza elementi presi dal campo della tecnologia, dell’attivismo e della performance. Con LifeDress punta a unire le donne e ad avviare un dibattito. All’interno di questa collezione, l’azione è negli stessi abiti che, proprio come un airbag, scoppiano quando chi li indossa viene toccata in modo inappropriato, costringendo il molestatore ad affrontare l’imbarazzante presa di coscienza che le sue azioni sono inaccettabili. L’effetto sorpresa è inteso a smuoverlo e ad aprirgli gli occhi. In questo modo, Framis discute un tema serio, ma attraverso un atto surrealistico.
LifeDress è collegata alla collezione Anti_dog di Framis, composta da 23 indumenti realizzati con materiale antiproiettile per proteggere le donne, contro la violenza, e con cui Framis nel 2003 ha rappresentato i Paesi Bassi durante la Biennale di Venezia. Framis ha concepito questa collezione quando lei stessa ha dovuto fare i conti con il razzismo mentre viveva a Berlino. Attraverso gli abiti Framis voleva parlare della violenza contro le donne in generale. Gli abiti sono stati indossati durante alcune manifestazioni di protesta accompagnate anche da performance, e tenutesi in città come Berlino, Amsterdam, Madrid, Birmingham, Helsingborg, Venezia, Barcellona, Istanbul e Parigi.
Alicia Framis, Forbidden Collections, Upstream Gallery, Rotterdam, 23.11.2018 – 08.02.2019
immagini: (cover 1) Alicia Framis, «Is My Body Public? (Dutch)», 2018. Courtesy the artist and Upstream Gallery, Amsterdam (2) Alicia Framis, «LifeDress», 2018. Installation view of exhibition Forbidden Collections.Photo: Gert Jan van Rooij. Courtesy the artist and Upstream Gallery, Amsterdam (3) Alicia Framis, «Is My Body Public?», 2018. Performance during Amsterdam Art Weekend, 23 November 2018. Photo: Maarten Nauw. Courtesy the artist and Upstream Gallery, Amsterdam.