“Weather Engines” esplora la poesia, la politica e le tecnologie ambientali dalla terra al cielo, dal suolo all’atmosfera. Il tempo atmosferico può essere descritto come un sistema dinamico di vento, pressione, temperatura e umidità che influenza sia il mondo umano che non. Cambia di momento in momento e differisce da luogo a luogo, benché venga previsto nel tentativo di controllarne gli effetti. L’osservazione del tempo atmosferico si è rivelata parte dei tentativi di modificarlo, dai progetti militari sperimentali alle risposte tecnologiche volte a mitigare il cambiamento climatico. Il tempo atmosferico, però, al di là di qualsiasi nozione fisica, si colloca nella conoscenza meteorologica, e può anche riferirsi a diverse atmosfere metaforiche o politiche, e legarsi alla respirazione e alla vita.
“Weather Engines” presenta opere d’arte che s’interrogano sul tempo atmosferico, l’ambiente e la cultura tecnologica. Le installazioni, le immagini così come le opere video, sonore e scultoree utilizzano la crisi climatica come punto di partenza per indagare gli elementi che strutturano le nostre vite. Caldo e freddo, vento e pioggia sono trattati in relazione a diversi contesti geografici e politici dal passato al presente, e a futuri speculativi. Gli oceani, le nuvole e le foreste sono riconosciuti come motori di vita che creano l’atmosfera che noi abitiamo ma anche influenziamo. Gli strumenti meteorologici così come i bio-indicatori naturali sono il punto focale di opere che esplorano il modo in cui i fenomeni meteorologici vengono immortalati e studiati. Altri progetti esaminano ed espongono lo sfruttamento di fenomeni atmosferici avversi o estremi, nonché il loro utilizzo come armi.
Le opere d’arte delineano un’estetica ambientale che affronta anche la giustizia climatica. La mostra mette in evidenza i conflitti nel descrivere, vivere e resistere al tempo atmosferico e alle atmosfere coloniali. Nell’era del clima antropogenico, qualsiasi forma meteorologica è artificiale. Se questo è vero, allora significa anche che è ancora possibile lottare per ottenere le condizioni atmosferiche e climatiche in cui desideriamo vivere.
Daphne Dragona, Jussi Parikka (testo dei curatori pubblicato con il comunicato stampa)
Weather Engines è un evento che comprende una mostra d’arte, un programma di conferenze, performance e workshop, nonché una pubblicazione che offre termini contemporanei per esperire la politica e l’estetica del tempo atmosferico. Il progetto si colloca nell’impegno continuo dell’Onassis Stegi verso la consapevolezza ecologica e la tutela dell’ambiente. A cura di Daphne Dragona e Jussi Parikka, Weather Engines si svolgerà presso l’Onassis Stegi e l’Osservatorio Nazionale di Atene. La grande mostra presenta installazioni sonore e video, sculture, pellicole e oggetti stampati in 3D che esplorano la poesia, la politica e le tecnologie ambientali dalla terra al cielo, dal suolo all’atmosfera.
Il tempo atmosferico può essere descritto come un sistema dinamico di vento, pressione, temperatura e umidità che influenza sia il mondo umano che non. Cambia di momento in momento e differisce da luogo a luogo, benché venga previsto nel tentativo di controllarne gli effetti. L’osservazione del tempo atmosferico si è rivelata parte dei tentativi di modificarlo, dai progetti militari sperimentali alle risposte tecnologiche volte a mitigare il cambiamento climatico. Il tempo atmosferico, però, al di là di qualsiasi nozione fisica, si colloca nella conoscenza meteorologica, e può anche riferirsi a diverse atmosfere metaforiche o politiche, e legarsi alla respirazione e alla vita.
La mostra Weather Engines presenta opere che s’interrogano sul tempo atmosferico, l’ambiente e la cultura tecnologica. Le opere utilizzano la crisi climatica come punto di partenza per indagare gli elementi che strutturano le nostre vite. Caldo e freddo, vento e pioggia sono trattati in relazione a diversi contesti geografici e politici dal passato al presente, e a futuri speculativi. Gli oceani, le nuvole e le foreste sono riconosciuti come motori di vita che creano l’atmosfera che noi abitiamo ma anche influenziamo. Gli strumenti meteorologici così come i bio-indicatori naturali sono il punto focale di opere che esplorano il modo in cui i fenomeni meteorologici vengono immortalati e studiati.
La mostra mette in evidenza i conflitti nel descrivere, vivere e resistere al tempo atmosferico e alle atmosfere coloniali. Nell’era del clima antropogenico, qualsiasi forma meteorologica è artificiale. Se questo è vero, allora significa anche che è ancora possibile lottare per ottenere le condizioni atmosferiche e climatiche in cui desideriamo vivere.
Weather Engines, a cura di Daphne Dragona e Jussi Parrikka, Onassis Foundation, Atene, 01.04 – 15.05.2022
la mostra è prodotta da Onassis Stegi e realizzata nell’ambito di Studiotop
Artisti: Kat Austen, Anca Benera & Arnold Estefan, Felipe Castelblanco, Kent Chan, Coti K., Denise Ferreira da Silva & Arjuna Neuman, DESIGN EARTH, Matthias Fritsch, Geocinema, Abelardo Gil-Fournier & Jussi Parikka, Alexandra Daisy Ginsberg, Hypercomf, Lito Kattou, Zisis Kotionis, Manifest Data Lab, Barbara Marcel, Matterlurgy, Petros Moris, Sybille Neumeyer, Afroditi Psarra & Audrey Briot, Susan Schuppli, Rachel Shearer & Cathy Livermore, Stefania Strouza, Superflux, Paky Vlassopoulou, and Thomas Wrede.
immagini: (cover 1) Weather Engines, main page (2) Manifest Data Lab, «Carbon Topologies», 2022 (3) Audrey Flore Ngomsik, «CO365», logo 2022. courtesy of the artists graph (4) Matthias Fritsch, «Mycelium Garden», 2022