Ospitata al museo MAXXI di Roma fino al 24 aprile e realizzata in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e con l’artista argentino Tomás Saraceno, Gravity. Immaginare l’universo dopo Einstein si propone di innescare un felice dialogo tra arte e scienza, creando un rapporto di partecipazione in grado di raccontare al grande pubblico, in modo didascalico e al contempo metaforico, la loro più intima vocazione, ovvero il disvelamento degli spazi d’ombra delle forze naturali che regolano e condizionano l’intera esistenza umana.
Arte e scienza, del resto, rappresentano due modalità di approccio alla ricerca della conoscenza, percorsi paralleli dall’indiscutibile valore gnoseologico, mezzi che, come ricorda Konrad Fiedler, «sono stati dati agli uomini per appropriarsi del mondo»[1]. Un rapporto dicotomico dunque che si concretizza e si articola nello spazio buio del museo, in cui iconiche strumentazioni scientifiche svelano le leggi fisiche celate all’interno delle opere d’arte, che a loro volta traducono visivamente complesse teorie scientifiche.
Scintilla vitale della mostra è la commemorazione di un documento pubblicato nel 1917, che si rivela di epocale importanza per la comprensione della conformazione e dell’origine dell’universo, uno studio in cui Albert Einstein, scienziato tra i più brillanti e geniali del XX secolo, applicando la sua teoria della relatività generale a tutta la massa presente nello spazio, postula l’esistenza della costante cosmologica[2], fattore indispensabile per l’equilibrio di un universo statico che altrimenti sarebbe collassato su se stesso. Sebbene sia trascorso un secolo dalla loro pubblicazione, le ricerche di Einstein continuano a rivelarsi estremamente influenti e quanto mai attuali nei più recenti studi sull’universo e ancora in grado di affascinare lo scenario contemporaneo dell’arte.
Tra opere complesse, macchinari dalle imponenti dimensioni, simulazioni di esperimenti e installazioni immersive a carattere prevalentemente esplicativo, una posizione d’onore è occupata dal magnetico film realizzato dal duo artistico Peter Fischli e David Weiss.
Der Lauf der Dinge (1987), inserito all’interno della sezione della mostra dedicata allo spaziotempo, riproduce una concatenazione di eventi messi in relazione tra loro da inevitabili e inarrestabili rapporti di causa-effetto, il cui motore-attore è la forza gravitazionale. Gravità che, proprio secondo il modello fornito da Einstein, viene intesa dagli artisti come effetto geometrico che curva lo spazio-tempo in cui tutta la materia è immersa.
[1] K. Fiedler, Aforismi sull’arte, trad. it. a cura di R. Rossanda, Tea Arte, Milano 1994, p. 41.
[2] Per ulteriori approfondimenti si legga almeno: J. R. Gott, La ragnatela cosmica. La misteriosa architettura dell’universo, Bollati Boringhieri editore, Torino 2016.
«Gravity. Immaginare l’Universo dopo Einstein»,a cura di Luigia Lonardelli, Vincenzo Napolano, Andrea Zanini (consulenza scientifica Giovanni Amelino-Camelia)
Museo MAXXI, Roma, 01.12.2017 – 29.04.2018
immagini: (cover 1) Tomás Saraceno Aerocene 10.4 & 15.3, 2015. Installation view at Grand Palais, Paris. Courtesy the artist; Tanya Bonakdar Gallery,New York; Andersen’s. Contemporary, Copenhagen; Pinksummer contemporary art, Genoa; Esther Schipper, Berlin. © Photo by Studio Tomás Saraceno, 2015 (2) Curvare lo Spazio. Installazione, INFN (3) Al lavoro su uno degli specchi del rivelatore di onde gravitazionali Virgo nel laboratorio EGO (European Gravitational Observatory) dell’INFN e del CNRS francese, che si trova a Cascina (Pisa). ©INFN, Photo Simone Schiavon (4) Laurent Grasso – Horn, 2009. Installazione, 870 x 450 x 510 cm. Courtesy the artist and Galerie Perrotin (5) Antenna Cassini, realizzata da Thales Alenia Space Italia , è l’ antenna del radar SAR e dell’esperimento Radioscienza. Cassini – Huygens è un programma di NASA, ESA e ASI per lo studio di Saturno e del suo sistema di satelliti ed anelli con particolare riguardo al satellite Titano. La missione, partita nell’ottobre 1997 si è conclusa nel settembre del 2017.
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