(…) Prosegue il saggio di Valentina G. Levy, recensione di The Future is Now, la mostra di new media art coreana, curata Yi Soojung, in corso al Museo MAXXI di Roma. Nella prima parte (pubblicata ieri su Arshake e accessibile qui) sono state analizzate le prime due delle quattro sezioni tematiche e temporali in cui è suddivisa la mostra fornendo un cappello storico – politico della Corea. In questo frangente, si è trattato il lavoro e il ruolo dell’artista coreano Nam June Paik, nel mondo conosciuto e riconosciuto come padre della video-arte, per poi arrivare alle produzioni degli anni Ottanta e Novanta. Il saggio riprende da qui per addentrarsi nelle ultime due sezioni di mostra con l’incontro delle esperienze artistiche più contemporanee che si sono formate nell’intreccio tra arte e tecnologia e risultate in un ritratto della Corea industrializzata e informatizzata.
La terza parte della mostra, Internet e l’espandersi della new-media art, si concentra sulla rivoluzione digitale e la diffusione di concetti quali il cyberspazio e la connettività. I lavori inclusi in questa sezione appartengono ad artisti nati intorno agli anni ’70 e attivi già verso la metà degli anni ’90, periodo in cui la Corea del sud inizia a risentire di quella crisi economica, avviata dallo scoppio della bolla speculativa giapponese e seguita dalla crisi finanziaria del sud-est asiatico. Rispetto alla generazione precedente, gli artisti qui presentati dimostrano un diverso modo di approcciare la video-arte, vista ormai come una forma espressiva autonoma.
La priorità di questi artisti sembra comunque essere quella di utilizzare le nuove tecnologie come strumento per riflettere su tematiche politico-sociali e ambientali legate ai rapidi cambiamenti che hanno interessato il paese dagli anni ’80 all’inizio del nuovo millennio. The Weight of Hands, di Minouk Lim (1968) è un video, completamente girato con una telecamera a rilevamento termico, in cui l’artista filma un gruppo di persone in visita al lago artificiale Ipo Bo e ad alcuni complessi residenziali limitrofi. La creazione di questo lago artificiale rientrava all’interno del Progetto dei Quattro Fiumi, un ambizioso e controverso piano di ingegneria ambientale promosso dal presidente Myung-Bak Lee con lo scopo di creare una sorta di autostrada acquatica per collegare Seoul a Busan. Pur non essendo citato direttamente da Minouk Lim, il progetto aspramente criticato da gruppi ambientalisti e dalla conferenza episcopale coreana che lo dipingono come fonte di inevitabili disastri idrogeologici, fa in qualche modo da sfondo a The Weight of Hands. Il video di Lim, in effetti, è un invito a esperire il lavoro con altri sensi, oltre che con la vista, ma è soprattutto un’intenzionale cancellazione del paesaggio e dell’ambiente naturale a opera della mano dell’uomo.
Questo tema si riallaccia a un altro lavoro presentato nella stessa sezione della mostra, Euphoric Drive, una computer animation in cui l’artista Biho Ryu (1970) fa percorrere all’osservatore una strada nel mezzo di un paesaggio virtuale giallo oro. Sulle montagne che fanno da sfondo e ai lati della strada tutti gli elementi naturali sono stati cancellati. Sul suo percorso l’osservatore si imbatte esclusivamente in sagome di fabbriche e cartelli pubblicitari di grandi marchi internazionali come KIA Motors, IBM, SK Telecom (etc.).
Infine, la quarta sezione della mostra, Creativi della cultura nell’era del digitale, si concentra sulle ricerche più recenti che hanno preso il via dopo il primo decennio del nuovo millennio. I lavori qui inclusi rivelano una forte tendenza all’uso interattivo delle tecnologie digitali, alla creazione di progetti collaborativi, alla contaminazione dell’arte visiva con altre discipline quali l’architettura e il design. Le nuove tecnologie non sono più oggetto di indagine, ma strumento per dare vita a progetti interattivi e partecipativi che rimettono in discussione l’autorialità e la fruizione dell’opera attraverso la promozione di un’arte collettiva che coinvolge direttamente e in maniera multisensoriale lo spettatore, interrogandosi allo stesso tempo sul presente e sul futuro della globo.
El Fin del Mundo è un video a doppio canale che fa parte del progetto News from Nowhere di Kyungwon Moon e Joonho Jeon, il duo artistico che rappresenterà la Corea alla 56esima edizione della Biennale di Venezia. La ricerca di Moon e Jeon si focalizza sul rapporto tra futuro, arte e società, attraverso progetti interdisciplinari nei quali l’uso di tecnologie è finalizzato a sviluppare interazioni tra esperti di vari campi della cultura e delle scienze sociali, sollevando importanti questioni legate all’evoluzione del mondo e dell’umanità. In particolare, in El Fin del Mundo, gli artisti si interrogano su una possibile morte e rinascita dell’arte in un mondo post-apocalittico.
Interessante in questa sezione anche il lavoro di un altro duo, Bang & Lee, Trasparente Studio 2008-2014, un’installazione ambientale che riproduce un luogo ideale in cui gli artisti invitano il pubblico a porsi domande sul rapporto tra l’immagine e i media con cui essa viene prodotta e diffusa, in relazione all’evoluzione della storia e della società attuali. Il lavoro sembra ispirarsi al saggio La società della trasparenza del sociologo coreano Byung-Chul Han, che introduce per la prima volta questa definizione del mondo contemporaneo, mettendo in discussione il valenza positiva del termine “trasparenza”. La facile diffusione globale delle immagini e delle informazioni attraverso la rete rappresenta una grande conquista per l’umanità ma si rivela anche essere un’arma a doppio taglio, non solo per la sempre maggiore perdita della privacy individuale, ma anche in ragione della facilità con cui i dati possono essere manipolati e alterati. L’installazione di Bang & Lee invita quindi a riflettere sull’ambiguità dell’immagine in un mondo reso trasparente dalla rete eppure non più sicuro di prima. (Potete leggere qui la prima parte dell’articolo)
«The Future is Now», a cura di Yi Soojung, Museo MAXXI, Roma, 19.12.2014 – 15.03.2015, Mostra organizzata da MMCA, Corea e co-prodotta con il Museo MAXXI.
Immagini
(1) The Future is Now, exhibition view, Museo MAXXI, photo by Musacchiolanniello, courtesy MMCA, Korea (2) Lim Minouk, The Weight of Hands, 2006, courtesy MMCA, Korea (3) Ryu Biho, Euphoric Drive, 2008, courtesy MMCA, Korea (4) Moon Kyungwon + Jeon Joonho, News from Nowhere – El fin do Mundo, 2012, courtesy MMCA, Korea (5) Bang & Lee, Transparent Study, 2014, courtesy MMCA, Korea.