I media sono in continuo mutamento. Questa è un’argomentazione affatto nuova. Ci sono dei momenti in cui lo slittamento verso il nuovo di strumenti e metodologie che vivono nel flusso del loro evolversi prende corpo, inizia ad assumere un aspetto “percepibile”, necessita di confronto per potersi ritrovare in un linguaggio comune, se pure fatto di standard variabili e nel loro continuo farsi e disfarsi, nascere e rinascere nel susseguirsi di tecnologie e linguaggi a distanze temporali sempre più ravvicinate destinati ad un’esistenza sempre più breve. Lo dimostrano due conferenze che nel mese di novembre sono organizzate rispettivamente alla Winchester School of Art, University of Southampton e alla Tate di Londra.
Media in Transition lanciata con l’intervento di Susan Hiller, Runa Islam and Hito Steyer è una conferenza che estende nella durata di tre giorni alla Tate Modern di Londra, accolta dal Getty Conservation Institute, Getty Research Institute and Tate, e che si svolgerà dal per promuovere discussioni interdisciplinari attorno a lavori specifici di autori come Joseph Beuys, David Lamelas, Gustav Metzger, Nam June Paik, Bruce Nauman e Julia Scher.
Seguendo il formato di successo della conferenza “Object in Transition“ tenutasi nel 2008, questo evento esplora attraverso scritti, panel discussions, dimostrazioni e dialoghi – come questo settore si stia adattando in riposta a queste nuove forme di pratica artistica, e come i nuovi system di collaborazione tra artisti, conservatori, storici dell’arte, esparto tecnici e curatori può aiutare ad evolvere questo ambito di ricerca. Le vite dei lavori time-based, possibili modalità di presentazione, strategie di conservazione e di documentazione sono tra le tematiche affrontate. (tradotto dal comunicato stampa inglese).
Media Theory in Transit, organizzata da Jussi Parikka and Yigit Soncul che si svolgerà presso la Winchester School of Art, University of Southampton il 24 novembre, è un simposio di una giornata che prende in considerazione le nuove direzione della teoria dei media.
I concetti viaggiano attraverso il tempo e lo spazio, declamando nuovi significati e nuovi utilizzi. Non ci stiamo confrontando con un nucleo di conoscenza statico, piuttosto dinamico, situato nel processo di articolazione della conoscenza e di percezione della realtà. Media Theory attraversa i confini geografici e disciplinari, chiama assieme Umanistica e Scienza per scolpire nuove realtà di conoscenza. Si muove attraverso linee concettuali dall’umano al non umano, presumibilmente attraverso facoltà percettive diverse, come la vista, l’udito e l’olfatto. Media Theory non è pura riflessione sul mondo ma un canale attivo di coinvolgimento rivolto alla creazione di nuovi oggetti di interesse.
Questo evento indaga questi passaggi concettuali, geografici e sensoriali della Media Theory. I diversi interventi indirizzano la Media Theory su questioni che sono ormai urgenti per le pratiche accademiche e artistiche. Gli autori rappresentano diverse professionalità dell’arte e delle scienze umanistiche così come della Media Theory e si impegnano a rispondere a quesiti inerenti le nuove direzioni teoriche occupando così nuove aree di interesse attraverso gli ambiti accademici e le geografie dove abitano e si muovono le stesse teorie. (tradotto dal comunicato stampa inglese)
Questa simultaneità di eventi, tutti indirizzati verso le nuove frontiere della ricerca in ambito di media art, segnano un momento importante di ri-pensamento, ri-formulazione e ri-organizzazione di teorie e pratiche che si evolvono continuamente parallelamente all’evolversi dei mezzi, della cultura tecnologica e delle metodologie che ne conseguono.
MEDIA IN TRANSITION, Tate Modern, London, 18-19-20.11.2015 e Media Theory in Transit: A one-day symposium at the Winchester School of Art, University of Southampton, 24.11.2015
immagini
(cover 1) Julia Scher interviewed at SFMoMa as part of the Artist Initiative (crediti immagine conferenza Tate Modern)