Il 22 dicembre scorso, l’artista Iginio De Luca ha fatto irruzione nella quotidianità romana con il suo ultimo blitz, Sta scrivendo… In questa azione l’artista ha «screenshottato» 25 immagini che immortalano porzioni di una chat avuta con il curatore Claudio Libero Pisano e le ha poi «pubblicate» in forma di manifesti nei luoghi designati per la pubblicità. Nei manifesti troviamo l’intimità di una conversazione tra due amici e collaboratori; non è una messa in scena è una conversazione reale estrapolata dalla chat di WhatsApp risalente a tempi non sospetti, al 2017, quando il curatore e l’artista collaborano al fine di organizzare la mostra Riso amaro ospitata dallo spazio indipendente di AlbumArte.
Incappando nei manifesti di Sta scrivendo… ci sorprendiamo nell’apprendere la fase di gestazione di una mostra. Leggiamo di due uomini che lavorano comunicando, il linguaggio è informale, è un susseguirsi di considerazioni, battute e comunicazioni di servizio sul progetto e i suoi progressi. I toni sono giocosi e c’è anche qualche refuso. L’affissione adotta un criterio progressivo e traccia un itinerario che parte da piazza del Mattatoio a Testaccio e segue una successione temporale ed infine anche spaziale. I luoghi prescelti sono di interesse sociale, musei, ministeri e luoghi della politica, dialogano tra loro e sono funzionali al senso complessivo dell’opera. Tramite questa conversazione, De Luca ci mostra un piccolo frammento di vita, un ricordo soggettivo, un percorso, ma anche una pratica comune. Svolgendo quest’azione nello spazio analogico, l’artista si mostra autentico, priva l’artista della sua maschera stereotipata di genio, per mostrare l’uomo che vi è sotto.
Ora che la nostra vita online predomina su quella materiale, un atto del genere corrisponde all’affermazione della soggettività in contrasto con le pubblicità rivolte al pubblico massificato. Il layout dei manifesti è famigliare, ma crea straniamento poiché decontestualizzato, scevro dei codici grafici a cui siamo abituati, interrompe la continuità del paesaggio grafico. Al pari di un writer, De Luca, rivendica lo spazio pubblico, inserendosi nella giungla dei linguaggi urbani per rivendicare la presenza, l’esistenza e anche la resistenza degli uomini, degli artisti e del mondo dell’arte.
Offrendo al pubblico uno sguardo così sincero sull’arte, tutti gli osservatori sono coinvolti in questa forma di esposizione che rappresenta un primo passo verso una riconciliazione evidentemente necessaria con coloro che tuttora considerano l’arte contemporanea qualcosa di alieno. Infatti, tramite questo dialogo comprendiamo l’interdipendenza tra il curatore e l’artista, tra l’artista e l’opera e tra l’opera e il pubblico, dinamica alla base di un sistema organico in cui l’artista e il curatore si mostrano finalmente umani e imperfetti.
Sono lavoratori, pilastri di un settore economico evanescente e invalidato da una legislatura “distratta”. E quindi eccoci qua, volenti o nolenti l’arte è di tutti e Iginio De Luca l’ha rimarcato, Claudio Libero Pisano l’ha controfirmato e AlbumArte ha sottoscritto il tutto.
Sta scrivendo… Azione urbana poetica di Iginio De Luca
partecipata e condivisa da AlbumArte e Claudio Libero Pisano
Immagini (all) Iginio De Luca – Sta Scrivendo…, curatore Claudio Libero Pisano. Albumarte, dicembre 2020, ph: Luis do Rosario