«Squares with Concentric Circles», è la personale di Marco Cadioli organizzata negli spazi Ultra che illustra gli esiti della sua ultima ricerca. Il progetto, che coniuga in maniera inaspettata l’idea di viaggio con la visione aerea di Google Earth, raccoglie insieme una dozzina di fotografie realizzate nell’ultimo anno, un video ed un libro realizzato dall’artista in tiratura limitata.
«Squares with Concentric Circles» – il titolo della serie è tratto da un’opera di Vasilij Kandinskij – nasce da una costante e ripetuta ricognizione con Google Earth su differenti territori alla ricerca di elementi caratterizzanti di forma circolare, molti dei quali sono appezzamenti di terreno di differente grandezza che vengono coltivati impiegando elevata automatizzazione e controllo satellitare. Ciascuna zona, geometricamente non dissimile dalle mappe delle città ideali elaborate a partire dal Rinascimento, viene catturata dallo schermo del computer col massimo dettaglio attraverso un software ad hoc e poi successivamente ricomposta, andando a costituire un vero e proprio scatto fotografico.
In «Squares with Concentric Circles» si mescolano aspetti tecnici riconducibili alla cartografia e alla fotogrammetria (si pensi ad esempio ai rilievi archeologici) con un approccio da flâneur aggiornato ai tempi del web, in cui le informazioni/immagini permettono all’internauta di conoscere il mondo vagando casualmente, provando il piacere di «essere lontano da casa e tuttavia sentirsi a casa ovunque; vedere il mondo, essere al centro del mondo e rimanere nascosto dal mondo», come scriveva Baudelaire ne Il pittore della vita moderna. E in questo senso gli esiti di tale ricerca conducono visivamente al rigore della pittura minimalista in cui segno e colore sono alla massima tensione, geometrica ed emotiva. (dal comunicato stampa)
Marco Cadioli. «Squares with Concentric Circles», a cura di Daniele Capra, Ultra c/o eflux studio 21.06 – 19.09.2014.
Marco Cadioli (Milano, 1960) ha focalizzato la sua ricerca sulle immagini che si materializzano sui monitor dei computer, dove reale e virtuale sconfinano l’uno nell’altro. Attraverso il continuo viaggiare on line è interessato ad indagare da un punto di vista estetico le nuove frontiere tra digital media e mondi virtuali. Si è segnalato come fotografo di guerra nei videogiochi e con il suo avatar, Marco Manray, ha pubblicato le sue foto di Second Life su svariate riviste internazionali. Nelle sue ultime opere ha utilizzato Google Earth come strumento d’indagine in cui funzionalità descrittive e aspetti rappresentativi collidono. Ha esposto al VKunst di Francoforte, all’InterAccess Electronic Media Arts Centre di Toronto (CDN), alla 54a Biennale di Venezia presso il Padiglione Internet e in Neoludica. Art is a game 2011-1966, al Casino Luxembourg, Città del Lussemburgo (L), all’Espace Multimédia Gantneral di Belfort (F), al Fotografia Festival presso il Macro Testaccio di Roma, al Reality Festival di Parigi (F), al MAXXI di Roma, nonché in Second Life. Insegna all’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia e all’Accademia di Comunicazione di Milano. Vive e lavora a Milano.
Immagini
(1) Marco Cadioli, Circle 44, courtesy dell’artista (2) Marco Cadioli, Circle 64, courtesy dell’artista