Della NOME Gallery abbiamo parlato spesso seguendo con interesse progetti di mostra tutti rivolti ad indagare, anche attraverso formule apparentemente più tradizionalmente estetica, l’intersezione tra arte, tecnologia e società. In aprile la sede fisica si sposterà a Kreuzberg inaugurando con una mostra dedicata al lavoro di James Bridle, giovane artista, scrittore e curatore visionario che, nel 2011, ha fondato il termine di «new aesthetic», titolo di un progetto rivolto alla ricerca di nuove estetiche del futuro attraverso una raccolta di immagini tipo pubblicate su di una pagina Tumblr. Il termine ha finito per essere stato adottato da molti come ideale ad indicare tutta quella serie di questioni sulle quali artisti, ricercatori e curatori stavano indagando da tempo, tutte scaturite dalla tensione crescente tra realtà e immagine, sempre più coincidenti, sempre più estese al modellarsi della memoria collettiva.
La galleria gli aveva dedicato una prima personale nella primavera 2015, The Glomar Response dove, guidato dal suo interesse per le infrastrutture di rete, la trasparenza dei governi e la sorveglianza tecnologica, accosta tematiche relative ad immigrazione, politica, sorveglianza, alle più antiche forme di imperialismo.
In «Failing to Distinguish Between a Tractor Trailer and the Bright White Sky», le opere in mostra analizzeranno il rapporto tra uomo e macchina, l’estendersi dell’automazione a tutti gli aspetti del quotidiano. Con attitudine propositiva Bridle cerca modelli di ‘resistenza al regime algoritmico’ con la creazione di nuovi miti e nuove possibili poetiche.
«Failing to Distinguish Between a Tractor Trailer and the Bright White Sky», NOME Gallery, 22.04 – 29.07.2017