Un gruppo di studenti dell’Università di Dundee (Scozia), riscopre alcuni esemplari di tecnologie interattive che hanno precorso i tempi delle moderne tecnologie digitali e crea, con la guida del curatore Graham Pullin, il “Museum of Lost Interaction”. Dopo il restauro di questi strumenti per renderli nuovamente funzionanti, creano nove mostre che ripercorrono le tecnologie dal 1900 al 1970 e ne raccolgono immagini e video dell’epoca per poi renderli disponibili on-line.
Le invenzioni tecnologiche che hanno scritto la storia sono necessariamente il capitolo conclusivo di precedentiricerche e scoperte che ne hanno tracciato il percorso. In particolar modo i progressi nello sviluppo delle telecomunicazioni (dal telegrafo ai cellulari) e in quello delle tecnologie digitali interattive hanno compiuto passi da gigante e in tempi sempre più brevi. Questa velocità del progresso assieme agli alti costi per la conservazione e documentazione ha fatto sì che molte di queste invenzioni fossero presto dimenticate. Curiosando nel sito del “Museum of Lost Interaction”, veniamo a scoprire, per esempio, che all’alba del 1900 alcuni alberghi e caffè di lusso londinesi hanno messoa disposizione il Richophone, un gioco interattivo a cui si partecipava attraverso il telefono in apposite cabine, e che già nel 1925 era possibile scaricare brani musicali attraverso l’Acustograph, precursore dei contemporanei iTunes e Napster.
Quanti ricordano che nel 1952 si poteva ascoltare la musica camminando con Zenith Radio? La storia fatica a tenere il passo con la documentazione degli sviluppi di tecnologie sostituite in tempi brevi da nuovi prodotti e prestodimenticate. Il primo telefonino multimediale, Pester dei primi anni Settanta, con integrati sia il lettore di cassette musicali sia la macchina fotografica sia alcuni giochi interattivi, è stato sostituito in toto dall’attuale cellulare negli anni Ottanta. Mettendoli a confronto non è difficile rendersi conto che il design di Pester ha lasciato una traccia profonda negli apparecchi più moderni.
Il sito, semplice nella sua grafica ma curato nei suoi contenuti, è stato creato in occasione di una mostra tenutasi nel 2006 come risultato di una serie di ricerche svolte da studenti dell’Interactive Media Design di Dundee. Da strumento complementare per rendere visitabile i contenuti della mostra, questa sorta di ‘museo archeologico’ è diventato un documento importante e sempre attuale che, fino ad ora, resiste all’obsolescenza del tempo.