Navigare, progetto del collettivo italiano Studio ++, ha abitato per diversi mesi il banner di Arshake trasformando il sito nella prua di una nave, quella visibile attraverso l’occhio di una webcam dirottata sul sito dei tre artisti dal 2012. Questa porzione di spazio liquido [il banner], destinato ad essere ogni volta plasmato dai diversi interventi degli artisti, ha inglobato l’installazione web per diventarne il suo contenitore, un contenitore che si è espanso fuori dalla sua cornice, si è spalmato sul sito e ne ha condizionato l’intera struttura.
Così Arshake, tutto, è salito a bordo della nave, si è avventurato negli interstizi spazio-temporali tra mondo reale e virtuale, immaginato e concreto. L’occhio della webcam ci ha restituito una porzione di paesaggio marino, ha messo [inconsapevolmente] al centro l’elemento poetico, ha cancellato tutto ciò che vi ruota attorno. L’occhio degli Studio ++ si è appropriato di questo sguardo per dirottarlo verso il nostro, per stimolarlo mettere a fuoco, in forma esperienziale, uno dei grandi dilemmi del nostro secolo: riuscire a distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è. L’antropologo Marc Augé aveva espresso questo grande turbamento in termini spaziali «nella difficoltà che ci si porrà d’ora in avanti nel tracciare una frontiera fra il qui e l’altrove»
Sulla nave di Navigare sono saliti a bordo tre professionisti di diversa formazione per scrivere e stimolare riflessioni sul concetto di navigazione: il critico d’arte Antonello Tolve, il climatologo Carlo Buontempo e la scrittrice Ginevra Lilli.
Il saggio del critico d’arte Antonello Tolve aveva iniziato questo frangente introducendo il lavoro nel più ampio raggio di ricerca artistica e multidisciplinare degli Studio ++. «Navigare – così introduce Tolve il progetto – è un’installazione web – video in streaming che invita il pubblico a salpare in un mare immaginifico, alla ricerca di qualcosa (di qualcuno) da ricordare e dimenticare a memoria, da ripensare e ricucire con l’ago della speranza e con il filo d’aria della saudade, di quel sentimento che Dante definisce essere disio. Nostalgia del futuro, più precisamente». (A. Tolve,Il viaggio infinito dell’eterotopia). Per quanto inquadrato in ambito artistico il suo testo ci ha poi instradato verso una dimensione letteraria e immaginifica.
Navigare tra consapevolezza e imprevedibilità, intervento del climatologo Carlo Buontempo, ha rivolto l’attenzione sulla navigazione come esercizio nella gestione del rischio, come esplorazione dell’ignoto, ma anche come recupero di consapevolezza. Nel corso della navigazione si possono scorgere infatti le scorie galleggianti del surriscaldamento globale, luogo e momento dove si incontrano e confluiscono la cultura umanista e la coscienza di scienziato di Buontempo. « Il grande vortice di plastica che caratterizza il centro dei nostri oceani – scrive Buontempo della sua navigazione – l’impatto che questa ha su i micro-organismi che vivono nel mare, il costante aumento dell’acidità del mare dovuto all’aumento dell’anidride carbonica nell’aria, la riduzione della varietà e dell’età media dei pesci per effetto della pesca industriale, la scomparsa di alcuni fragili ecosistemi costieri per via di una selvaggia piscicoltura sono solo alcuni dei fattori che potrebbero cambiare la percezione del mondo, dell’oceano della solitudine umana e, soprattutto, dell’ impatto che noi abbiamo, abbiamo avuto e avremo sul mondo che ci circonda.
Nel racconto in prosa della poetessa che Ginevra Lilli ha regalato ad Arshake, la navigazione si trasforma nell’espressione di un sentimento di fuga, ma anche in un momento di riflessione per imparare a conoscere sé stessi, per poter mantenere l’equilibrio sul piano più instabile, come quello di una nave in viaggio.
Distacchiamo, già con una certa nostalgia, il nostro sguardo voyeuristico dalla nave in viaggio (per un caso in questi giorni in Italia) per riprendere il viaggio in un altro momento, catturando – magari – l’installazione live in altre cornici, altri formati, anelli di congiunzione e sbocchi su quei luoghi da «circoscrivere», qui e altrove.
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