Invitato a partecipare alla seconda edizione di Romaeuropa Festival. Digitalive 2019, Hirokai Umeda ha presentato una rielaborazione di due sue performance, riadattate per lo spazio del Mattatoio, dando vita a Median+Intensional Particle.
Un universo parallelo, sembra, il luogo in cui Umeda ha trasportato il pubblico con la sua performance. Uno spazio completamente buio, il pubblico e il corpo dell’artista. Sulla parete e sul pavimento immagini grafiche virtuali, hanno preso la forma di particelle organiche, come il titolo stesso dell’opera suggerisce. Accompagnate da un sound elettronico, queste hanno preso vita grazie alla sincronizzazione con il corpo umano. Il palco si è trasformato in un luogo dove il confine tra realtà umana e digitale si fa sottile. La coreografia di Umeda sembrava influenzare le immagini e, a loro volta, queste parevano interagire con il suo corpo e avvolgerlo.
In Median+Intensional Particle danza e tecnologia hanno trovato un punto di incontro, creando un ambiente ad alto stimolo sensoriale. Lo spazio, immersivo, all’interno del quale il corpo dell’artista si fonde, genera un unico flusso che comprende le proiezioni video, caratterizzate da un forte contrasto di luce e ombra. Il software capta e analizza i movimenti del corpo e le energie che esso subisce dall’esterno. Un rapporto empatico tra un fenomeno che appare sempre come qualcosa di puramente scientifico, calcolatore al quale viene attribuita una sensibilità, che interagisce con la più nascosta natura del microcosmo. Suoni striduli e frammentati, e ancora movimenti interrotti del danzatore si mescolavano in un unico dialogo.
Il pubblico ha assistito alla danza ipnotica tra micro e macrocosmo, tra materia organica e tecnologica, tra arte scenica e digitale. La distanza tra questi mondi viene a mancare, non è più possibile l’esistenza di uno senza l’altro: la forza intensionale degli elementi multimediali si fa potente come quella dell’espressione umana.
Una ricerca filosofica dell’arte nella natura e nella scienza, dove questo binomio racconta di un corpo umano che si muove, e assieme a questo ogni particella e molecola, così da ricordare che è parte integrante di un ecosistema e a livello microscopico una molecola umana è simile a quella di altre specie biologiche che abitano la terra. Umeda investiga così il codice della vita, quasi a voler ricordare il sacro e indissolubile collegamento tra il micro e macrocosmo. Il corpo del ballerino vibra, così di conseguenza vibrano le immagini sullo schermo digitale.
L’utilizzo dell’elemento multimediale, dunque, non si ferma all’allestimento di uno spazio, ma viene utilizzato come vera e propria ricerca estetica che contribuisce alla presa di coscienza sul ruolo dell’essere umano all’interno dell’ecosistema, non come figura dominante ma come parte di un mondo interconnesso. Allo stesso tempo Umeda attribuisce ai nuovi media una nuova identità, non come qualcosa che manipola l’uomo, ma, al contrario, un qualcosa che coesiste con esso. Quello che viene mostrato al pubblico è un mondo alternativo dove la coesione tra uomo e digitale da vita ad un unico flusso vitale.
Sophie Barbera
Questo articolo è parte della sezione speciale che Arshake dedica a BACKSTAGE / ONSTAGE, il progetto che ha portato per due anni consecutivi (2018 – 2019) un gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma dietro le quinte del Romaeuropa Festival. Digitalive, nuovo format curato da Federica Patti e dedicato all’arte algoritmica in continuazione di un interesse per le arti digitali che il Romaeuropa Festival ha manifestato da diversi anni, tempi non sospetti. Anche quest’anno, pubblicati con cadenza settimanale, gli articoli costruiscono gradualmente la memoria delle opere e degli artisti che sono stati presenti, catturando i momenti salienti della ‘vitalità’ dei lavori performativi, ma anche dei loro protagonisti. Il tutto diventa parte di un archivio che approfondisce e ferma nel tempo il lavoro performativo degli artisti che nell’ambito del Digitalive si è consumato in una forma time-based; si riallaccia inoltre a temi e generi del Romaeuropa Festival e agli argomenti trattati all’ordine del giorno da Arshake. Crediti
Hiroaki Umeda è un coreografo giapponese e artista internazionale che sviluppa la sua ricerca attraverso l’unione di diverse discipline: danza, suono, video e luce. Fonda la sua compagnia S20, girando il mondo, porta alla visione del pubblico una metodologia artistica trascendentale dove il movimento spazio-temporale avviene all’interno di un ambiente multimediale. Una versione adattata, quella dei lavori Median+Intensional Particle, che esibirà alla Pelanda nell’edizione DIGITALIVE di quest’anno.
immagini: (1-3) Hiroaki Umeda– «Median+Intensional Particle», DIGITALIVE19, foto: Giulia Blasi per BACKSTAGE /ONSTAGE, grafica: Chiara Coppola, Danila Domizi, Elisabetta Matonti (2) Hiroaki Umeda- «Median+Intensional Particle», DIGITALIVE19, foto Francesco Pacifici per BACKSTAGE /ONSTAGE, grafica: Chiara Coppola, Danila Domizi, Elisabetta Matonti