Un paio di anni fa il poliedrico quartiere londinese di Hackney si è arricchito di un centro culturale all’avanguardia, pensato per i giovani artisti e la comunità locale, e conosciuto con il nome di White Building. Sfruttando una struttura preesistente, gli ambienti industriali inizialmente appartenuti alla Clarnico Sweet factory e successivamente utilizzati come laboratori di stampa, lo spazio è stato ristrutturato giocando sulle dimensioni e sulla flessibilità dell’edificio, in modo che mantenesse la propria identità consentendo al suo interno la realizzazione di progetti artistici e culturali di vario genere.
L’obiettivo cardine del team della progettazione del White Building – ciò che l’ha reso «diverso» da altri progetti di riqualifica analoghi – era mantenere vivo il concetto di spazio creativo realizzato con e per la comunità locale, motivo per cui fornitori, artisti e addetti ai lavori sono stati coinvolti attivamente in ogni fase della ristrutturazione. Il risultato è uno spazio partecipato da molti e da molti frequentato, in quanto fucina di giovani talenti – grazie ai percorsi educativi ed ai programmi di residenza per artisti –, vetrina di progetti culturali ad ampio raggio e in continua successione, ed inoltre completato da una zona ristorazione apprezzata e rinomata nella capitale.
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Soprattutto, in poco tempo il White Building è divenuto un formidabile incubatore di progetti ed esposizioni nate da sinergie tra arte, scienza e tecnologia. La prossima mostra, allestita in questi giorni al termine del suo programma di residenza, è intitolata Shared Boundary:Painting as interface ed è stata realizzata mediante l’utilizzo di Google Glass, un’interfaccia che – indossata come occhiale dall’artista nell’arco della produzione dei proprio dipinti – in un secondo momento e sotto forma di video permette allo spettatore di assistere al processo creativo da cui prende vita un’opera d’arte. La riflessione dell’artista, Gretchen Andrew, si estende dunque all’utilizzo quotidiano di oggetti quali mouse, telecomandi e via dicendo, a come siano una sorta di portale tra mondo reale e virtuale, e alle modalità con cui scegliamo di selezionare e scambiare informazioni.