Björk, famosa cantante islandese protagonista da anni della scena performativa e avanguardista musicale, è anche il titolo ingannevolmente minimal dell’imponente retrospettiva in corso al MoMa di New York. L’esposizione, curata dal Chief Curator at Large del museo Klaus Biesenbach, in partnership con Volkswagen America, è una grandiosa celebrazione – dalla forte componente hi-tech – dei vent’anni di carriera dell’artista. Björk ha voluto in scena non solo i suoni e le riprese video, ma anche gli oggetti e gli strumenti musicali, così come i costumi e le scenografie utilizzate in tutte le sue produzioni. Ha creato così un percorso intimo ma ricco di infiniti spunti, tanti quanti quelli nati dalle collaborazioni con designers, stilisti, fotografi, registi, scrittori etc in tutti questi anni di intensa attività.
Il fulcro dell’esposizione è una struttura su due piani costruita appositamente per supportare il progetto sensoriale, con sistemi visivi e sonori all’avanguardia messi a punto da Björk e dal curatore della mostra con il supporto dell’Electronics Research Lab di Volkswagen a Belmont. La cantante ha utilizzato le potenzialità della moderna tecnologia per regalare ai visitatori un’esperienza intima, in cui il tempo trascorso viene ricordato cronologicamente attraverso gli otto album prodotti, Debut (1993), Post (1995), Homogenic (1997), Vespertine (2001), Medulla (2004), Volta (2007), Biophilia (2011), e Vulnicura (2015).
Saranno presenti gli strumenti musicali progettati per il tour e l’album Biophilia e per l’omonima applicazione video creata per Ipad. I fan dell’artista potranno ammirare pezzi come l’Arpa robotica – composta da quattro pendoli che oscillano avanti e indietro suonando le note musicali – e il Gameleste – un ibrido tra il Gamelan, un’orchestra di strumenti musicali di origine indonesiana che comprende metallofoni, xilofoni, tamburi e gong, ed il Celesta, ovvero una variante dello xilofono.
In ultimo, l’installazione video musicale simbolo della mostra, intitolata Black Lake, ideata da Björk e dal regista Andrew Thomas Huang, in collaborazione con la società di progettazione 3-D Autodesk e con David Benjamin. Le riprese sono state realizzate in Islanda durante la scorsa estate, all’interno di grotte, cavità laviche, paesaggi quasi primordiali, cercati per esprimere l’idea cardine dell’album che esplora dolore, morte e rinascita. Una retrospettiva completa e di grande impatto sensoriale, che offre la possibilità di una visita al museo futuristica e al tempo stesso spirituale, in linea con il sentire di una grande artista contemporanea, la cui spiccata personalità viaggia in parallelo con tanta curiosità e altrettanta discrezione.
Björk, MoMA Museum, New York, a cura di Klaus Biesenbach, 08.03 – 07.06.2015
immagini (1 cover) Björk, Post, 1995 – Credit: Photography by Stéphane Sednaoui. Image courtesy of Wellhart Ltd & One Little Indian (2) Björk, Still from «All Is Full of Love» directed by Chris Cunningham, 1999, credit: courtesy Wellhart Ltd & One Little Indian (3) Björk, Volta, 2007, credit: Photography by Nick Knight, image courtesy of Wellhart Ltd & One Little Indian (4) Björk, Homogenic, 1997 , credit: Photography by Nick Knight. Image courtesy of Wellhart Ltd & One Little Indian.
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