Come secondo progetto della serie Dialogue, NOME presenta, in collaborazione con la galleria Laveronica, due mostre personali parallele degli artisti James Bridle e Jonas Staal, con il contributo dell’avvocatessa, accademica, scrittrice e attivista Radha D’Souza.
La mostra di James Bridle Signs of Life prende il nome dal film Segni di vita (1968) di Werner Herzog, in cui tre soldati tedeschi che pattugliano un’isola greca impazziscono quando s’imbattono in un’ampia distesa di mulini a vento. Il nuovo lavoro di Bridle Windmill 03 (for Walter Segal) ricrea un mulino a vento tradizionale greco, tratto dal luogo originale in cui è stato girato film, usando materiale in eccesso di progetti di architettura fai da te Aegina Battery comprende un generatore elettrico alimentato da settantadue limoni greci, e sottolinea il potere, le capacità e le conoscenze incarnati dal mondo naturale. Su cinque pannelli solari sono presenti delle incisioni con immagini e nomi di cinque specie di Radiolari, microscopiche creature marine che costruiscono elaborati scheletri minerali dalla silice. Una recente ricerca in campo ottico ha dimostrato che alcune forme d’incisione possono aumentare l’efficienza dei pannelli solari fotovoltaici, intrappolando alcune frequenze di luce che altrimenti verrebbero riflesse. In queste opere, Bridle invoca il potenziale della collaborazione con il mondo più-che-umano per cercare soluzioni rigenerative ai problemi che affrontiamo, nonché le potenzialità dell’istruzione e dell’azione collettive.
Comrades in Deep Future si concentra su tre opere di Jonas Staal che trattano il concetto di compagno non umano. Come ha scritto Jodi Dean, l’essere compagni è «caratterizzato dall’uguaglianza e dall’appartenenza, da un amore e un rispetto tra pari così grande che non può essere contenuto nelle relazioni umane, ma si estende fino a includere insetti e galassie (api e stelle) e gli oggetti stessi».
Il Court for Intergenerational Climate Crimes (CICC, istituito nel 2021 e ancora attivo) nasce dalla collaborazione tra Staal e Radha D’Souza, e consiste in una grande installazione in forma di tribunale che persegue i crimini climatici intergenerazionali. Interplanetary Species Society (ISS, 2019) è una biosfera alternativa costruita in un ex impianto nucleare sotterraneo a Stoccolma. Mentre gli ultra-miliardari appassionati dello spazio mirano a colonizzare Marte, la ISS si concentra invece sul sottosuolo, un livello intra-planetario. Anche Neo-Constructivist Ammonites (2019) è parte della biosfera alternativa, e si basa sul retaggio degli artisti sovietici costruttivisti e produttivisti i quali sostenevano che, durante la rivoluzione, anche gli oggetti diventano compagni. Obscur Unions, for Laure Prouvost (2020) prende la forma di quattro disegni stampati come bandiere, parte di una collaborazione continua tra Staal e l’artista Laure Prouvost. Le loro opere condivise s’incarnano in luoghi d’incontro concettualizzati da Staal, in cui entità antropomorfe come piante, braccia, rami, lingue, tossine, seni e segni creati da Prouvost si riuniscono come soggetti politici. Nei tre progetti di Staal, piante estinte, ammoniti neo-costruttiviste e polpi in rivolta appaiono come parte di un fronte popolare ribelle di lavoratori della terra. Umani, non umani, più-che-umani e altro-dagli-umani. Uniti nella lotta per un futuro profondo e una biosfera per tutti.
(dal comunicato stampa)
Dialogue: James Bridle and Jonas Staal, NOME Gallery, 27.04 – 17.06.2022
immagini: (cover 1) James Bridle, prototype for Windmill 03, Greece, 2022 (2) Jonas Staal, Interplanetary Species Society, 2019. Photo: Ricard Estay