Cosa accadrebbe se Leibniz, l’eclettico studioso del Primo Illuminismo, si fosse fissato l’obiettivo di impartire il proprio sapere al grande pubblico nel modo più chiaro e pratico possibile, utilizzando prodotti naturali e artefatti? Come sarebbe stato il magazzino in cui riponeva tali oggetti per i suoi successivi insegnamenti? Quali strumenti scientifici, risultati realizzazioni tecniche tecnici, souvenir da paesi lontani, opere d’arte e banalità sarebbero stati custoditi in tale magazzino? Floris Neusüss e Renate Heyne rispondono a queste domande nella loro mostra di fotogrammi concepita e progettata come un gioco intellettuale.
La mostra dal titolo »Leibniz’ Storehouse« è una passeggiata immaginaria attraverso il magazzino fittizio, dove gli oggetti non sono sempre ordinati in maniera precisa, ma che al contrario spesso sono stati semplicemente poggiati lì. Tuttavia, gli oggetti in mostra non sono in realtà degli artefatti. Sono invece dei loro fotogrammi, realizzati dal 2000 dai due artisti in vari musei. L’ampio archivio di fotogrammi di Floris Neusüss e Renate Heyne viene rappresentato per la prima volta nella mostra »Leibniz’ Storehouse«. Con i suoi lavori storici e contemporanei e i documenti, la mostra illustra il fotogramma nella sua dimensione mediale e storica.
Il fotogramma ha sempre esercitato un grande fascino su pittori, cineaste e, ovviamente, sui fotografi fin dagli anni ‘20 – in quanto rappresenta un’immagine sperimentale tra la fotografia e i corpi o la scultura. Lo stesso Roland Barthes ha scritto sulla forma indiretta della fotografia:» Da un corpo reale, che era là, sono partiti dei raggi che raggiungono me, che sono qua» (Camera Lucida«, 1980), poi per contro, la diretta e tangibile simultaneità del presente e dell’oggetto riprodotto rappresenta la base del fotogramma. In quanto sculture realizzate attraverso la pratica della fotografia cameraless, ovvero senza obiettivo, i fotogrammi sono realizzati attraverso l’esposizione diretta in un processo di contatto di oggetti su materiale fotografico. L’immagine del fotogramma oscilla tra la prossimità palesemente autentica e l’assenza distanziante. Si potrebbe dire: Tra la presenza e l’assenza, tra l’esposizione e la dissimulazione.
»Leibniz’ Storehouse«, Collections in Photograms, 11.12.2016 – 05.03.2017, ZKM_Atrium 1+2, Karlsruhe, Germania
Un volume di circa 230 pagine che racconta la mostra sta per essere pubblicato da Hatje Cantz Verlag, e include anche articoli scritti da Martin Kemp e Horst Bredekamp.
immagini (cover 1) Zweischaliges Hyperboloid | mathematisches Modell | Mathematisches Institut der Universität Halle | Fotogramm, 60 x 50 cm, 2004 / © ZKM | Center for Art and Media, photo: Floris Neusüss (2) Steinadlergerippe Aquila chrysaetos | Musée d’histoire naturelle, Fribourg | Fotogramm, 60 x 50 cm, 2006 / © ZKM | Center for Art and Media, photo: Floris Neusüss (3) Beuysbaum | Kassel, Pferdemarkt | Fotogramm, 127 x 325 cm, 2015 / © ZKM | Center for Art and Media, photo: Floris Neusüss (4) Apoll von Tenea (kleiner Kouros) | Korinth, 560 / 550 b.c. | Glyptothek München | Fotogramm, 195 x 75,5 cm, 2004 / © ZKM | Center for Art and Media, photo: Floris Neusüss