Le Stazioni come punto di quiete, non di arrivo o di partenza. Nodo focale attorno a cui ragionare. Stazioni come tappe, necessarie al completamento di un percorso. In questo progetto itinerante di Carlo Cinque che prende il via con la mostra Risonanze di Antonio Trimani, le stazioni saranno stanze espositive. Si tratta di un progetto aperto il cui senso è nel suo svolgimento, non solo nella sua forma: nel coinvolgimento e nella sperimentazione. Gli artisti, provenienti dalla scena del panorama italiano e internazionale, anche quelli di formazione più classica, si confronteranno con la video arte e con le nuove tecnologie.
«Risonanze» è un progetto espositivo che nel nome stesso lascia risuonare la sua verità, un tintinnio di campana che rimane nell’orecchio, la sensazione di una eco, le onde del mare dopo un sasso gettato, il richiamo delle cose e della loro poesia.
Tre opere video mostrano un percorso meditativo non errabondo, tra le cose e le verità del mondo. Per verità qui si intende l’acqua, gli alberi, le pietre, le nubi. Il video seduce nella lentezza del poco, della vita sovrappensiero, ricolma di se stessa poiché abbraccia le speranze e i ricordi. L’atmosfera si snoda dilatandosi in tutto il tempo disponibile. I video, però, svelano sempre qualcosa, una magrittiana risorsa (in Rivelazione), un pensiero enigmatico cui l’essenza sfugge (in Chora), una sorta di sovra-reale surrealtà che ha in sé una condensazione di elementi (in Controcanto).
Rivelazione (2013) pone delle domande sulla quiete e sull’improvviso, l’inaspettato. Potrebbe essere l’attimo prima della fine del mondo, gesto che prelude al cambiamento, o solo un misterioso volgersi delle cose. Controcanto (2014) cerca le sue risorse negli elementi e nella loro combinazione. Natura sopra natura, elemento dentro elemento, composizione della mente e della poesia, volo libero, apertura del pensiero distratto. Chora (2015) è forse il più complesso, dato da un attimo composto da zone visive. In Chora si costruisce la città stato della mente, luogo del pensiero, Derrida1 stesso si rifiutava di chiuderne il significato aperto in valore tradizionale.
Ferita #0 (2015) Una “ferita video”, sorta di crepa, dolore del muro che ci porta da Burri a Fontana. Il luogo si apre, si ferisce, e mostra l’epidermide dell’esposizione, forse la sua parte dolorante, sartriana accettazione del vivere. Gesto sonoro (2016) è una vibrazione, è costituito da suono e risuona con una combinazione di elementi sovrapposti. Qui gli elementi sono speculari: il dentro e il fuori del corpo; le onde del mare e il cuore stesso. Il cuore è la città dentro cui le cose risuonano in emozione, dal quale partono le onde e tutto si dilata. Sorta di astratta candela del Buddha di Nam Jun Paik. Cuore che significa sono vivo. (Fabrizio Pizzuto/estratto del testo che accompagna la mostra)
1 • J. Derrida, Il segreto del nome, trad. it. di F. Garritano, Milano, Jaka Book, 1997, pp. 50-54.
Antonio Trimani è un video artista italiano che si è formato e continua a formarsi, in un’instancabile ricerca di senso e completezza, lavorando per molti dei più rappresentativi artisti della scena internazionale. Tra essi ricordiamo Peter Campus, Alvin Curran, Bill Viola e Fabrizio Plessi. Ha inoltre collaborato con Jacques Derrida a un progetto video e fotografico (se ne trova traccia in Luoghi dell’indecidibile, a cura di Francesco Garritano e Emilio Sergio, Rubbettino, 2012). Da anni trasforma la sua grande competenza e conoscenza tecnica ed estetica in sperimentazioni personali, in opere e in esposizioni artistiche.
Fabrizio Pizzuto è un curatore siciliano, attivo a Roma. Formatosi alla Scuola di Crispolti e come assistente di artisti per gli allestimenti, ha organizzato e curato numerose mostre, rassegne video e festival d’arte in Italia e in Europa. È attualmente curatore freelance specializzato in video e in installazioni. Come scrittore è presente con un testo di scrittura sperimentale nella raccolta Reef (Roma Europa Fake Festival) prefazione di Bruce Sterling.
Carlo Cinque ideatore del progetto, è un esperto in comunicazione dei mercati dell’arte e della cultura. Ha una formazione trasversale che spazia dalla regia di opere liriche in maggiori teatri italiani, agli allestimenti di produzioni televisive RAI, alla cura di importanti mostre ed aste d’arte in Italia e all’estero. Ha sviluppato una polifunzionale conoscenza nel settore della comunicazione e della valorizzazione dei beni culturali, con particolare attenzione alla curatela, all’organizzazione e all’allestimento di eventi di profilo artistico.
Risonanze |Antonio Trimani, a cura di Fabrizio Pizzuto, fino al 22.04.2016, Le stazioni # 1, Via Cerva 10, Milano
immagini (cover 1) Antonio Trimani, «Chora», 2015, still from video (2) Antonio Trimani, «Rivelazione», 2013, still from video (3) Antonio Trimani, «Ferita #0», 2015, installation view (4) Antonio Trimani, «Controcanto», 2014, still from video.