Nei peculiari spazi espositivi della casa editrice Cura a Roma, Oliver Laric e David Horvitz mostrano alcuni lavori parte della loro ricerca poliedrica che si muove all’interno dell’immagine tra fisico e digitale e attraverso una pluralità di media.
Oliver Laric, Untitled, 2021
Combinando l’interesse nei confronti dell’archeologia e delle forme artistiche del passato con le potenzialità della scansione e della stampa 3D, dell’immagine video e del web, Oliver Laric (Austria, 1981), produce opere capaci di far comunicare la sfera digitale con lo spazio fisico, in un incessante intreccio di prospettive e livelli di lettura. Che si tratti delle sue sculture in poliuretano o dei suoi video basati sulla manipolazione di found footage tratti dai canali di comunicazione di massa, Laric rivela la propria attenzione per la migrazione delle forme e delle immagini da contesti diversi, dal punto di vista cronologico, spaziale o semiologico. A essere analizzato è il percorso di produzione, consumo e fruizione del visivo nel mondo contemporaneo, che si dispiega in bilico tra le idee di unicità e di riproducibilità, di autorialità e di anonimato, di fisicità e di intangibilità.
In Untitled 2021, un’infinita metamorfosi digitale indaga l’organico passaggio da una forma all’altra. Una liquida organicità abita il video in una sorta di brodo primordiale che attraversa la dimensione spazio-temporale per materializzarsi in forme sempre uniche, in un incessante dialogo tra natura e artificio, tra dato reale e surrealtà. “Rese in un grigio luminoso e increspato, le figure animate di Oliver Laric” – scrive Carson Chan – “sembrano catturate da un microscopio elettronico a scansione o fatte di stagno martellato.
Tagli nitidi e ritmati ci portano da un tableau all’altro. Una mantide religiosa gira la testa; un granchio si muove sullo schermo; mosche, vermi e uno sciame di creature simili a eucarioti; un riccio di mare, un’aragosta e un granchio a ferro di cavallo come trattenuti da un venditore di un mercato del pesce; un assortimento di funghi di varie specie. Tutto si muove a scatti vibranti come nelle animazioni in stop-motion o nei video time-lapse. C’è la sensazione che stiamo vedendo nascere qualcosa. Una massa bitorzoluta fa crescere la testa e gli arti per diventare un uomo in riposo. Un muso sporge da un grumo informe per diventare una rana. Una figura si evolve da una massa embrionale. Topologicamente, le creature marine, gli insetti, gli esseri umani e i funghi sono tutti sacchi o vasi, reti metalliche modellate in forme di vita.”
(dal comunicato stampa)
David Horvitz, How to Shoplift Books, display e performance, 2021
Le azioni artistiche di David Horvitz (US, 1974) sfruttano le specificità di diversi mezzi di comunicazione, canali di informazione e contesti relazionali, mettendone in luce le insite contraddizioni e le inedite potenzialità. I suoi lavori, che si presentano attraverso una varietà di media, dalla mail art alla performance, dalla fotografia all’installazione alle incursioni sul web, si basano sull’idea di movimento, distanza e migrazione. Essi mirano a collegare sfere diverse: il virtuale e il reale, il privato e il pubblico, il vici- no e il lontano, il passato e il futuro, il soggetto e l’altro. Spazio e tempo si espandono in più dimensioni, mostrando le maglie della loro relatività, ribellandosi ai sistemi di misurazione standardizzati per svelare nuove possibilità di esperienza.
Pubblicato a oggi in 27 lingue diverse l’iconico volume dell’artista How to Shoplift Books, è una guida agli 80 modi in cui si può rubare un libro ed è stato pubblicato per la prima volta in Serbo (nelle due versioni, cirillico e latino) in occasione del 58th October Salon. La pubblicazione era stata anche accompagnata da una lettura improvvisata e corale del libro nelle diverse lingue, in una Babele di voci, idiomi e culture. La continua traduzione del libro in diverse lingue è intesa dall’artista come una “traduzione culturale, in cui mi riferisco ai costumi locali, al folklore, alla cucina, ad abitudini, vacanze, e superstizioni…” L’azione viene ripetuta a Roma in questa occasione, grazie al supporto delle Accademie straniere di Roma, cui l’artista ha indirizzato una lettera di invito.
(dal comunicato stampa)
Oliver Laric, Untitled, 2021 | David Horvitz, How to Shoplift Books, 24.11 – 22.12.2021, In collaborazione con Editions Taube.
Cura.Basement, Roma
immagini (cover 1 – 3) Oliver Laric, «Untitled», Installation view, BASEMENT Roma 2021, foto: Roberto Apa (4-5) David Horvitz, How to Shoplift Books, Installation view, BASEMENT Roma 2021, foto: Roberto Apa