Coscienza politica, senso poetico e ritmo sono scritti nel codice genetico di Iginio De Luca, sprigionati nei suoi lavori creativi nelle forme più varie: performance, fotografie, video, blitz, e quant’altro si presti a liberarli e ad incanalarli in sentieri che possano raggiungere il mondo, anche – e soprattutto – quello più distratto.
Attimi colti della vita politica – accadimenti, o tracce di questi (incluse le buche che raccontano la storia delle strade romane, e di Roma stessa), momenti, flash, ironia pungente che punzecchia impietosa, che srotola agli occhi della coscienza una storia intera.
Nel quadro della sua produzione «i blitz sono un corpo di azioni che attraversa la vita dell’artista da oltre dieci anni. Gli argomenti che definiscono le incursioni sono sempre legati all’attualità politica, sociale o culturale». Così sono definiti nel testo dell’ultimo libro uscito per Editions Mincione, curato da Claudio Libero Pisano tra le parole che scandiscono la copertina e che ritornano all’interno solo in un secondo momento, dopo aver lasciato all’occhio scorrere l’insieme delle azioni in un racconto per immagini.
Gesti ironici e coraggiosi, interruzioni della normalità, momenti di disturbo che, come tali, aprono scorci sull’assurdità della politica attuale, la sovrappongo a volte con la storia del passato. Questo modo di agire è il file rouge di azioni urbane realizzate per lo più in solitario ed elaborate nella versione di corti.
Questi lavori, nati quasi a latere, tanto ciascuno è scaturito dalla spontaneità di un impulso, sono stati presentati in una mostra ad Albumarte nel 2017, e scivolano ora all’interno di un libro che li raccoglie in una nuova forma, verso un ulteriore proseguimento.
Mostra e libro – entrambi curati da Claudio Libero Pisano, offrono uno sguardo a ritroso e d’insieme, ciascuno da un’angolazione diversa. Storici dell’arte, oltre al curatore, un musicista, un astronomo, uno scrittore, un giornalista, sono alcune delle figure che nel libro raccontano dei blitz. Sono anche le voci di chi, in qualche modo e misura, ne ha fatto parte. La loro diversità, il loro staccarsi dallo sfondo di operazioni alle quali appartengono e prendere la parola, lasciano immaginare le loro voci e il loro sguardo (quello delle immagini) disporsi a cerchio nella figura di un coro che solleva il lavoro dai dieci anni di produzione e lo adagia su uno stesso tempo modulare.
Lavoro spesso solitario, sì, quello di Iginio de Luca. La forza interiore con la quale la sua ironia raggiunge chi si ritrova lungo il suo percorso, senza troppo scomporsi nel suo ‘portamento’, lascia pensare che, per quanto solitario, la sua sensibilità sia in grado di ascoltare e di sintonizzarsi con il mondo, ritrovando evidentemente nell’arte il suo canale preferenziale. Il coro al quale il libro da voce ne da ulteriore conferma.
Iginio De Luca. Blitz, edited by Claudio Libero Pisano, Editions Mincione 2019
(cover 1) Iginio De Luca, foto courtesy: Emanuela Barilozzi Caruso (2) Iginio De Luca, «Impara l’arte e non metterla da parte», 2015, documentazione video (3-4) Iginio De Luca. Riso Amaro. Dieci anni di blitz, a cura di Claudio Libero Pisano, Albumarte, Roma, 14.06 – 21.07. 2017, foto courtesy: Sebastiano Luciano (5) Iginio De Luca, «L’inchino», 2014, documentazione video