«My Veins Are the Wires, My Body Is Your Keyboard» è la prima grande mostra della pionieristica net-artist e scultrice Auriea Harvey in corso al Museum of the Moving Image a New York. La mostra presenta più di quaranta opere della Harvey, tra cui i suoi rivoluzionari interattivi basati sulla rete, i videogiochi e le sculture in realtà aumentata di una carriera che abbraccia quasi quattro decenni.
Auriea Harvey ha costantemente re-immaginato e ridefinito i confini creativi delle tecnologie in rete per più di tre decenni. Possiede una notevole sensibilità per il modo in cui la rivoluzione digitale degli anni Novanta ha generato un cambiamento sociale nel modo in cui gli esseri umani si connettono. Il suo percorso – dalla creazione di opere d’arte da visualizzare esclusivamente in un browser web alla sfida dei confini tra esperienze virtuali e tangibili attraverso la stampa 3D e la realtà aumentata – riflette in modo coerente il potere paradossale dei computer di consentire l’intimità, interferendo al contempo con il contatto corporeo e l’occupazione dello spazio condiviso.
Pubblichiamo un estratto dall’introduzione che accompagna la mostra:
Nella sua innovativa carriera pluridecennale, Auriea Harvey (nata nel 1971) ha costantemente superato i confini dei media. Con uno stile tecno-anacronistico, la sua pratica basata sul codice è stata celebrata per aver sfidato le tendenze convenzionali, intrecciando le ideologie dell’arte classica con l’immediatezza delle tecnologie in rete. Romantica nell’animo, Harvey esplora il potenziale degli spazi virtuali per evocare profondità e vicinanza tattile, catturando un senso di immediatezza e visceralità nonostante la distanza fisica.
L’opera di Harvey è emersa all’avanguardia della net art, in un periodo in cui il web cominciava a essere riconosciuto come una piattaforma valida per l’espressione artistica. L’artista si è discostata dal web design minimalista degli anni Novanta e si è evoluta con l’espansione delle capacità dei browser, cercando di creare esperienze più palpabili.
Un aspetto cruciale del catalogo di Harvey è la sua duratura collaborazione con Michaël Samyn, conosciuto online. La loro collaborazione, radicata nella ricerca comune dell’intimità attraverso i mezzi digitali, è stata motivata dalla loro personale esperienza di “amore attraverso i fili”. Insieme, hanno esplorato le profondità dell’impegno emotivamente vulnerabile applicato alle arti digitali.
Sempre più disillusa dalla corporativizzazione e dalla standardizzazione di Internet, nonché dal rifiuto dell’industria del gioco commerciale di staccarsi dagli usi convenzionali dei motori di gioco in tempo reale, Harvey ha gradualmente riportato la sua attenzione sulla scultura. Utilizzando la stampa 3D, queste sculture manifestano i suoi concetti digitali nel mondo tattile, reinterpretando miti antichi con narrazioni contemporanee.
Nel corso della sua attività, Harvey ha interrogato e affrontato la dicotomia del digitale: la sua profonda capacità di unire le menti e di tenere separati i corpi. Le sue opere trascendono i clic senza pensieri per avvolgere gli spettatori in un dialogo intenzionale e sensoriale con il virtuale, dove l’artista persiste nell’esplorare i temi della creazione di miti classici, dell’intimità e della ricerca senza tempo della bellezza.
L’affinità di Auriea Harvey per le arti computazionali è nata all’età di nove anni a Indianapolis, nutrita da una madre che per un breve periodo ha lavorato come operatore di schede perforate, inserendo e recuperando dati dai primi sistemi informatici. La madre di Harvey ebbe così la lungimiranza di iscriverla a un campo di informatica, che le diede accesso a macchine come il Timex Sinclair, decenni prima che i suoi coetanei incontrassero dispositivi simili. Nella sua casa d’infanzia, Harvey, che dimostrò un’attitudine per il BASIC, si circondò di riviste di programmazione e giochi di avventura testuale come Voodoo Castle.
Alla Parsons School of Design, dove ha conseguito un BFA in scultura, il particolare background di Harvey le ha garantito uno studio nel nascente laboratorio informatico del college. Qui ha imparato da sola il rendering e l’editing 3D utilizzando strumenti come CrystalGraphics e Photoshop. Influenzate dalla musica jazz che spesso permeava la sua casa, le prime opere di Harvey fondono tecniche digitali e metodi tradizionali, come le stampe a contatto su vetro. Si è battuta affinché il lavoro con gli strumenti digitali fosse riconosciuto come forma d’arte in un periodo in cui prevalevano la street art e l’arte installativa tattile.
Grazie alla sua conoscenza anticipata del software editoriale e del design grafico digitale, Harvey è stata ricercata e assunta da importanti enti come Virgin Records, MTV e PBS per progettare le loro prime pagine web. L’approccio provocatorio e l’estetica di Harvey ottennero rapidamente il plauso della critica. A metà degli anni Novanta, Harvey era al centro di una scena artistica in evoluzione, in linea con il boom delle dot-com e l’ascesa delle immagini in movimento nelle gallerie. Oltre al suo premiato Entropy8.com, i contributi di Harvey a progetti come Brandon di Shu Lea Cheang, un’opera d’arte in rete sulla tragica storia di Brandon Teena, e a gruppi di pari che comprendevano artisti come Olia Lialina e JODI hanno evidenziato la sua influenza tra coloro che esploravano la capacità di Internet di fare arte.
(estratto dall’introduzione che accompagna la mostra)
Auriea Harvey: My Veins Are the Wires, My Body Is Your Keyboard, 2 febbraio— 7 luglio, 2024, Museum of the the Moving Image, organizzata da Regina Harsanyi (curatore associato di media art); conservazione curata da Dragan Espenschied/Rhizome.Il progetto è stato reso possibile grazie al sostegno della Terra Foundation for American Art.
Auriea Harvey è un’artista e scultrice digitale che vive e lavora a Roma. La sua pratica comprende opere d’arte virtuali e fisiche. Attingendo alla sua ricca esperienza nella net art e nei videogiochi, porta una sintesi di mitologia, autobiografia, riferimenti storici dell’arte e immaginazione – resa visibile attraverso la forma, l’interazione e l’immersione. Auriea si impegna attraverso il tempo, i media e i materiali per definire il significato della produzione scultorea nel momento attuale.
Il suo lavoro è presente nelle collezioni del Whitney Museum of American Art, del Buffalo AKG Art Museum, del Walker Art Center, della KADIST Collection, della Rf.C Collection e della Net Art Anthology di Rhizome. Ha esposto con successo internazionale, tra cui mostre al Tinguely Museum di Basilea, al Victoria & Albert Museum di Londra, al New Museum di New York e allo ZKM di Karlsruhe. Auriea è rappresentata dalla galleria bitforms, NYC.
immagini (cover 1): Auriea Harvey, «Control», estratto da skinonskinonskin (1999) (2-3) Auriea Harvey: My Veins Are the Wires, My Body Is Your Keyboard, panoramica di mostra, Museum of the Moving Image,New York (4) Auriea Harvey e Michaël Samyn, «Sunset», 2015, Still frame from video game for PC/Mac, Courtesy dell’Artista