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AUDIENCE ON STAGE da Larcen C al REF21

Giovani artisti dell'Accademia di Roma interpretano la performance Larcen C di Christos Papadopoulos dal punto di vista dello spettatore emancipato

Arshake by Arshake
15/12/2021
in Focus, REF21
AUDIENCE ON STAGE da Larcen C al REF21

Che rumore fa il silenzio?

Quando il silenzio diventa familiare. Ti accorgi che in realtà non è silenzio. Il tuo orecchio si abitua, si sensibilizza e inizia a percepire rumori sempre meno distanti e ovattati. E il suono si fa meno lontano e il ritmo si fa incalzante.

È capitato a tutti di muoversi nel buio: una sensazione iniziale di fastidio, destabilizzante. La forza dell’abitudine, poi, dilata le pupille, e l’occhio si abitua alla mancanza e la luce quasi non serve più. Che colore ha il buio?

Larcen C di Papadopulos è una danza sinuosa e perpetua: un continuo moltiplicarsi di corpi, che si muovono fluidamente, quasi all’unisono. E la scena scorre, i movimenti si amplificano, e il buio si fa meno buio.

La natura che appare nella sua fragilità.

Mettere in scena la maestosità della natura logorata dall’azione umana è l’intenzione del coreografo. E lo fa prendendo in prestito il titolo alla geografia: Larcen C è una piattaforma glaciale lungo la costa orientale della penisola antartica, che impercettibilmente va verso la disintegrazione, verso la completa rottura e collasso, causa il continuo riscaldamento del pianeta.

L’azione umana è parafrasata dal ritmo sempre più incalzante della musica, martellante e ripetitivo fino all’ossessione.

I costumi, meravigliosi, sono fatti di tessuti eterei, setosi e lucidi che riflettono la luce, che vivono di luce, che lasciano scoperte piccole porzioni del corpo dei performer. L’avambraccio, il polpaccio e il ventre rosei appaiono, allora, gli unici punti di colore della scena. Il rosa della carne su uno sfondo nero, su tessuti scuri e cangianti testimoniano che la scena non è vuota, che lo spazio è abitato e che l’azione umana persegue.

La luce è ancora puntuale, tanto da incantare lo spettatore con affascinanti ombre cinesi: quasi ipnotizzato ti distrai dalla danza, dai corpi, dalla musica e inizi a seguire il gioco, la proiezione dei corpi sulle superfici, i movimenti deformati dalle cose lungo i lati della scena giù fino in platea.

Il bianco della luce e il nero della scena: sono i non colori a prevalere. Il buio inizia a farsi meno buio e il nero meno nero. Una luce quasi spaziale, appare sempre meno lontana e sempre più invadente. Gli stessi non colori e la stessa luce fredda di Kubrick in Odissea nello spazio: quasi a presagire la fine dello spettacolo.

La musica si fa meno monotona e ripetitiva, i movimenti assecondano il suono, e i corpi dei performer appaiono in controluce nella loro totalità.

Che rumore fa il silenzio? Che colore ha il buio?

Alessandra Gabriele

 

immagini (cover 1-3): Christos Papadopoulos, Larsen C,  © Pinelopi Gerasimo for Onassis Stegi (4-5) immagini realizzate per AUDIENCE ON STAGE: Lettera allo spettatore emancipato per  indagare con lui/lei i percorsi della sua immaginazione nel corso dello spettacolo. 

 I testi e i video che raccontano ogni spettacolo sono il frutto del rapporto attivo che esso stabilisce con gli spettatori,  alla ricerca dell’identità dello “spettatore emancipato”. Gli studenti dell’Accademia che hanno ideato il progetto, hanno tessuto una relazione con alcuni spettatori scelti  presenti agli eventi, utilizzando la posta cartacea e elettronica. Successivamente hanno creato una traduzione dello spettacolo che prende forma dalle parole e dalle immagini suggerite dagli stessi spettatori.
Chi è lo “spettatore emancipato”?
Secondo Jacques Rancière, sei tu, siete voi, siamo noi, che con “le storie e le performance, possiamo cambiare qualcosa nel mondo nel quale viviamo.
Materiali testuali e video di questo articolo sono stati realizzati in occasione di Christos Papadopoulos, LARCEN C, 16 novembre 2021 andato in scena all’Auditorium Parco della Musica il 16 novembre 2021,nell’ambito del Romaeuropa Festival e come parte di AUDIENCE ON STAGE, quarta edizione di BACKSTAGE / ONSTAGE progetto editoriale multimediale realizzato con una partnership tra Accademia di Belle Arti di Roma, Romaeuropa Festival, e Arshake. Per l’edizione 2021, BACKSTAGE / ONSTAGE ha spostato lo sguardo sugli spettatori del Romaeuropa Festival, sul loro comportamento e sul loro modo di rapportarsi agli spettacoli, sulla loro attenzione e su ciò che in loro si produce. L’indagine si è svolta su un piano trasversale che ha attraversato i diversi generi di spettacoli del festival, dalla danza al teatro di prosa, alla musica. Ha scrutato gli ingressi, le hall e i corridoi dei teatri, le platee, i palchi, i cellulari, gli schermi degli eventi online, alla ricerca dello sguardo del cosiddetto spettatore emancipato, ovvero colui o colei che trova nel teatro un nuovo tipo di contatto e di vicinanza con gli altri, ma anche una nuova connessione con la propria esistenza attiva.
Backstage / Onstage: progetto nato da una partnership tra Accademia di Belle Arti di Roma, Romaeuropa Festival e Arshake| Crediti 2021: Video: Walter Maiorino, Eleonora Mattozzi, Alessia Mutti, Francesca Paganelli, Eleonora Scarponi. Testi: Chiara Amici, Domiziana Febbi, Alessandra Gabriele, Martina Macchia, Alessia Mutti.
Tags: arsarshakeAUDIENCE ON STAGEBACKSTAGE / ONSTAGEChristos PapadopoulosperformanceRomaeuropa FestivalRome Fine Arts Academy
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