Prosegue la conversazione di Giorgio Cipolletta con l’artista e neuro scienziato Luigi Pagliarini sul corpo, le sue “s-misurate infinite possibilità”, e la relazione con la mente.
Giorgio Cipolletta: all’inizio del nostro incontro, hai raccontato del corpo, della sua natura, della sua funzione. Ora azzardo un’altra domanda: che cosa è l’intelligenza?
Luigi Pagliarini Ah! Per fortuna una domanda semplice.
Mettiamola così: credo che l’intelligenza sia il concetto che in assoluto è stato più soggetto a definizioni innovative nell’ultimo secolo, tanto per dirne una, e che se continua così a breve supererà anche le possibili declinazioni del concetto di Dio. È una battuta ovviamente, ma l’idea d’intelligenza è per certi versi talmente vittima di qualsiasi speculazione del pensiero, fatto ricorsivo tra l’altro, da apparire o essere disarmante. Questo è un concetto che addirittura, a differenza del Divino, non può nemmeno difendersi da eventuali speculazioni su una sua componente “artificiale”.
Lasciamelo dire, l’intelligenza non è e non può essere artificiale. È illogico, e voglio sottolinearlo. Ma in questo contesto non c’è abbastanza spazio per spiegarlo e rimandiamo il tema per un’altra occasione.
Tuttavia, per venire incontro a tutti coloro che come te hanno un onesto interesse, soprattutto scevro da malizie, da pregiudizi e da chiusure mentali particolari, verso quest’astrazione riflessiva della mente, proverò ad espormi abbozzando una definizione o meglio un possibile contributo alla ricerca di una espressione che ritengo dialetticamente irraggiungibile, e non solo, probabilmente disutile.
Il fatto che tu in precedenza mi abbia chiesto cosa è un corpo, ossia cosa può, risulta qui provvidenziale. Del resto, fatta eccezione di gruppetto di intellettuali scotennati e a mio avviso del tutto inconsapevoli del reale minimo comune multiplo che accomuna tutti gli esseri dotati d’intelligenza, quest’ultima necessita di un corpo che la contenga, la realizzi e la renda vivente. Ciò, esattamente come un corpo necessità di una popolazione di microorganismi necessari a tenerlo in vita. Intelligenza è tutto ciò. È la convergenza di molteplici forze, di molteplici necessità alla ricerca di molteplici egoismi, proiettate verso molteplici possibilità e molteplici soluzioni proprie, appunto, di un universo di organismi, ivi incluso l’organismo principale, il loro locomotore, il terrarium che la compone.
Insomma, quasi sarebbe più importante per me, filosoficamente, dirti che cosa non è l’intelligenza. Ma, suonerebbe come una resa, motivo per il quale proverò a risponderti dicendo che, da tempo, si parla di intelligenza genetica, emotiva, sociale, ecc. Tutto ciò è esatto, ma parallelamente non bisogna illudersi, non riguarda unicamente l’apprendimento o la catena cromosomica dell’Homo Sapiens, bensì anche quella di tutti i batteri che lo compongo. Non riguarda unicamente la socialità espressa tra uomini ma anche quella che si esprime all’interno del nostro microbioma[1] e che mette in relazione due o più di questi terrarium tra di loro.
L’intelligenza è un qualcosa di talmente semplice da sfiorare il banale. Tuttavia la sua semplicità è così sofisticata da renderla infinitesimale e di conseguenza inevitabilmente inarrivabile. Il mistero dell’intelligenza risiede proprio nella convivenza tra semplicità e sofisticazione, fatto che i grandi filosofi di tutte le epoche e di tutte le latitudini avevano ben intuito e provato ad esprimere in molteplici modalità ma, malgrado i mille tentativi abbozzati, non risulta mai semplice comunicare o far propria tale espressione della natura. In più, è importante chiarirlo, un tal assunto risulta sempre indigesto, un po’ perché ci allontana da qualsiasi forma di antropocentrismo ed un po’ perché ci costringe ad una dissacrazione di una certa idea di ingegno, ormai secolare. L’intelligenza continuiamo a pensarla quale una scala monodirezionale di valori, che ha un suo minimo ed un suo massimo. Non è così! L’intelligenza è un pluralismo plurale. È una forza che si trova costretta a mediare le migliaia di fonti di energia che spingono dall’interno di un organismo fuori dal suo nucleo tenendo presente il relativismo del suo essere rispetto all’infinito delle forze e degli esseri esistenti e influenti sulla sua esistenza stessa. Tutto ciò è talmente vero che molto spesso coloro che definiamo, o avremmo sommariamente definito “stupidi” son quelli che all’interno dello spazio multidimensionale, iperbolico, dei possibili comportamenti e delle possibili soluzioni, finiscono per collocarsi nelle coordinate più adattive e vincenti. Smettiamola di pensare all’intelligenza come se fosse un gradiente di misura o, esclusivamente, il risultato di una operazione, una computazione del sistema nervoso. Intelligenza è una misteriosa molteplicità di fattori/eventi che hanno luogo parallelamente.
Questa è la seconda di tre parti della conversazione tra il critico d’arte Giorgio Cipoletta e l’artista e neuro scienziato Luigi Pagliarini. Cliccate qui per la prima parte dell’intervista e per leggere la riflessione introduttiva di Giorgio Cipolletta che ha avviato il dialogo. Domani Pagliarini entrerà più nello specifico del rapporto tra arte e scienza.
immagini: (cover 1) Luigi Pagliarini, «Energy Visualizer. Self portrait (short evolution)», 2004 (2) Luigi Pagliarini, «Indeath of Artificial Intelligence», 2007 (3) Luigi Pagliarini, «CyberInfinity – Open», 2003
Luigi Pagliarini, neuropsicologo per formazione, è un artista impegnato dai primi anni ‘90 nella software art e robotica d’arte. È Professore di Teoria della Percezione e Psicologia della Forma, Semiologia del Corpo, Psicologia dei consumi culturali e di massa presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata e Consultant Professor presso il Playware della Danish Technical University dove si occupa di Robots and Dynamic Agents Interfaces Design. In passato, ha collaborato a diversi progetti con realtà quali LEGO Group, la SONY e la Real World Records. È stato fondatore e direttore del Pescara Electronic Artists Meeting; direttore artistico di Ecoteca; curatore della sezione di Robo[art] del Robotsatplay Festival in Danimarca; inventore e fondatore di RoboCup Junior, oggi adottata come strumento didattico in tutte le scuole del mondo, e ha pubblicato su libri, riviste, webzines, su atti di congressi e conferenze internazionali. In questo momento è membro del comitato editoriale del Journal of Artificial Life and Robotics, del comitato editoriale della Rivista di Psicologia dell’Arte, membro del Comitato Scientifico della Conferenza Internazionale Psychology-Based Technologies e membro direttivo di APEXperience. Ha esposto i suoi lavori in diversi musei nazionali e internazionali e alcuni delle sue ideazioni son state riportate su organismi di stampa intercontinentali.